Pubblicato il 31 Marzo 2013 | di Andrea G.G. Parasiliti
0La sua semplicità come un’enciclica
La semplicità di Papa Francesco è sconvolgente. E sconvolge perché il suo insegnamento ci arriva dritto al cuore con immediatezza. Il suo stesso comportamento è un’enciclica che non ha bisogno di parole, di traduzioni in lingue diverse. Basta vederlo, bastano i suoi gesti che ci colgono impreparati. Papa Francesco ringrazia i media, i giornalisti, perché grazie al loro lavoro piazza San Pietro contiene tutto il mondo e lui è in tutto il mondo. E grazie alla televisione, a internet è possibile vederlo fuori dalla Chiesa alla fine della santa messa mentre saluta ad uno ad uno i suoi fedeli. Da prete dei poveri che dimostra di non averli dimenticati. Certo, è pensando ai poveri di mezzi che ha pensato al suo nome Francesco. Ma è anche pensando alla povertà dell’uomo contemporaneo, che non ama più il creato, la terra, la natura, sempre più presuntuoso e arrogante, sempre più distratto nei confronti di chi ha bisogno che il Santo Padre ha pensato a Francesco d’Assisi. Amore, misericordia e rispetto dell’altro e del creato. Il tutto con la gioia di chi regala un sorriso e augura “Buon giorno” o un “Buon pranzo” o addirittura “Buon riposo”… Il Papa che prega in silenzio per non disturbare i non credenti, il Papa che appena eletto per prima cosa chiede ai fedeli di pregare per lui… E come facevamo a rifiutare una tale richiesta? Ci siamo ritrovati a pregare per lui davanti alla televisione. Mi trovavo qualche giorno fa all’aeroporto di Milano solo e carico di bagagli. Ad un tratto un signore mi chiede se per favore avevo qualche monetina per lui. Gliela do. Riprendo i miei bagagli e faccio per andarmene. Di colpo vedo quello stesso signore venirmi incontro e mi dice “Signore, posso aiutarla a portare i bagagli?” Si era accorto che ero troppo carico e in difficoltà. Andammo assieme. Era contento e sembrava un bambino. Difficilmente un uomo troppo preso di sé avrebbe fatto lo stesso. E forse è dai poveri che bisogna imparare ed è da loro che bisogna ripartire.