Pubblicato il 28 Febbraio 2014 | di Mario Cascone
0Comportamenti offensivi e linguaggi volgari, benvenuti in Parlamento
Quello che è accaduto in questi giorni alla Camera dei deputati ripropone un triste spettacolo di mediocrità dell’attuale classe politica, la quale, oltre che “brillare” per la corruzione di tanti suoi membri (87 parlamentari regionali su 90 sono inquisiti in Sicilia), ultimamente si segnala anche per linguaggi e comportamenti volgari, che, manco a dirlo, fanno riferimento esplicito alla sfera sessuale ed offendono in particolare le donne impegnate in Parlamento.
Il bello (o il brutto) è che coloro i quali si dichiarano indignati perché, a loro dire, si è messo il bavaglio alla democrazia, impedendo all’opposizione di fare ostruzionismo, sono poi i primi ad aggredire le istituzioni democratiche, arrivando perfino ad impedire al capogruppo alla Camera del Pd di rilasciare un’intervista nella sala stampa di Montecitorio e ad inveire in modo scurrile contro la Presidente della Camera, proferendo anche contro di lei esplicite minacce.
In ogni caso, anche senza entrare nel merito delle questioni che hanno condotto ad un simile comportamento, rimane il fatto che da più parti si è giunti a trivialità da osteria, che ovviamente offendono la dignità del luogo in cui sono state proferite. Anche questo rivela la bassissima qualità etica di molti nostri parlamentari, oltre che la loro palese incompetenza.
Se ci sarà data la possibilità di scegliere le persone da mandare in Parlamento bisognerà tenere conto di questo dato… Ecco perché sarebbe utile, a mio avviso, ripristinare il voto di preferenza, eliminando le liste “blindate” che di fatto consentono ai partiti di “nominare” i parlamentari. L’elettore deve essere messo in condizione di scegliere sia il partito che la persona, ben sapendo che le istituzioni e le strutture sono fatte dalle persone e non esistono in se stesse senza un esplicito collegamento con i soggetti. Alla politica servono non solo riforme strutturali, ma anche rinnovamenti e ricambi delle persone. Se si cambiano solo “le regole del gioco” e non si ha il coraggio di cambiare le persone, le riforme lasciano il tempo che trovano.