Vita Cristiana

Pubblicato il 5 Febbraio 2014 | di Redazione

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Papa Francesco ha firmato la beatificazione di Maria Cristina di Savoia

Grande gioia nei Convegni di Ragusa e Comiso ispirati alla Reginella Santa,  per la beatificazione di Maria Cristina di Savoia, lo scorso 25 gennaio a Napoli, alla Basilica di Santa Chiara, alla presenza dei cardinali Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli,  Renato Raffaele Martino, Gran Priore dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio,  e Angelo Amato,  prefetto della Congregazione per le cause dei santi.

I Convegni, nella fedeltà ed obbedienza alla Chiesa Cattolica, promuovono la formazione cristiana religiosa, morale, sociale delle aderenti, la testimonianza cristiana e l’attività apostolica nella vita sociale e si ispirano, alla figura di Maria Cristina di Savoia, Regina delle Due Sicilie,  scomparsa in odore di santità, immaturamente a 24 anni.

Era figlia secondogenita di Vittorio Emanuele I di Savoia (1759-1824), re di Sardegna tra il 1802 e il 1821,  e di Maria Teresa d’Asburgo-Este (1773-1832). Quindi pronipote per linea materna di Maria Teresa d’Austria e per linea paterna di Filippo V di Spagna.Il re di Napoli,  Francesco I di Borbone, l’aveva presa in considerazione come possibile sposa per il proprio figlio Ferdinando, futuro re Ferdinando II, insieme ad altre candidature. Sembra che già dal 1817 si fosse pensato a un’unione, quando Ferdinando aveva appena sette anni e lei cinque. Ferdinando si affezionò all’idea delle nozze, ancor prima di salire sul trono nel 1830; ma vi erano perplessità da parte della madre di lei,  per le notizie poco rassicuranti sulla salute del principe napoletano, che soffriva di attacchi di epilessia. Ferdinando poteva però contare sull’appoggio di Carlo Alberto, a sua volta re di Sardegna dal 1831. Alla fine, dopo tante trattative diplomatiche, ma soprattutto dopo la morte della madre, Maria Cristina, pressata da Carlo Alberto e dal confessore della defunta genitrice, padre Terzi,  vinse gli scrupoli religiosi per il matrimonio e accettò. Aveva detto più volte di preferire alle gioie e alle pompe del mondo il ritiro nel chiostro e la pace del cuore, specie dopo la morte della madre. Finalmente, il 21 novembre 1832, avvenne a Genova il rito religioso. Le cronache del tempo narrano che per tutta la cerimonia la bella e soave Maria Cristina tenne un contegno perfetto a tal punto da meritare l’elogio che il giovane conte Camillo Benso di Cavour le dedicò in una lettera. Contrariamente a quanto in seguito si disse, soprattutto quando montò la propaganda risorgimentale contro i Borboni, l’unione fu felice. Certo, il carattere dei due era diverso: timida e riservata lei, esuberante e vitale lui, ma in un certo senso si completavano a vicenda. Grazie alla sua influenza, il re incrementò il suo impegno per le opere di carità verso i più sfortunati.  Da parte sua la regina, con la sua grazia e con la sua generosità, aveva completamente conquistato il popolo di Napoli, facendone, in seguito, un convinto assertore della sua santità. 
La Reginella Santa, come ormai la chiamavano, aveva un’attenzione particolare per gli ultimi, soccorreva con prodigalità i poveri, intercedeva misericordiosamente quando si trattava di salvare un condannato a morte. Finché ella visse tutti i condannati a morte furono aggraziati, come scrive Luigi Settembrini nelle Ricordanze della mia vita. Lei stessa sarebbe andata a curare gli ammalati negli ospedali di Napoli se il re non glielo avesse espressamente impedito. Agli atti del processo di beatificazione , dopo attento studio della documentazione, è risultato che la regina aveva devoluto in beneficienza l’ingente somma di novantasettemiladuecento ducati, una cifra molto vicina ai cinque-centomila euro odierni. La sovrana, mostrando uno spirito imprenditoriale davvero eccezionale per l’epoca, riattivò gli stabilimenti di San Leucio per la produzione della seta, ammodernando e ampliando le fabbriche. L’operazione ebbe un enorme successo e diede lavoro a tante famiglie. La regina personalmente curò la distribuzione e la vendita del prodotto che ben presto in tutta Europa fece concorrenza alla sete di Lione, fino soppiantarle. Dopo tre anni di matrimonio, la mancanza di un figlio faceva soffrire Maria Cristina, che pregava senza posa per ottenere questa particolare grazia. Finalmente nel 1835, avvertì il sorgere della gravidanza. Passò gli ultimi mesi nella reggia di Portici,  che erano, allora, i dintorni più tranquilli di Napoli. L’erede al trono, Francesco II, futuro ultimo re delle Due Sicilie, nacque il 16 gennaio 1836, ma il 31 dello stesso mese Maria Cristina, in piena comunione con Dio, spirò per complicazioni dovute al parto. I solenni funerali furono celebrati l’8 febbraio e il suo corpo fu tumulato nella basilica napoletana di Santa Chiara. Il dolore del re per la morte della sposa fu vivissimo e fu lui stesso a iniziare il processo di beatificazione della moglie. La fama della  pietas di Maria Cristina si consolidò nei decenni successivi: nota era, fra l’altro, la sua devozione alla Vergine Maria. E’ stato istituito un processo canonico e tra documenti vaticani raccolti per la circostanza risultano dei miracoli. Nel 1937 papa Pio XI ne dichiarò l’eroico esercizio delle virtù cristiane, autorizzandone il culto come “venerabile”.

Nel pomeriggio di giovedì 2 maggio 2013, Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto riguardante un miracolo attribuito all’intercessione della Venerabile Serva di Dio Maria Cristina di Savoia. A fine gennaio la solenne beatificazione, partecipata da oltre duemila fedeli, presso la Basilica di Santa Chiara a Napoli, dove in una cappella laterale riposano le spoglie mortali della Reginella Santa. Diverse socie dei Convegni di Ragusa e Comiso hanno partecipato al rito,  presente anche mons. Salvatore Puglisi, assistente ecclesiastico di Ragusa.

I Convegni di Ragusa e Comiso hanno inoltre organizzato per venerdì 14 febbraio alla Sala Avis una conferenza di Luciano Regolo, biografo ufficiale di Maria Cristina di Savoia, e in Cattedrale una messa solenne officiata da monsignor Paolo Urso, Vescovo di Ragusa, per il trigesimo della beatificazione, martedì 25 febbraio.

Rosaria Greco

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