Ricordando Pippo Fava e il suo esempio
«Io nacqui veneziano ai 18 ottobre del 1775, giorno dell’evangelista san Luca; e morrò per la grazia di Dio italiano quando lo vorrà quella Provvidenza che governa misteriosamente il mondo».
Così Ippolito Nievo scrive nelle sue “Confessioni di un italiano”, romanzo terminato nell’agosto del 1858, un romanzo pubblicato, dopo la morte dell’autore, a Firenze nel 1867.
Nievo non nacque nel 1775, ma nel 1831 e morì da garibaldino nel 1861 di ritorno dalla Sicilia durante il misterioso naufragio del piroscafo “Ercole” sulle acque del Tirreno.
Mi piace tanto l’incipit di quest’opera, soprattutto quando dice: «e morrò per la grazia di Dio italiano»…
Talvolta ho la sensazione che Nievo, mentre scrivesse la parola «italiano», venisse percorso da un forte brivido: Tanto era l’orgoglio. Mi chiedo in quanti, oggi, provino la stessa sensazione di un grande poeta dell’Unità d’Italia…
Ma sebbene un primo impulso ci porti a “sussurrare” la nostra nazionalità piuttosto che a “palesarla con tono fermo”, mi sembra che sia giunto il momento di riappropriarci di quell’orgoglio che ha contraddistinto chi ha creato l’Italia con le proprie mani o con le proprie opere letterarie.
E se il sentimento della nazione, nei giovani dell’Ottocento, è nato grazie ai poeti, ai grandi compositori del melodramma, a pittori e ad artisti di vario genere, a noi, giovani in un paese non più così attraente, la forza verrà dai tanti esempi che il nostro paese ci ha fornito.
L’importanza di avere un esempio da seguire, che corrobori, che rinforzi le nostre convinzioni.
Leggevo qualche giorno fa sul Corriere della Sera che ricorreva la morte di Pippo Fava avvenuta nel gennaio del 1984 a Catania. Una morte violenta, quella del grande direttore del Giornale del Sud e dei Siciliani. Pippo Fava e il suo“concetto etico di giornalismo” :«Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza, accelera le opere pubbliche, pretende il funzionamento dei servizi sociali, sollecita la costante attuazione della giustizia, impone ai politici il buon governo. Se un giornale non è capace di questo si fa carico di vite umane».
Ebbene, in fin dei conti anche lui, anche il nostro Pippo Fava, è uno dei grandi esempi (oltreché motivo di orgoglio) che ci spinge a lavorare con serietà e dedizione alle cose in cui crediamo… Uno di quegli esempi che vanno rivisitati con cura, per innamorarsi una seconda volta del nostro paese.