Cultura

Pubblicato il 10 Aprile 2014 | di Agenzia Sir

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Le Feste dei due Patroni sono eredità immateriali da ratificare ufficialmente

Sono i due Santi che da secoli caratterizzano la vita sociale e religiosa di Ragusa: San Giovanni e San Giorgio, oggetto da sempre di una devozione viscerale che tocca il suo apice durante le rispettive ricorrenze religiose ed in specie nelle feste esterne, eventi che fanno affluire a Ragusa superiore e nello storico quartiere barocco di Ibla decine di migliaia di fedeli e turisti. Sono quindi una cassa di risonanza esemplare, un richiamo importante che si trasla anche nelle attività commerciali dando in quei giorni una boccata d’ossigeno all’economia locale. Un valido motivo questo che ha indotto il Sindaco Federico Piccitto a chiedere all’Assessore regionale ai beni culturali per tramite della Soprintendenza ai Beni Culturali di Ragusa l’iscrizione nel Registro delle Eredità Immateriali ed in particolare nel “Libro delle Celebrazioni”, sia la Festa Patronale di San Giovanni Battista, sia la Festa Patronale di San Giorgio Martire.
Le due istanze presentate sono motivate dalla precisa volontà dell’Amministrazione Comunale di consegnare il patrimonio immateriale della città alle generazioni future in quanto le due feste patronali oltre a costituire un momento di aggregazione sociale e civile, costituiscono un patrimonio culturale da tutelare essendo le stesse un volano per il rilancio e la valorizzazione del nostro immenso patrimonio storico, artistico, architettonico, etnoantropologico e non ultimo enogastronomico.
“Alle richieste – dichiara il Sindaco Federico Piccitto – che contengono le descrizioni dettagliate delle due feste patronali, abbiamo allegato diverse documentazioni tra cui le relazioni illustrative degli eventi, fotografie e video. L’Amministrazione Comunale ha chiesto l’iscrizione nel Registro delle Eredità Immateriali delle due feste perché intende, preservando il ricordo e la devozione tramandateci dai nostri avi, tutelare lo spirito dei due importanti momenti celebrativi”.


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