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Pubblicato il 6 Febbraio 2014 | di Maria Teresa Gallo

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L’erosione alla foce dell’Ippari inghiotte il litorale di Scoglitti

Alla riviera Camarina più passano i mesi e più il fiume Ippari, dopo aver deviato il suo sbocco naturale, rosica tratti di spiaggia ed ormai si estende fino all’altezza dello stabilimento balneare “La duna del re”. A guardare da lontano sembra quasi uno spettacolo suggestivo, peccato che si tratta di acque maleodoranti dove si riversano gli scarichi fognari (depurati?) di Comiso e Vittoria e che impediscono la balneazione nel tratto di mare circostante. Il problema si trascina da quando, circa quattro anni fa, a causa dell’erosione della costa, il promontorio di Cammarana franò e i detriti andarono a finire sul fiume ostruendone il decorso. Il primo e unico tentativo di intervento risale a quando era assessore provinciale al territorio e ambiente Salvo Mallia e assessore comunale ai lavori pubblici Salvatore Avola. L’intenzione era quella di dragare il fondale, così da riportare il fiume nel suo alveo naturale, ma la Soprintendenza bloccò ogni cosa trattandosi di zona archeologica.

Da allora, come sempre succede, nessuno si è più preoccupato di porvi rimedio anche perché nel frattempo la Provincia è retta dal commissario straordinario, mentre la Soprintendenza non risulta che sia pronta ad intervenire. Chi frequenta la zona invece non può fare a meno di notare lo scempio che si sta consumando perché va bene tutelare l’area archeologica, ma salvaguardare l’ambiente non è secondario.

Esattamente come è stato rimosso il problema del ponticello che sovrasta il fiume nonostante le esondazioni, quasi sicuramente causate dalla deviazione, si vanno facendo più frequenti causandone di volta in volta la chiusura al traffico veicolare. Tutto questo perché “non può essere innalzato” e anzi si parla da decenni di abbatterlo.

Purtroppo non è solo il litorale di Camarina ad essere stato compromesso dai lavori che nel corso dei decenni sono stati eseguiti nel porto rifugio per metterlo in sicurezza, ma anche la riviera Lanterna e in particolare il tratto dove la scorsa primavera si sono avuti cedimenti del manto stradale che ancora oggi inibiscono la circolazione automobilistica. In questo caso, però, esiste già un finanziamento di circa settanta mila euro concesso dalla Regione alla Protezione civile, ma chissà perché si continua a perdere tempo. Ancora più assordante è il silenzio per quanto riguarda la messa in sicurezza del litorale che va orientativamente da Punta nera a Costa Fenicia e che grazie al posizionamento di barriere dovrebbe risolvere a monte il problema dell’erosione. I fondi, circa un milione e settecento mila euro, sono nella disponibilità del Comune dal 2011, ma lo studio privato incaricato di redigere il progetto esecutivo continua a chiedere proroghe su proroghe che puntualmente le vengono concesse. Insomma dal fiume Ippari a Baia Dorica, ossia l’intera litoranea, dovrebbe essere tutto un grande cantiere teso a salvaguardare la costa soprattutto se si considera che l’economia della frazione ormai è fortemente vincolata alla stagione balneare.

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La foce del fiume Ippari a Scoglitti

 

 

 

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Autore

Docente di italiano e storia e giornalista pubblicista, amante dello sport.



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