Pubblicato il 9 Febbraio 2014 | di Andrea G.G. Parasiliti
0Padre Biagio Aprile ci spiega la “Cattedra di dialogo tra le Culture”
1) Come possiamo spiegare brevemente il senso della Cattedra di Dialogo tra le Culture?
La Cattedra è un’istituzione accademica nata da un’iniziativa congiunta tra la Diocesi di Ragusa, la Pontificia Facoltà “S. Bonaventura” di Roma e la Provincia Religiosa di Sicilia dei Frati Minori Conventuali. Suo obiettivo è quello di approfondire in chiave interdisciplinare i presupposti per un incontro tra i popoli e per un dialogo aperto e costruttivo tra le culture. Accanto a questo iniziale proposito, si sono poi implementati gli ambiti di ricerca, studio e confronto sul tema educativo, quello antropologico nel contesto post-moderno e globale, temi declinati nelle diverse discipline mediche, giuridiche, architettoniche, economiche, artistiche. Data la massiccia presenza di popolazione immigrata da altri Paesi, non si poteva non pensare ad un polo culturale e scientifico capace di ampliare le conoscenze sull’uomo attraverso il contributo delle diverse culture, e di offrire al territorio un sapere quanto mai necessario per affrontare problematiche a complessità crescente. Ogni ambito professionale, ogni settore disciplinare avverte infatti la necessità di un aggiornamento riguardo la prospettiva di un nuovo umanesimo sempre più unitario e orizzonti morali e trascendenti ben fondati a cui guardare per proporre possibili soluzioni. La Chiesa, secondo quanto insegnato dal Concilio Vaticano II, deve mettersi in ascolto di questi “segni” della storia e mettersi a fianco degli uomini, per costruire ponti di pace, sviluppo e autentico progresso prima di tutto nei valori morali e spirituali condivisi. La Cattedra, in fondo, vorrebbe rispondere proprio a questo invito rivolto dallo spirito conciliare alla chiesa e al mondo intero.
2) A fine gennaio vi è stato un incontro con il professor Agostino Cilardo, sui diritti dei musulmani in Italia. Qual è stato il senso di quest’evento?
Il motivo per cui si è pensato di inserire un docente esperto in materia di diritti dei musulmani in Italia è stato dettato dall’aver registrato una grave carenza di informazioni a riguardo. Gli avvocati, e quanti operano in ambito giuridico, sentono forte il bisogno di poter ricevere informazioni di prima mano per fronteggiare i casi crescenti in cui il fattore culturale diviene problema sia in ambito civile che in ambito penale. In particolare, poco noti risultano essere i tentativi di accordo dello Stato italiano con i cittadini musulmani ricadenti nei suoi confini e ancor più le cause del loro fallimento. Così come non si hanno spesso le idee chiare sull’incidenza del diritto islamico sugli ordinamenti internazionali di chiara matrice occidentale. Scoprire come evolvono le leggi a riguardo, acquisendo alcuni dati delle culture che oramai abitano nel seno dell’Occidente, è materia molto stimolante non solo per i professionisti addetti, ma anche per quanti hanno a cuore il dialogo e l’incontro tra le culture.
3) Gli incontri dell’anno 2013-2014, con tema “Alterità, Responsabilità, Solidarietà” e conclusi… Che senso e che impatto ha avuto?
Ogni anno la Cattedra disegna dei percorsi a partire da un tema che nella fattispecie ha toccato gli ambiti della conoscenza dell’alterità, della dimensione relazionale e responsabile dell’essere umano e, last but not least, della carità. In particolare, il corso ha inteso: 1) formare ad una coscienza “intra-culturale” capace di allargare i propri orizzonti culturali interagendo attivamente con le culture “straniere”; 2) offrire conoscenze antropologiche trasversali, capaci di intercettare le domande fondamentali dell’essere umano, a qualunque cultura egli appartenga; 3) sviluppare modelli didattici capaci di promuovere nuove forme di apprendimento (metodo interattivo e dell’apprendimento in situazione), con utilizzo delle arti e dei media; 4) curare l’ambito dell’inserimento degli studenti stranieri nelle scuole, approfondendo le nuove indicazioni del Ministero dell’Istruzione in merito; 5) offrire ai professionisti dell’Ordine Forense occasioni di confronto e di crescita sui temi inerenti alla rilevanza civile e penale del fattore culturale.
L’impatto è stato molto positivo, perché i temi sono molto sentiti in fasce sempre più diffuse della popolazione e gli utenti dei corsi hanno mostrato molto apprezzamento e dichiarato di aver ricevuto diversi stimoli per i propri percorsi di lavoro e di vita. Sono stati molto apprezzati i laboratori, i quali hanno permesso un’interazione fondamentale per acquisire più in profondità i contenuti affrontati nella pur interessante parte teorica della lezione. Ancora una volta abbiamo avuto conferma della bontà della metodologia utilizzata, appunto – come dicevamo – l’approccio interdisciplinare, fino a toccare gli ambiti della comunicazione e dei nuovi media.
4) Che evoluzioni ci saranno all’interno di questo progetto formativo? Quali novità in cantiere?
La Cattedra, da quest’anno, è stata istituzionalizzata dai tre enti partner di cui dicevamo all’inizio. Ciò dovrebbe garantirle una maggiore continuità in futuro, nonché un maggior radicamento nel territorio, sia dal punto di vista civile che religioso. In particolare, saranno coinvolte categorie più ampie di utenti, che spazieranno dagli operatori pastorali agli insegnanti, dai medici agli avvocati, dagli ingegneri agli architetti, categorie di professionisti con le quali sono già in corso delle trattative per programmare iniziative “trasversali” che appunto tocchino sia i temi a carattere teologico, che antropologico e tecnico, secondo lo specifico di ogni categoria. La novità più prossima dovrebbe essere quella di un workshop internazionale organizzato con l’Ordine degli Architetti per il mese di giugno, sulla riqualificazione urbana a partire da una mutata concezione dello spazio e del tempo in una prospettiva di incontro con l’altro e con l’Altro.