IL Mediterraneo dei gentili riparte dal Sud

Una grande festa, ma anche un’occasione preziosa per riflettere sulle potenzialità del Sud Italia. Questo il senso della giornata di apertura de “Il Mediterraneo dei Gentili”, una tre giorni organizzata dalla Fondazione San Giovanni Battista, in collaborazione con la scuola Eno-gastronomica del Mediterraneo, la Diocesi di Ragusa, la Camera di Commercio e con il sostegno delle istituzioni locali.

Alla fine gli spazi dell’Auditorium della Camera di commercio sono risultati insufficienti per accogliere il pubblico intervenuto ad ascoltare le relazioni di Carmelo Arezzo, segretario della CCIAA e di Carlo Borgomeo, qui nella duplice veste di autore del libro “L’equivoco del Sud” e, soprattutto, presidente della “Fondazione con il Sud”. Realtà che ha finanziato il progetto che ha reso l’Antico Convento dei Cappuccini di Ragusa Ibla una scuola di alta cucina, un ristorante ed un albergo di grande pregio.

Ma i veri protagonisti dell’appuntamento di oggi sono stati i primi 24 diplomati dei corsi di cuoco professionista e direttore di sala, bar e sommelier della scuola “Nosco” diretta dallo chef Peppe Barone.

L’efficienza non si misura con la capacità di spesa ma con quella di saper uscire da una situazione di civiltà arretrata. Carlo Borgomeo

“I Gentili – spiega Tonino Solarino, presidente della Fondazione San Giovanni Battista – erano per gli ebrei gli stranieri che, comunque, devono essere intesi come figli di un unico Dio. Oggi si può parlare di sviluppo per il Sud se si assume la consapevolezza che qui è possibile realizzare un modello di crescita economico attinente alle peculiarità del territorio. Con la consegna dei diplomi ai primi iscritti alla scuola Nosco, concludiamo un percorso, ma al contempo, apriamo il progetto della scuola enogastronomica ad un futuro ricco di iniziative”.

 

“Non mi sono mai pentito – aggiunge il vescovo Paolo Urso – di avere condiviso con altre persone questa iniziativa che ci ha permesso di recuperare un antico convento, ormai in condizioni pessime, per restituire alla città un progetto che regala speranze possibili ai nostri giovani, e non solo a loro. Cercavamo una soluzione che potesse permetterci di rispettare l’idea di un convento come luogo di formazione continua e, al contempo, capace di contribuire alla crescita del luogo in cui questo convento si trova. Questo progetto riunisce saperi antichi con strumentazioni all’avanguardia. Ricchezza di esperienze ed entusiasmo sono le ricette per rendere Ragusa ancor più bella di quanto già non lo sia”.

 

A Carmelo Arezzo il compito di relazionare sulla “Ricchezza del sud”. Una ricchezza che, secondo Arezzo deve declinarsi secondo direttive ben precise. “Valorizzazione dei beni comuni, attenzione verso le fasce sociali deboli, sviluppo delle capacità di mediazione culturale, ricerca, valorizzazione del clima e dell’ambiente nel rispetto del paesaggio – spiega – sono alcune linee guida per puntare ad un turismo di qualità e all’apertura verso culture altre e per il mantenimento dei nostri migliori cervelli”.

“La bellezza e la cultura – avverte Carlo Borgomeo – non sono lussi da ricchi, ma, al contrario, sono elementi indispensabili per generare ricchezza”. Un capovolgimento di paradigma che deve essere attuato anche nel consueto modo di concepire il Sud. “E’ bello parlare di futuro – prosegue – alla presenza di tanti giovani che cercano di costruire una prospettiva di lavoro. La vera novità per il Meridione è che risolveremo molti dei nostri problemi quando finiremo di recitare la parte delle vittime ed assumeremo come paradigma l’idea di ripartire dalla nostre responsabilità. L’efficienza non si misura con la capacità di spesa ma con quella di uscire da una situazione di civiltà arretrata. Per questo ringrazio la Fondazione San Giovanni Battista che ha saputo tradurre il nostro finanziamento in una operazione che crea davvero sviluppo e lavoro partendo dalle risorse locali”.

 

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Autore

Giornalista professionista presso “La Sicilia”.



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