Società

Pubblicato il 16 Aprile 2014 | di Saro Distefano

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Nei prossimi giorni di festa dimostriamoci civili!

 

Le foto che mostriamo in questo articolo, hanno per soggetto un luogo noto ai più: le rive del lago artificiale di Santa Rosalia, dal nome della contrada rurale a circa dodici chilometri da Ragusa lungo la strada (storica) che porta a Giarratana.

Diga 2Mostriamo le foto scattate solo qualche settimana fa, in condizioni ambientali perfette per illustrare che quel luogo è incantevole, è bello nell’accezione comune del termine (contrario ai laghi era solo Benito Mussolini, che – si racconta – affacciandosi dalla finestra della villa Feltrinelli di Gargnano, vicino Salò, con vista sul lago di Garda disse: “io odio i laghi, non sono né fiumi né mari!”).

Ma quelle foto non ci servono per pubblicizzare il posto, già molto frequentato, quanto per lanciare un appello, accorato, sentito, almeno da chi scrive queste poche righe.

L’appello è il seguente: nei prossimi giorni di festa, vicini uno all’altro (Pasquetta, 25 aprile e primo maggio), le rive del lago di Santa Rosalia saranno letteralmente prese d’assalto da migliaia di appassionati di pesca o semplicemente gente che vorrà trascorrere in relax la giornata libera da impegni lavorativi. Molti saranno quelli che lungo il lago si organizzeranno con i barbecue, le grigliate e le scacce, le porzioni di pasta, di carne, di merendine e cose da bere. Molti di loro alla fine della giornata riporteranno indietro tutta la immondizia prodotta. Molti, ma non tutti. Anzi. Ci saranno – perché lo insegna l’esperienza degli anni scorsi – interi nuclei familiari, grandi comitive che si sistemeranno su un bel prato verde e lo lasceranno lordo, alla stregua di una discarica di plastica, vetro, pannolini e carbonella.

L’appello ha quale mittente un ragusano che ama follemente la propria terra (tutti gli uomini del mondo amano la loro terra, anche quelli che ne scappano per raggiungere luoghi ritenuti migliori per vivere) e quale destinatario le Forze dell’Ordine. Tutte (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia Municipale di Ragusa e di Giarratana, Corpo forestale, Vigili del Fuoco) ma soprattutto una: la Polizia  Provinciale.

Perché proprio il corpo di Polizia della Provincia? Per diversi ordini di motivi, con due principali (almeno, secondo me). Che spiego subito.

Il primo motivo: la Polizia Provincia di Ragusa, fatto salvo mio errore, è tra tutti i corpi appena citati quella meglio fornita per un controllo del territorio rurale (forse allo stesso livello della Forestale). Il secondo motivo: poiché la Provincia non esiste più per volere del Presidente Crocetta che della rivoluzione siciliana promessa nella campagna elettorale ha finora almeno fatto vedere solo questa grande quanto del tutto inutile riforma che porterà le province siciliane da nove a diciotto con un aumento dei costi (e dei campanilismi), cosa ne sarà della Polizia Provinciale? Noi non lo sappiamo, ma sappiamo però che se nel prossimo trittico festivo gli agenti con le macchine biancoverdi si facessero vedere per impedire (o almeno limitare al massimo) la distruzione e l’insozzamento delle rive del lago, tutti noi rispettosi delle regole e dell’ambiente ne saremmo grati ab aeternum, e se anche (anzi, soprattutto) dovesse essere la loro ultima missione, rimarranno nella memoria di tutti i cittadini come benefattori della natura. Titolo di merito conquistato letteralmente sul campo.

 

 

 

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Autore

Nato a Ragusa nel 1964 è giornalista pubblicista dal 1990. Collabora con diverse testate giornalistiche, della carta stampata quotidiana e periodica, online e televisive, occupandosi principalmente di cultura e costume. Laureato in Scienze Politiche indirizzo storico, tiene numerose conferenze intorno al territorio ibleo.



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