Pubblicato il 9 Aprile 2014 | di Saro Distefano

Commentando venti secondi di spot

La più recente pubblicità in video della Asics – azienda giapponese che produce attrezzatura per lo sport (soprattutto scarpe) – è emblematica e didattica, simpatica e profonda. Almeno secondo me. Si tratta di uno spot di pochi secondi, meno di venti, ma è costruita talmente bene da rappresentare davvero un racconto, short, direbbero gli inglesi, ma pur sempre un racconto, compiuto, finito, comprensibile.

La prima inquadratura è su una ragazza, forse trentenne, bionda, bella ma non bellissima, non molto alta e magra, ma estremamente tonica, che con maglietta e tuta aderente corre. Corre forte, scatta, suda, tra una macchina ed un semaforo (sempre più numerose le persone che corrono, e fanno bene a farlo, ma in città, che non è poi così salutare ma meglio che nulla). La biondina, che indossa abbigliamento tecnico marcato Asics come anche le scarpe (Asics è l’acronimo della frase latina “Anima Sana In Corpore Sano”, variante della più celebre e diffusa locuzione latina “Mens sana in corpore sano”), finisce la sua sessione di corsa con un perentorio scatto e poi, appoggiandosi ad un muro di quella che forse è casa sua, si impegna in alcuni esercizi di stretching (che possiamo benissimo dire anche nella nostra lingua “allungamento muscolare”). Ma proprio in quel momento da una porta accanto dello stesso muro esce un ragazzone, tipicamente americano, alto massiccio biondo ed occhi chiari, che guardando la sua coetanea che è evidentemente una runner le dice: “ma tu dove vai a correre?”. Ed ecco il colpo di genio del regista e dello sceneggiatore: l’inquadratura è un primo piano della biondina che alla domanda del ragazzo si prende un secondo di riflessione (ricordiamo che è stanchissima, ha appena finito di correre, è sudata e si sta allungando) e di getto risponde: “al parco”.

L’ultima inquadratura è quella dei due giovani che corrono con in bella evidenza il marchio dell’Asic su pantaloncini e scarpette.

Quante cose in quelle quattro parole e nello sguardo malizioso della biondina. Quanti possibili sviluppi dall’essere andata a correre con il bel ragazzo, anche se stanca. E poi perché finora ha corso tra auto e marciapiedi ma alla domanda del corridore ha risposto “al Parco”? Ha già immaginato un momento di intimità o è solo voglia di riempire i polmoni di aria più salubre?

Per leggere questo mio articolo descrittivo e avrete impiegato più dei venti secondi dello spot.

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Autore

Nato a Ragusa nel 1964 è giornalista pubblicista dal 1990. Collabora con diverse testate giornalistiche, della carta stampata quotidiana e periodica, online e televisive, occupandosi principalmente di cultura e costume. Laureato in Scienze Politiche indirizzo storico, tiene numerose conferenze intorno al territorio ibleo.



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