Pubblicato il 10 Marzo 2014 | di Redazione

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L’opinione del territorio

La politica italiana, la crisi in Ucraina, il primo anno di Pontificato di Francesco, la Quaresima, la Giornata della donna: gli editoriali delle testate cattoliche
La politica italiana, la crisi in Ucraina, il primo anno di Pontificato di Francesco, la Quaresima, la Giornata della donna, la cronaca, l’attualità ecclesiale… Sono alcuni degli argomenti di cui parlano gli editoriali dei giornali aderenti alla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) in uscita in questi giorni. Ne proponiamo una rassegna tra quelli giunti in redazione.

La politica italiana. “Renzi e il nuovo”; “Dalle parole ai fatti”; “La fiducia a… ricreazione finita”; “Tra timori e speranze”… Sono alcuni titoli dedicati al governo Renzi. “Per riemergere in fretta – osserva Luciano Sedioli, direttore del Momento (Forlì-Bertinoro) – sarebbe necessaria una classe politica con a cuore il problema degli altri ma non c’è, una solidarietà sociale capace di spezzare egoismi e avarizie ma anche questa sta allentando i fili. Non possiamo chiedere miracoli all’ex sindaco di Firenze ma solo di cominciare a seminare il ‘nuovo’”. Il tempo stringe, fa notare Pierluigi Sini, direttore della Voce del Logudoro (Ozieri), come dimostrano i dati della disoccupazione in salita a gennaio al 12,9%. Di qui l’appello al governo Renzi:“Si faccia presto e dalle parole si passi ai fatti!”. Anche Amanzio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio), evidenzia la necessità di adottare provvedimenti rapidi ed efficaci: “Se per il premier Renzi la… ricreazione è finita, nel senso che è scoccato l’ultimo tempo per affrontare e risolvere il groviglio di problemi che assillano l’Italia e soprattutto gli italiani, resta da verificare sia la rapidità degli interventi, sia la loro bontà ai fini della praticabilità”. Tra gli impegni del governo, che posto avrà la scuola? “Sarà un ennesimo fuoco di paglia l’annunciata priorità della scuola nell’agenda del nuovo governo?”, si chiede su Toscana Oggi (settimanale regionale) l’editorialista Franco Vaccari. “I timori che anche Renzi faccia fallimento sono reali. Ma a nessuno è consentito di spegnere la speranza per una felice riuscita dell’impresa, nell’esclusivo interesse di tutti i cittadini”, ammette Pino Malandrino, direttore della Vita Diocesana (Noto). Purtroppo, rilancia Salvatore Coccia, direttore dell’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri), “la sfiducia nelle istituzioni non accenna a diminuire”. Intanto, c’è il rischio che l’Italia affondi, come denuncia la Voce dei Berici (Vicenza), rilanciando un articolo del Sir: “Il federalismo all’italiana ha portato a questo: mentre lo Stato si è messo in dieta ferrea (peraltro non riuscendo o volendo perdere nemmeno un chilo), in periferia si fa e si agisce come nulla fosse, come se alla fine a pagare fosse sempre Pantalone. Ma il Carnevale è finito, lo si capisca o no”.

La situazione in Ucraina. Non manca nei settimanali un’attenzione particolare all’Ucraina. “La crisi in Ucraina con la destituzione da parte del Parlamento di Kiev del presidente filorusso Viktor Yanukovich e la sua fuga in Russia è una brutta e complicata faccenda che sta mettendo alla prova l’Europa”, sostiene Lucio Bonomo, direttore della Vita del Popolo (Treviso). Secondo Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), “Putin ha cambiato il ‘pelo’ del comunismo in quello di una ‘formale’ democrazia”, ma “tolto il pelo, è rimasto il vizio: quello delle occupazioni armate, del nazionalismo, dell’autoritarismo, del mancato rispetto dei popoli”. Il problema è che “di fronte al nuovo zar russo, resta anche il vizio dell’Unione europea, che, ancora una volta, non sa scegliere una linea comune di politica internazionale e affronta in ordine sparso la situazione venutasi a creare”. Della questione si occupa anche Gianpiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto): “Tutti gli osservatori internazionali segnalano la pericolosità della partita che si sta giocando in Ucraina. Anche nei conflitti degli ultimi anni, dall’infinito conflitto mediorientale, al Kosovo, alla Libia, alla Siria, dietro le quinte c’era sempre la tensione tra le grandi potenze, ma nel caso dell’Ucraina lo scontro sembra più diretto e tuttavia pare che non ci sia grande consapevolezza del pericolo”.

Il tempo di Quaresima. Sulla Quaresima, iniziata il 5 marzo, offrono riflessioni molti settimanali diocesani. L’arcivescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni, dalle pagine di RisVeglio Duemila, invita a pregare per la pace: “Dedichiamo la preghiera di questa Quaresima a questo obiettivo: con l’aiuto di tutti i responsabili dei governi dell’Europa e del mondo, si possano trovare vie di conciliazione, accordi che possano andare incontro ai bisogni di tutte le parti in causa, compromessi che salvino le vite umane”. La Quaresima è anche tempo per riflettere sulla nostra vita. “Non vorrei che liquidassimo la ‘pratica’ della Quaresima con una banale mortificazione della gola tipo ‘non mangio dolci’ o ‘non bevo vino’ slegata da una seria analisi sul mio stato di vita e sulla mia chiamata”, è l’invito del vescovo di Alessandria, monsignor Guido Gallese, attraverso la Voce Alessandrina. “Il tempo di Quaresima trovi la nostra Chiesa di Piacenza-Bobbio disposta e sollecita nel testimoniare a quanti vivono nella miseria materiale, morale e spirituale il messaggio evangelico”: è l’auspicio del vescovo di Piacenza-Bobbio, monsignor Gianni Ambrosio. La Gazzetta d’Asti ricorda che nella Messa del Mercoledì delle Ceneri, il vescovo di Asti, monsignor Francesco Guido Ravinale, ha sottolineato che “la Quaresima da sempre propone uno stile povero con la sobrietà del digiuno e con l’impegno della solidarietà”. Quaresima è anche il momento per liberarsi di ciò che non serve, come suggerisce la Fedeltà (Fossano): “Ogni anno è necessaria una Quaresima per liberare lo spazio e alleggerire il cammino. La nostra vita è troppo piena di cose, di corse, di affanni: bisogna fare un po’ di cernita, di discernimento, puntando su ciò che è essenziale per alleggerire la vita, svuotarla della zavorra, tirare via le cianfrusaglie”. La Quaresima, ricorda Enzo Gabrieli, direttore di Parola di Vita (Cosenza-Bisignano), “è il tempo forte nel quale da credenti, spogliandoci dal nostro egoismo, dal nostro peccato e dal nostro orgoglio, ci mettiamo alla sequela di Cristo, arricchiti proprio dall’esercizio della penitenza e dell’ascolto”. Per Stefano Fontana, direttore di Vita Nuova (Trieste), “dalla Quaresima non ci deriva un ripiegamento, ma in essa irrobustiamo la virtù della fortezza, che davanti al male non indietreggia e fa il proprio dovere fino in fondo. Nessuna distrazione, quindi, nessuna diserzione dal campo di battaglia e dall’ospedale da campo della Chiesa”. La Quaresima, si legge sul Ticino (Pavia), “è l’invito a riappropriarsi, alla luce di Cristo, di tutta l’esperienza umana nella sua concretezza, a viverla, a ridarle un senso e a gustarla”. Corrado Avagnina, direttore dell’Unione Monregalese (Mondovì), lancia una proposta: un “digiuno di parole guaste”: dai “turpiloqui e le volgarità” che imperversano sul piccolo schermo alle “lettere anonime che colpiscono nel mucchio” e alle “parole aggressive e insultanti che si fanno largo a vista d’occhio” ovunque. In Quaresima, è l’invito della Guida (Cuneo) lasciamo vincere “coerenza, senso civico, senso dello Stato, convivenza umana, religiosità pura e senza macchia”.

Un anno di Pontificato di Francesco. Si avvicina il primo anniversario della salita al soglio di Pietro di Bergoglio e i settimanali dedicano ampi spazi alla “ricorrenza”. Elio Bromuri, direttore della Voce (Umbria), chiarisce che “per essere compreso, Francesco ha bisogno di essere ascoltato, nei contenuti e nelle forme della sua comunicazione verbale, gestuale e comportamentale”. Per Bromuri, il Papa “sa cosa dice e cosa vuole: una rivoluzione mossa dalla sete di giustizia e fondata sulla divina provvidenza, che agisce attraverso la ragione umana libera dalla schiavitù dell’avidità e dell’ideologia”. Sullo stesso tema, la Cittadella (Mantova) e la Difesa del Popolo (Padova) rilanciano un editoriale del Sir: “Bergoglio non svolge il suo compito come un esecutore di un piano prestabilito, ma reagisce ai richiami e agli impulsi del cuore. Di prestabilito rispetto al suo operare c’è il suo essere, cristiano e umano, la sua intelligenza, la sua fede, la sua umanità, la sua storia di figlio di emigrati italiani, la sua esperienza maturata nell’Argentina dei desaparecidos e vissuta tra la complessità confusa e conflittuale del mondo latinoamericano, senza dimenticare la forza e l’ordine interiore forgiato dagli esercizi spirituali di sant’Ignazio”. Per Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), Francesco è “un sant’uomo che parla della tenerezza di Dio, che scrosta con energia e profondità i resti di una visione un po’ rinascimentale che permane tra le mura leonine. Parla semplice Francesco, ma il suo annunciare è penetrante. Porge la dottrina con chiarezza e con dolcezza”.

La Giornata della donna. La celebrazione dell’8 marzo offre lo spunto a diversi giornali. Suor Sara Dell’Amico, delle clarisse francescane missionarie del Santissimo Sacramento, firma l’editoriale del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina): “Cosa c’è dietro il sorriso di una donna? C’è semplicemente il ricordo dell’amore ricevuto, oltre di quello donato. Amore fatto di rispetto e vicinanza”. Ma, aggiunge la religiosa, “sappiamo purtroppo che non è sempre così: quando l’amore diventa possesso, egoismo, violenza, prepotenza, indifferenza, abbandono, il canto si può anche trasformare in silenzio e disperazione”. Anche la Vita Cattolica (Udine) riflette sulla Giornata che “dovrebbe essere una preziosa occasione per accendere i riflettori sulle questioni che pesano sull’esistenza delle donne, facendole divenire temi di rilevanza sociale e soprattutto politica”. Cammino (Siracusa) evidenzia: “Un esercito sotterraneo e silenzioso di donne marcia dentro il mondo: cucinano e stirano, poi si lanciano nel traffico, crescono amorevolmente i loro figli, gestiscono uffici e alcune trovano persino il tempo di portare avanti il Paese con le loro attività produttive e gestionali”. Per Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), la Giornata della donna è “da rivisitare alla luce delle nuove e più radicali provocazioni contro schemi di cultura e di tradizione; ma nel senso di una esaltazione ragionata, ed estasiata insieme, di tutto ciò che caratterizza la femminilità e la mascolinità non come desueto coacervo o come incrostazioni ‘stereotipate’, quanto piuttosto come forza e carisma peculiari che concorrono – in modi differenti ma in misura non diversa – allo stupore della vita e all’esistenza e alla storia dell’umanità”.

Cronaca. Sui giornali diocesani spazio ai principali fatti di cronaca. L’Oscar al film “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino fa riflettere, secondo il Popolo (Tortona), sul fatto che “saremo anche un Paese malconcio, che cade a pezzi, ma la bellezza resta una qualità degli italiani”. Secondo Bruno Cappato, direttore della Settimana (Adria-Rovigo), nel film “la descrizione di quel mondo agiato ed effimero che passa dai palazzi con vista sul Colosseo a ville armoniose dei dintorni di Roma, non ci appartiene, ma simbolicamente rappresenta una decadenza che può essere dello spirito, del cuore, in una parola della vita, il pericolo del declino e della morte”. Di un altro male dei nostri tempi parla Giuseppe Rabita, direttore di Settegiorni dagli Erei al Golfo (Piazza Armerina), prendendo lo spunto dalla notizia di un ambulatorio del Policlinico Gemelli dedicato all’ascolto e alla cura delle vittime del cyberbullismo: “Sappiamo bene che non possiamo fare a meno della tecnologia ma, dico ai genitori, educare a un uso corretto dei nuovi strumenti, nel rispetto dei principi etici, è un compito che non possiamo delegare”. Una riflessione sulla felicità viene offerta da Emmaus (Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia), a partire da una domanda posta in giro per il mondo da Mandy Rose, ricercatrice presso l’Università del West England: “Sei felice?”. “Forse la felicità – si legge nell’editoriale – sta nel passaggio tra giorni operosi e giorni di ozio. Sentirsi, al tempo stesso, preziosi e servi inutili, e infine perdere ogni strada, ogni riferimento, ogni punto di appoggio”. Il Biellese (Biella) denuncia i problemi per le strade aperte a singhiozzo. Di questioni locali si occupa anche l’Eco del Chisone (Pinerolo): “Abolire il provincialismo della nostra classe dirigente non solo sarebbe un bene, ma un dovere per non ritrovarci tra qualche anno a interrogarci ancora una volta sul nostro futuro”. Mario Barbarisi, direttore del Ponte (Avellino), tocca, invece, un altro argomento scottante: “L’Irpinia è sotto il controllo d’interessi politici e imprenditoriali che, di fatto, hanno portato a calpestare il territorio e l’ambiente, con sversamenti di rifiuti speciali, inquinando l’aria e anche l’acqua, come accaduto a Solofra e a Montoro”. Il Nuovo Diario Messaggero (Imola) si rammarica, invece, del fatto che “l’imolese sta perdendo molti posti di lavoro, cioè si sta impoverendo”. Giorgio Bardaglio, direttore del Cittadino (Monza e Brianza), confessa di avere “la speranza irrazionale di un cambiamento radicale nell’amministrazione pubblica”.

Attualità ecclesiale. Non manca, infine, l’attualità ecclesiale. Il Cittadino (Genova) ricorda che mercoledì 19 marzo, festa di san Giuseppe, il cardinal Angelo Bagnasco celebrerà in cattedrale la Messa per il mondo del lavoro. “La gente ha bisogno di lavorare, non può più aspettare, sta molto male e la priorità del lavoro è urgentissima. Bisogna onestamente riconoscere che gli sforzi in atto non sono pochi, ma ad oggi le ricadute sul piano dell’occupazione non si vedono ancora”, dichiara il porporato, invitando a partecipare alla celebrazione. Luce e Vita (Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi) riporta le parole del vescovo Luigi Martella all’assemblea dell’Azione Cattolica: “Mi piace pensare a un’associazione che sappia coniugare azione e contemplazione, prossimità e ascolto, presenza e interiorità”. Vincenzo Finocchio, direttore dell’Appennino Camerte (Camerino-San Severino Marche), richiama la lettera sul Sinodo dei vescovi sulla famiglia con la quale “Papa Francesco il 2 febbraio ha suonato con delicatezza il campanello delle nostre case” per ricordare “quanto è bello, vero e buono formare una famiglia oggi”. Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia), riflettendo sul Discorso della Montagna, evidenzia che “Gesù non ci ha insegnato come dobbiamo comportarci in tutte le scelte della nostra vita, ma si è limitato a offrirci qualche esempio e a insegnarci il metodo da tenere sempre presente”. I preti dell’equipe educativa del Seminario di Rimini “smentiscono” dalle pagine del Ponte (Rimini) la voce della chiusura del Seminario. La Valsusa (Susa), a proposito dell’incontro dell’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, con i giovani della movida, commenta: “Semplicemente: bravo, vescovo Cesare”. Presenza (Ancona-Osimo) dedica, infine, un numero speciale ai dieci anni dell’arcivescovo Edoardo Menichelli in diocesi.
Gigliola Alfaro


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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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