Vita Cristiana

Pubblicato il 2 Dicembre 2012 | di Andrea G.G. Parasiliti

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Internet e fede: a Enna con Antonio Spadaro e Domenico Pompili

Comunicare a Babele. Questo il tema del primo convegno regionale delle comunicazioni sociali che si è tenuto a fine ottobre a Enna. A guidare i percorsi di riflessione padre Antonio Spadaro, gesuita di origini messinesi, professore alla Pontificia Università Gregoriana, esperto di letteratura e tecnologia, direttore della “Civiltà Cattolica”, il periodico più antico d’Italia, pubblicato a Roma dai Gesuiti senza interruzione dal 1850, e monsignor Domenico Pompili, direttore dell’ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Conferenza episcopale italiana.

Spadaro ha spiegato come vivere il cristianesimo al tempo di internet. «I media ? ha sottolineato Spadaro ? non sono mezzi! Ma sono ambienti in cui si vive. Bisogna quindi essere capaci di cogliere l’antropologia, l’uomo nella tecnologia. E questo significa cercare e trovare Dio in tutte le cose. Internet non è uno strumento ma una esperienza, uno spazio. Internet è un luogo di senso».

C’è una sfida che attende animatore sociale di oggi dinanzi all’on line, ai social network, all’ebook, all’epaper. La individua monsignor Pompili: «Il termine animatore deriva da anima. E quindi dall’io. Nella comunicazione risulta essere fondamentale la sottolineatura dell’io. La persona che si coinvolge, tale da metterci la faccia, che si espone in prima persona. Un po’ come una sentinella interpreta il tempo presente, incorpora i media disponibili e sa valorizzare le risorse umane…».

Ecco la via individuata: Bisogna essere in grado di cambiare la prospettiva.

Chi l’ha detto dunque che la tecnica non possa aiutare a soddisfare la ricerca di senso?

La tecnologia è spirituale, ripetono monsignor Pompili e padre Spadaro, perché consente all’uomo di fare il bene e il male. Come se la rete rispondesse al desiderio dell’uomo di trascendere i limiti, dello spazio, del tempo, della condivisione e della conoscenza…

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Autore

(Ragusa, 1988). Post-doctoral Fellow della University of Toronto si è laureato in Filologia Moderna all’Università Cattolica di Milano e ha conseguito il dottorato di ricerca all’Università degli Studi di Catania. Collaboratore del Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca della Cattolica di Milano (CRELEB) e, nel 2018, del PRISMES (Langues, Textes, Arts et Cultures du Monde anglophone) dell’Université Sorbonne Nouvelle – Paris 3, si occupa di Libri d’artista e Letteratura Futurista, Disability Studies e Food Studies. Fra le sue pubblicazioni: Dalla parte del lettore: Diceria dell’untore fra esegesi e ebook, Baglieri (Vittoria, 2012); La totalità della parola. Origini e prospettive culturali dell’editoria digitale, Baglieri (Vittoria, 2014); Io siamo già in troppi, libro d’artista di poesie plastiche plastificate galleggianti per il Global Warming, KreativaMente (Ragusa, 2020); Ultima notte in Derbylius, Babbomorto editore (Imola, 2020); All’ombra del vulcano. Il Futurismo in Sicilia e l’Etna di Marinetti, Olschki (Firenze, 2020). Curatore del volume Le Carte e le Pagine. Fonti per lo studio dell’editoria novecentesca, Unicopli (Milano 2017), ha tradotto per il CRELEB le Nuove osservazioni sull’attività scrittoria nel Vicino Oriente antico di Scott B. Noegel (Milano, 2014). Ha pubblicato un racconto dal titolo Odisseo, all’interno della silloge su letteratura e disabilità La mia storia ti appartiene, Edizioni progetto cultura (Roma 2014). Come giornalista pubblicista, ha scritto per il «Corriere canadese» (Toronto), «El boletin. Club giuliano dalmato» (Toronto), «Civiltà delle macchine» (Roma), l’«Intellettuale Dissidente» (Roma), «Torquemada» (Milano), «Emergenze» (Perugia), «Operaincerta» (Modica), e «Insieme» (Ragusa) dal gennaio del 2010.



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