Attualità

Pubblicato il 3 Febbraio 2014 | di Andrea G.G. Parasiliti

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Febbraio inizia con “L’ITALIA RIPARTE DAL SUD”

«Sembra di essere altrove. In Veneto o addirittura in una delle zone industriali brianzole. Sembra, si dice, perché da queste parti, nella zona industriale di Ragusa di simile al Nord vi sono i numerosi insediamenti industriali e le difficoltà che ormai non conoscono latitudini. Qui siamo nel profondo Sud operoso e attivo, che non si rassegna e scommette…»

Inizia così l’articolo di Nino Amadore, apparso su “Il sole 24 ore” del 2 febbraio, e dal titolo Dalla manifattura la spinta per il Sud.

Il giornalista si riferisce al convegno “L’Italia riparte dal Sud”, svoltosi il primo di febbraio a Ragusa, e organizzato dal Comitato Regionale Piccola Industria di Confindustria Sicilia in collaborazione con Confindustria.Tesi della piccola Industria della Sicilia

Si parte da Ragusa e dalla Sicilia per riaccendere i riflettori sul progetto “Confindustria per l’Italia: crescere si può, si deve”, presentato all’inizio dell’anno scorso dal Presidente Squinzi per cominciare a sciogliere i nodi che ormai da diversi lustri stanno caratterizzando l’arretramento del nostro Paese sul piano economico, sociale e civile.

Si riparte da un Mezzogiorno che rischia di essere tagliato fuori definitivamente da qualsiasi prospettiva di sviluppo se non si interverrà con approccio differente rispetto alle politiche del passato.

1) La costruzione di un capitale sociale, con una classe dirigente meridionale capace di guidare con una nuova visione le potenzialità enormi che il Mezzogiorno possiede; 2) la crescita di un sistema manifatturiero in grado di misurarsi sul mercato internazionale senza alcuna intermediazione parassitaria; 3) la valorizzazione dei giacimenti culturali e del turismo; devono costituire le fondamenta su cui impostare la politica di coesione e su cui concentrare le risorse comunitarie nel periodo 2014-2020 e i risultati attesi.

L’iniziativa ha riscontrato notevole successo: la presenza di tutta la classe dirigente della provincia (deputazione, vertici istituzionali e amministrativi, direzioni periferiche dello Stato, vertici delle Forze dell’Ordine, delle Categorie economiche, degli ordini professionali, dei sindacati e dei partiti politici), nonché di tanti cittadini, intellettuali e giovani, che hanno dimostrato una domanda latente ma fortissima di partecipazione e di corresponsabilità sulle sorti del nostro territorio.

La presenza inoltre dei vertici regionali e nazionali del sistema Confindustria ha confermato la credibilità della Confindustria Iblea

La presenza inoltre dei vertici regionali e nazionali del sistema Confindustria ha confermato la credibilità della Confindustria Iblea, la credibilità dei suoi rappresentanti regionali, primo fra tutti Giorgio Cappello (Leggi qui le “Tesi della Piccola Industria della Sicilia”), presidente regionale della Piccola Industria che, in uno straordinario spirito di squadra con i colleghi imprenditori di Ragusa, come Enzo Taverniti (Presidente Confindustria Ragusa), Antonella Leggio (Presidente Piccola Industria), Mario Molè (Presidente Giovani Imprenditori), Leonardo Licitra, Davide Guastella e altri, ha ottenuto un riconoscimento unanime dai Presidenti delle Piccole Industrie di tutte le regioni italiane e di tutte le province siciliane.

La presenza del Vice Presidente della Commissione Europea, Antonio Tajani, del Ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Maurizio Lupi, e del Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, hanno dato il senso della rilevanza strategica, politica e logistica dell’evento organizzato da Confindustria Ragusa, tanto poterlo denominare il “il patto di Ragusa”.

Il valore dei sistemi locali, delle PMI manifatturiere e del capitale sociale, fattori tipici del modello Ragusa, ai fini della ripartenza dell’Italia dal suo Mezzogiorno, hanno saputo radunare l’intera comunità ragusana, al di là di ogni distinzione di parte, con l’orgoglio di una recuperata volontà identitaria e  con l’impegno di una battaglia rinnovata per il bene della comunità.

 

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Autore

(Ragusa, 1988). Post-doctoral Fellow della University of Toronto si è laureato in Filologia Moderna all’Università Cattolica di Milano e ha conseguito il dottorato di ricerca all’Università degli Studi di Catania. Collaboratore del Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca della Cattolica di Milano (CRELEB) e, nel 2018, del PRISMES (Langues, Textes, Arts et Cultures du Monde anglophone) dell’Université Sorbonne Nouvelle – Paris 3, si occupa di Libri d’artista e Letteratura Futurista, Disability Studies e Food Studies. Fra le sue pubblicazioni: Dalla parte del lettore: Diceria dell’untore fra esegesi e ebook, Baglieri (Vittoria, 2012); La totalità della parola. Origini e prospettive culturali dell’editoria digitale, Baglieri (Vittoria, 2014); Io siamo già in troppi, libro d’artista di poesie plastiche plastificate galleggianti per il Global Warming, KreativaMente (Ragusa, 2020); Ultima notte in Derbylius, Babbomorto editore (Imola, 2020); All’ombra del vulcano. Il Futurismo in Sicilia e l’Etna di Marinetti, Olschki (Firenze, 2020). Curatore del volume Le Carte e le Pagine. Fonti per lo studio dell’editoria novecentesca, Unicopli (Milano 2017), ha tradotto per il CRELEB le Nuove osservazioni sull’attività scrittoria nel Vicino Oriente antico di Scott B. Noegel (Milano, 2014). Ha pubblicato un racconto dal titolo Odisseo, all’interno della silloge su letteratura e disabilità La mia storia ti appartiene, Edizioni progetto cultura (Roma 2014). Come giornalista pubblicista, ha scritto per il «Corriere canadese» (Toronto), «El boletin. Club giuliano dalmato» (Toronto), «Civiltà delle macchine» (Roma), l’«Intellettuale Dissidente» (Roma), «Torquemada» (Milano), «Emergenze» (Perugia), «Operaincerta» (Modica), e «Insieme» (Ragusa) dal gennaio del 2010.



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