Vita Cristiana

Pubblicato il 16 Dicembre 2013 | di Agenzia Sir

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La devozione del Carmelo nella storia

Si è parlato di “La devozione del Carmelo”, legata alla storia e ai valori spirituali dell’Ordine dei “frati della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo” ( i carmelitani ), all’ appuntamento promosso, nella sala Avis di Ragusa, dal convegno “Maria Cristina di Savoia” e dall’Associazione mogli medici italiani sezione di Ragusa nonchè dal Centro italiano femminile e dalla Fidapa .
Laura Barone ha illustrato nel dettaglio come la devozione a Maria nel Carmelo sia espressa mediante lo “Scapolare del Carmine” – o “abitino” (indicato anche con altri nomi secondo i diversi luoghi) – ed è una delle devozioni più amate tra il popolo di Dio. La grande diffusione sembra doversi ricondurre alla tradizione di una visione della Madonna, documentata almeno alla fine del secolo XIV.

È una devozione antica, che, tuttavia, conserva tutta la sua validità, se compresa e vissuta nei suoi valori autentici. Ma perché l’utilizzo dello Scapolare del Carmine? E’ stato spiegato che la decisione di consacrarsi a Maria deriva da una scelta della volontà, mossa dalla fede e dall’amore. È quindi un atto intimo, personale, che impegna le facoltà dell’anima. Può tuttavia manifestarsi esternamente per mezzo di un rito o di segni, che cadono sotto l’esperienza dei sensi e possono essere percepiti dagli altri. L’uso di espressioni sensibili è pienamente conforme alla natura dell’uomo, che solo attraverso i sensi comunica con il mondo esterno.

Oltre ai segni liturgici, esistono nella Chiesa altri segni, legati ad un avvenimento, ad una tradizione, ad una persona.

Uno di essi è lo Scapolare del Carmine. Chi riveste lo Scapolare si impegnerà nell’ ossequio di Cristo e di Maria, come è inteso e vissuto secondo il carisma dell’Ordine carmelitano. I membri della Famiglia carmelitana vivono tale loro impegno in diversi modi: nell’intimità del loro rapporto con Dio, nella vita fraterna, nell’apostolato, nella vita sociale. Tale “ossequio” si concretizza nel vivere da “fratelli” o “sorelle” di Maria in comunione con il Carmelo. Ciò comporta un impegno per approfondirne lo spirito, viverne gli ideali e la storia, pregare e collaborare con esso. “Si è trattato di un appuntamento – dice la presidente Ammi, Elisa Marino Criscione – molto interessante che ci ha consentito di conoscere più da vicino l’aspetto di un fenomeno religioso molto radicato anche nella nostra realtà locale”.

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