Società

Pubblicato il 9 Gennaio 2014 | di Agenzia Sir

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La febbre contagiosa del lavoro nero e irregolare

Lavoro sommerso piaga di una moderna economia: su richiesta dell’Unione Cna Benessere e Sanità, il comandante provinciale della Guardia di Finanza, colonnello Alessandro Cavalli, ha incontrato i vertici dell’associazione di categoria per affrontare la delicata questione riguardante l’abusivismo nel settore delle piccole e medie imprese. C’erano i vertici dell’Unione, il presidente provinciale Maria Carmela Modica Belviglio, delegata sulla problematica dalla presidenza provinciale Cna, e il responsabile provinciale Antonella Caldarera. Ha partecipato anche il presidente provinciale Cna Ragusa Giuseppe Massari.

In primo piano le questioni legate al sommerso e ai fenomeni di concorrenza sleale che se ne determinano, circostanze che creano parecchie difficoltà alle imprese in regola e che pagano regolarmente le tasse. Sotto esame, nello specifico, le problematiche che interessano il settore dell’acconciatura e dell’estetica. Massari, inoltre, si è soffermato anche sulle note dolenti che riguardano gli altri settori, da quello edilizio al comparto dell’autoriparazione, a quello dell’impiantistica. “La crisi – hanno detto all’unisono i componenti della delegazione Cna – sta costringendo molte imprese ad abbassare le saracinesche. Ciò comporta la perdita, per il substrato produttivo del nostro territorio, di un capitale sociale che difficilmente potrà essere sostituito”.

Il comandante Cavalli, che ha ascoltato con attenzione l’esposizione fatta dall’associazione di categoria, si è detto disponibile a lavorare sulla stesura di un protocollo d’intesa che potrà garantire l’opportunità di un agire comune su un fronte così delicato oltre ad avviare un tentativo per la concretizzazione di risposte attese sui fronti dell’assicurazione di percorsi il più possibile virtuosi. “Temiamo – hanno aggiunto i vertici Cna – che, con l’arrivo del nuovo anno, considerato il perdurare della situazione di crisi, le imprese potrebbero trovarsi costrette ad attivare iniziative non propriamente regolari. E ciò potrebbe anche determinare l’incremento del numero di lavoratori in nero. Servono risposte e siamo lieti della collaborazione fornitaci dalla Guardia di Finanza nel tentativo di avviare tutti assieme una strada nuova”.

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