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Pubblicato il 29 Gennaio 2014 | di Redazione

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Affari tuoi: una delle trasmissioni più immorali del servizio pubblico

Ogni sera da più di dieci anni tra il telegiornale e la prima serata imperversa questo gioco dei pacchi alla conduzione del quale si sono avvicendati “li meglio” attori e presentatori.

Mi dispiace per Flavio Insinna, un attore di tutto rispetto, una persona di cultura, che in questa ultima edizione si è ridotto a fare il pagliaccio, cambiando occhiali e copricapi molto stravaganti. Mi dispiace per il pubblico costretto ad applaudire e ballonzolare a comando. Ma queste non sono le cose più gravi.

La cosa più grave è che in un momento di crisi, in cui famiglie di media e piccola borghesia si ritrovano in condizioni di povertà, in cui gli imprenditori debbono chiudere perché non riescono a pagare i dipendenti e le tasse, e qualcuno si suicida per questo, in cui la disoccupazione cresce continuamente e i giovani, se riescono a trovare un lavoro, è per una retribuzione misera, c’è gente che dinanzi a milioni di spettatori “sputa” (mi si passi la parola) su somme ragguardevoli , attratta dalla possibilità di prendere i famosi 500.000 euro.

E’ di qualche sera fa l’indegno spettacolo di una giovane donna a cui sono stati offerti 160.000 euro e li ha rifiutati, per ritrovarsi, ben le sta, con un premio di 12 euro!

Cara ragazza, non so per quali motivi ti sfugge il valore dei soldi.

Io, che ho insegnato per 36 anni nelle scuole medie superiori, ho avuto un trattamento di fine rapporto (cioè soldi che avevo versato nel corso degli anni!) di nemmeno 50.000 euro (e ancora non c’era la crisi). La mia pensione annua netta, e non è tra le più basse, arriva appena a 18.000 euro! (Ieri sera ho appreso dalla televisione che con questa cifra siamo quasi sulla soglia della povertà).

Io non sputerei su 160.000 euro anche perché, i miei genitori, che hanno vissuto i disagi del primo dopoguerra, della seconda guerra e del secondo dopoguerra, mi hanno insegnato con il loro esempio, quanto ci vuole, a forza di economie, per mettere da parte anche una modesta somma.

Oggi, purtroppo non si può fare neanche questo!
Ma non è giocando d’azzardo che si cambia la vita!

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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