Pubblicato il 25 Febbraio 2014 | di Redazione
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L’opinione del territorio
La politica italiana, le elezioni di maggio, l’eutanasia ai minori in Belgio, il Concistoro per la creazione di nuovi cardinali, la cronaca e la vita delle diocesi: gli editoriali delle testate cattoliche
La politica italiana, il cammino verso le elezioni di maggio, l’eutanasia ai minori in Belgio, i nuovi cardinali, la cronaca e la vita delle diocesi… Sono alcuni degli argomenti di cui parlano gli editoriali dei giornali aderenti alla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) in uscita in questi giorni. Ne proponiamo una rassegna tra quelli giunti in redazione.
La politica italiana. “Renzi al via”; “Si riparte. Speriamo bene!”; “Non c’è più tempo…”; “Cambio di governo. Cambio di passo?”; “Governo delle attese, non dei miracoli”… Sono alcuni titoli che ben sintetizzano il momento attuale della politica italiana, alla vigilia della probabile nascita del governo Renzi. “I prossimi giorni – scrive Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona) – saranno decisivi per il premier incaricato. È importante che faccia le sue scelte con prudenza, governando pazientemente la sua fretta, perché non succeda che gli venga attribuito l’antico detto popolare secondo cui ‘la gatta frettolosa ha fatto i gattini ciechi’”. Ormai, aggiunge Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), “è in dirittura d’arrivo il governo del nostro più giovane presidente del Consiglio! Riforme, costo della politica, spesa pubblica, fisco, occupazione, giustizia: sono i temi ritriti che attendono soluzione”. Per Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), “il pericolo più grave che corre Renzi è di ritrovarsi caricato di tante e tali aspettative oggettivamente impossibili da soddisfare”. Intanto, osserva Adriano Bianchi, direttore della Voce del Popolo (Brescia), “agli italiani conviene sperare che il governo secondo Matteo, oltre a nascere, non deluda subito”. Riflessione condivisa da Luigi Sparapano, direttore di Luce e Vita (Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi): “Se l’equilibrio tra idealismo e pragmatismo di chi, da sindaco, vive il contatto immediato con le persone e il territorio, può finalmente dare un’accelerazione alla ripresa del Paese, allora si faccia presto, perché non c’è più tempo”. Paolo Lomellini, editorialista della Cittadella (Mantova), sintetizza le attese di “cittadini” e “padri di famiglia”: “Il coraggio al nuovo leader non manca. Se poi saprà aggiungervi un pizzico di modestia e di sano realismo senza cedere all’autoreferenzialità, allora le sue possibilità di successo cresceranno ancora”. Il nuovo governo, nota Bruno Cappato, direttore della Settimana (Adria-Rovigo), “avrà immediatamente a cuore – a detta dell’incaricato – le grandi riforme che il Paese attende e ancor più temi spinosi e d’importanza vitale come il lavoro, l’economia e la famiglia. Tutto questo ci preoccupa e alimenta speranze forti perché ci si augura che il nuovo che viene abbia la forza di dare una svolta decisiva alla politica”. In tanti, scrive Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), si chiedono se “Renzi ce la farà” e se “avrà il coraggio di riformare senza badare ai sondaggi”. Certo è che “per ora gode di un credito esteso”: “Lo sfrutti per creare un consenso e un orgoglio nazionale”. L’Italia, ricorda Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), “è un Paese che va ascoltato. Non va illuso. Sarebbe un errore imperdonabile”. Anche perché, ribadisce Giampiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto), “di prezzi pesanti ne abbiamo pagati abbastanza a causa di politici inetti o troppo preoccupati dei propri interessi e non di quelli del popolo”. In sintesi, dice Pino Malandrino, direttore della Vita Diocesana (Noto), “si chiede a Renzi di non fare correre all’Italia un’altra avventura dalla quale, oltre a lui, potrebbe rimanere rottamato il Paese intero. Questo non glielo perdonerebbe nessuno!”. Dunque, rimarca Bonifacio Mariani, direttore del Nuovo Amico del Popolo (Chieti-Vasto), “non rimane che auspicare una nuova mentalità, una presa di coscienza, da parte degli attuali protagonisti della vita pubblica, perché sappiano cominciare a trasformare in realtà quest’aspettativa universale di buon governo”. Secondo Cammino (Siracusa), “la classe politica italiana, da troppo tempo ormai, non sa più esprimere personalità di livello. Il che però porta a chiedersi se non sia vero che ciascun popolo ha i politici che merita…”. Marco Zeni, direttore di Vita Trentina (Trento), cita il detto latino “cave canem” (“attenti al cane”): “Vale per Renzi fortemente esposto ai tentacoli del potere. Vale per ciascuno di noi. Non è casuale il richiamo in un momento di grande turbamento collettivo per i troppi scandali a tutti i livelli, per una crisi sì economica, ma che si dimostra ogni giorno di più una crisi di valori. La gente spera!”.
Le elezioni di maggio. Dalla politica nazionale a quella europea e locale, mentre iniziano a “scaldarsi i motori” in vista del voto del prossimo maggio. Sulle elezioni europee interviene Guglielmo Frezza, direttore della Difesa del Popolo (Padova): “Il governo Letta aveva presentato il prossimo semestre italiano di presidenza europea come l’occasione per ripensare le politiche economiche e sull’immigrazione, cercando di dare risposte concrete al malessere sociale. È una sfida che deve riguardare tutti coloro che, pur da diverse posizioni politiche, hanno però a cuore un progetto che ha cercato di fare dell’Europa uno spazio di pace, benessere, diritti, sicurezza dopo due devastanti guerre mondiali. Cerchiamo di arrivare al voto con la consapevolezza dei valori che sono in gioco. ‘Questa volta è diverso’, non è solo uno slogan. Rischia di essere una minaccia”. Lo Scudo (mensile della diocesi di Brindisi-Ostuni), in vista delle amministrative, pubblica una lettera aperta ai candidati, indicando alcune parole-chiave – “povertà, giovani e lavoro, ambiente, disabilità, aggregazione, turismo, accoglienza, cultura” – che suonano come motivo d’impegno per gli “amministratori che verranno eletti”. Anche a Pavia, evidenzia Alessandro Repossi, direttore del Ticino (settimanale diocesano), “siamo alle prese con una crescente disoccupazione che colpisce soprattutto i giovani e non risparmia nessun settore produttivo (sono allarmanti i dati sul commercio). Per questo, pensando alla campagna elettorale per le comunali, sarebbe opportuno far prevalere un dibattito su temi concreti: è inutile continuare a proporre fumose strategie politiche che la gente, presa da ben altri problemi, capirà sempre di meno”. Ezio Bernardi, direttore della Guida (Cuneo) riprende “verità” e “nonviolenza”, “le due parole che spiegano Gandhi e il suo agire teso sempre e soltanto a costruire pace, nella vita privata come in quella sociale e politica”, di fronte alle “immagini della sanguinosa repressione in atto in questi giorni in Ucraina”, come pure per “uno dei tanti scambi d’insulti, violenze verbali e non solo che propone la politica di casa nostra”.
Eutanasia ai minori in Belgio. La legalizzazione dell’eutanasia ai minori in Belgio ha destato “molto stupore e sconcerto” tra le testate diocesane. Il testo, riportano i giornali, stabilisce che “il paziente debba essere consapevole della sua decisione e comprendere il significato dell’eutanasia, che la richiesta debba essere approvata dai genitori del bambino, che la sua malattia debba essere terminale, nonché molto dolorosa e senza possibilità di essere alleviata da trattamenti o medicinali”. L’approvazione di questa legge, commenta Luciano Sedioli, direttore del Momento (Forlì-Bertinoro), è “il frutto di una deriva umana, mascherata da compassione”. Dello stesso parere è Pio Basilico, editorialista dell’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri): “La dolce morte autorizzata per legge costituisce il pericoloso precedente di una deriva nichilista che sta portando la vita a essere valutata in termini utilitaristici, a essere mercificata dalle arroganze da parte di quanti la subordinano a qualsiasi interesse. (…) Basta una norma che tutto diviene morale. Ma quali e quanti sarebbero gli effetti perversi inintenzionali di certe scelte? Nessuno la sa. Questo è relativismo etico”.
I nuovi cardinali. Al centro degli editoriali anche alcune riflessioni sui 19 nuovi cardinali, che verranno creati durante il Concistoro ordinario pubblico del 22 febbraio. Cinque gli italiani: i curiali Pietro Parolin, Lorenzo Baldisseri, Beniamino Stella, l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, Gualtiero Bassetti, e l’arcivescovo emerito Loris Francesco Capovilla. Il Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio) prende spunto dai nuovi cardinali per una riflessione sul “perché amo la Chiesa”. “L’amore per la Chiesa – si legge nel testo -, che afferma che ‘le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore’ (Gaudium et spes), trova fondamento nella sua vocazione a promuovere l’uomo, mentre annuncia a tutti gli uomini il Vangelo di Gesù”. Elio Bromuri, direttore della Voce (Umbria), porge, invece, gli auguri a monsignor Bassetti. La sua nomina a cardinale, scrive Bromuri, “ci spinge a gettare lo sguardo al di là dei nostri confini territoriali ed ecclesiastici. È un processo di allargamento e apertura verso temi e orizzonti vasti quanto è vasto il mondo. (…) Il vescovo di una realtà piccola come Perugia è chiamato a concorrere in prima persona a dire parole decisive e fare scelte importanti per la Chiesa universale, con influssi non indifferenti per la vita degli uomini e delle donne del nostro tempo. Tutto ciò rimanendo nella sede ‘periferica’ rispetto ai grandi centri di potere finanziario, economico e politico. Ci auguriamo che la porpora di Bassetti possa portare una coloritura più vivace alla verde Umbria”.
Cronaca. Sui giornali diocesani spazio ai principali fatti di cronaca locale. Come l’azienda Askoll di Castell’Alfero, per la quale, riferisce la Gazzetta d’Asti, sembra prospettarsi la “chiusura dello stabilimento astigiano”. Giorgio Bardaglio, direttore del Cittadino (Monza e Brianza), parla di “artigiani e commercianti che hanno manifestato numerosi in piazza del Popolo”, a Roma, protesta che “non accadeva da ventuno anni”. “L’implementazione tecnologica sta sempre più sostituendo il lavoro umano, del quale in alcuni casi non c’è più necessità”, osserva Emmaus (Macerata-Tolentino-Recanati-Cingioli-Treia). Mentre il Nuovo Diario Messaggero (Imola) pone l’attenzione sull’assemblea di Confcooperative del circondario imolese, che “si colloca all’interno del percorso di collaborazione operativa tra le centrali cooperative rappresentato da Alleanza delle cooperative italiane”. Ma dall’Italia si parte ancora oggi in cerca di lavoro. “Ci sono tanti riminesi fra i 19.007 italiani che tra il 2012 e il 2013 hanno scelto l’Australia non per turismo, ma come nuova occasione di vita, un ipotetico nuovo Eldorado”, riporta il Ponte (Rimini), raccontando le storie di due di loro. Sull’istituzione del registro per le Dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat), deliberata dalla giunta comunale di Trieste, si concentra l’editoriale di Stefano Fontana, direttore di Vita Nuova (Trieste), per il quale “è perfettamente inutile, perché manca il contesto legislativo in cui inserirlo”, e quindi pare che la giunta si butti “su queste questioni inutili per distogliere l’attenzione da quelle veramente utili e che non riesce a risolvere”. La Vita Cattolica (Udine) argomenta, invece, sul calo dei matrimoni, “33% in soli 16 anni” a Udine. La Valsusa (Susa) si concentra sul “progetto di ristrutturazione e recupero” del Teatro Civico, mentre il Biellese (Biella) riporta la notizia che “i lavori per la trasformazione dell’ex Rsa di Bioglio in una struttura psichiatrica per detenuti possono iniziare”, dal momento che “il ministero della Salute ha stanziato poco meno di 6 milioni di euro per la riconversione dell’edificio”. Alla targa, “dimenticata sul selciato nel mezzo di una siepe”, che indica la strada in memoria di don Giovanni Festa, “sacerdote particolarmente attaccato alle radici storiche della città”, dedica l’attenzione il Ponte (Avellino): “Una città che non sa conservare la propria memoria storica – lamenta – non è destinata ad avere futuro”. Paolo Fusco, giornalista di Gente Veneta (Venezia), parla dell’acquisto, per i nidi e le scuole dell’infanzia comunali di Venezia, di “libretti di favole che insegnano ai bambini la normalità di alcuni comportamenti sessuali”. “L’ora di religione cattolica – commenta – non si può imporre: le famiglie possono scegliere se i loro figli se ne debbano avvalere o meno. L’ora di morale gender, invece, va ascoltata in religioso silenzio”. Walter Lamberti, direttore della Fedeltà (Fossano), presenta sul settimanale “Mezz’ora di bellezza”, iniziativa per la quale ci si ritrova in un’antica chiesa “per ascoltare e riflettere su una poesia. L’ascolto di una canzone per entrare nel vivo dell’incontro, la lettura, una riflessione”.
Attualità ecclesiale. Non manca, infine, l’attualità ecclesiale. Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia), argomenta sull’“ennesimo richiamo di Papa Francesco alla missionarietà della Chiesa”: “Erede del pensiero del Concilio Vaticano II e dell’insegnamento dei Papi post-conciliari, il Papa venuto da lontano continua a ricordare con grande forza e singolare incisività alla comunità cristiana che essa deve uscire dai propri recinti e andare incontro alla gente, dove essa si trova, fino alle periferie più remote delle città, dei paesi e dell’esistenza”. Marco Caramagna, direttore della Voce Alessandrina (Alessandria), riporta alcuni passaggi della prefazione di Papa Francesco al libro “Povera per i poveri. La missione della Chiesa” (Lev), firmato dal prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, Gerhard Ludwig Muller. Vincenzo Finocchio, direttore dell’Appennino Camerte (Camerino-San Severino Marche), propone una riflessione sul perdono, corredata dai risultati di una ricerca neuroscientifica dell’Università di Pisa che “ne conferma il risvolto benefico”. Il Cittadino (Genova) offre una sintesi della relazione con cui monsignor Paolo Rigon, vicario giudiziale, ha aperto l’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico ligure. “A fronte delle migliaia di separazioni coniugali che ogni anno avvengono in Liguria – si legge nell’articolo – le cause di nullità del matrimonio affrontate dal Tribunale sono come una goccia nel mare: nel 2013 sono state introdotte 114 nuove cause, ovvero 16 in meno rispetto al 2012”. Dal Corriere Eusebiano (Vercelli), infine, gli “auguri affettuosi” all’arcivescovo Enrico Masseroni per i suoi 75 anni.
Vincenzo Corrado