Pubblicato il 12 Marzo 2014 | di Redazione
0La Camera boccia la parità di genere
Ogni volta che si parla delle così dette “quote rosa” o comunque di provvedimenti atti a facilitare la possibilità per le donne di accedere a settori tradizionalmente riservati agli uomini, le donne litighiamo.
Alcune sono nettamente contrarie, sostenendo che la donna si deve fare avanti con le sue capacità e non con privilegi, altre siamo convinte che, per fare spazio alle donne, specialmente in un campo come quello della politica, occorre una legge, così come è stato fatto per i consigli di amministrazione.
Una volta che la legge ha aperto un varco, per così dire, il costume si evolve.
Ricordo benissimo quando alle donne non era possibile accedere alla Magistratura, perchè “troppo deboli ed emotive”. Oggi le donne magistrato sono più degli uomini.
Nulla da eccepire riguardo al voto del 10 Marzo alla Camera sulla parità di genere. A mio parere tutto si è svolto nella correttezza, i partiti hanno lasciato i deputati liberi, il voto è stato segreto. Le parlamentari si sono divise spiegando con argomenti abbastanza seri il motivo della loro presa di posizione in un senso o nell’altro.
Qualcuno spera che le cose possano cambiare in Senato. Francamente non mi sembra possibile.
Ho sentito fare a un deputato questa affermazione: “Non si può avere diritto ad entrare in una lista solo perchè si è donne, si deve guardare anche il merito!”
Giusto, ma questo criterio è stato seguito per i candidati di sesso maschile?
Stendiamo un velo pietoso…
E aggiungiamo, senza nessuna legge che preveda “quote rosa”, sarà il merito il criterio per mettere le donne nelle liste dei candidati, o la paternalistica (nel migliore dei casi) benevolenza di un leader di partito?