Luciano Nicastro: cronache da una presentazione

Avvenne la presentazione.

Ed è stato un evento ben riuscito perché chiunque ha fatto parte dell’organizzazione   era felice e onorato di mettere del suo alla piena riuscita dell’evento.

Appena sono arrivato, Tina Petrolito mi ha confidato di essere molto emozionata: “Sai hai ragione tu, a parlare del professor Nicastro, ci si sente presuntuosi”… Stessa cosa l’amico Luca Farruggio, il cui lungo intervento è disponibile cliccando QUI 

Il tavolino, con i libri di Sonia Baglieri, metteva in primo piano il libro di Luciano, che subito saltava all’occhio per il formato nuovo, composto ed elegante, e per la copertina tratta dal Settimo Sigillo di Ingmar Bergman, in cui un uomo gioca a scacchi con la morte. Della collana, ne parlerà Sonia, di questa nuova collana dal nome “Ulisse”, perché ispirata a Dante, al canto di Inferno XXVI, e pazienza se c’era il vescovo in prima fila: «Ulisse, perché, come è noto, simboleggia la sete di sapere».

Mentre, con Il Settimo Sigillo di Bergman, apre i lavori il nostro vescovo Paolo, il quale ringrazia Luciano, a titolo personale ma anche, e soprattutto, a nome di tutta la Chiesa: «Il Settimo Sigillo, a cui allude il regista è quello dell’apocalisse, aperto il quale, nel cielo si fece il silenzio, quello di Dio. In fondo, riflettere sull’uomo ha a che vedere con Dio, se è vero che l’uomo è l’immagine più fedele di Dio, sulla terra».

Dopo il saluto, a nome del sindaco, di Giovanni Flavio Brafa, assessore ai Servizi Sociali e alle Politiche per la famiglia, il moderatore, Gian Piero Saladino, passa la parola alla professoressa Petrolito. Il suo intervento, che parte dal bisogno di apertura all’altro e alla comunità (prendendo spunto dalla famiglia di Saltimbanchi di Bergman), che potrebbe capovolgere la sicilitudine di Leonardo Sciascia, finisce per parlare del rapporto fra sogno e desiderio: «Oggi sembra che tutti dobbiamo lasciare perdere i sogni. Con il termine utopie, si indicano solo cose da superare. Ma, in realtà, questo sarebbe assurdo. Eros, è il vero filosofo, Eros figlio di Poros e Penìa: Penìa come “mancanza”, Poros come “capacità di sognare, di trovare rimedio”. Il tradimento dell’economia di oggi ha portato ai bisogni indotti, alla pubblicità: farvi sbavare è la mia missione, dice il pubblicitario citato da Nicastro all’inizio del libro. E così i sogni diventano sirene, delle illusioni, per l’uomo infelice. Giacché, come dicevano già i filosofi della scuola di Francoforte, “l’uomo felice non consuma”. Se un vincitore, come diceva Nelson Mandela, è solo un sognatore che non si è arreso, dobbiamo continuare a sognare. E non certo più un libero mercato… Libero per chi? Oggi abbiamo assistito al tradimento del cristianesimo. Come diceva Rousseau, “non può esistere la democrazia quando c’è qualcuno così ricco da potersi comprare l’altro e c’è chi è così povero da doversi vendere”».

L’editrice Sonia Baglieri, invece, ha parlato per sé e per Mario Grasso, il quale, come ha letto Sonia, ha definito, con fare da letterato, Misterium hominis: fenomenologia del desiderio trascendentale un’antologia della cristianità e antropo-sociologia del desiderio, sul quale, Luciano Nicastro, avrebbe scritto della pagine, così complete da potersi dire definitive.

La via della felicità non risiede nella logica dell’uno e del due, ma solo nel due in quanto uno…

Dopo l’intervento di Luca Farruggio, un intervento fatto in negativo rispetto al tradizionale approccio allo studio del bene, ovvero, per dirla con le parole del filosofo siciliano Manlio Sgalambro, “partendo dalla conoscenza del peggio”, in quanto, forse, momento immediatamente precedente alla venuta definitiva di Cristo, all’Apocalisse, che, non a caso, è un richiamo costante della nostra giornata, prende la parola Luciano Nicastro.

L'editrice Baglieri e Luciano Nicastro

Luciano, citando Maestro Eckhart, mistico cristiano del 1300, scioglie il nodo, in un istante: «La via della felicità non risiede nella logica dell’uno e del due, ma solo nel due in quanto uno».

Nell’unione, penso io, nella comunione, nella compenetrazione, nel matrimonio, per fare un esempio, fra corpo e anima, senza scindere fra sacro e profano, giacché come diceva Pierre Teilhard de Chardin, filosofo e gesuita, “niente è profano, per chi sa vedere”.

Parla, poi, Luciano dell’assillo di Eugenio Scalfari, ovvero del rapporto fra modernità e cristianesimo. «Dice Scalfari, di aver visto un film dal titolo Lei. Lei che è una simulazione, un robot, con la voce. Come a dire che il post-umano non riesce a dimenticare la voce umana e il sentimento». Ma la voce e quindi la parola, come mi spiegava Luciano e come ho scritto nell’articolo dal titolo Luciano Nicastro, il cavaliere crociato e Colapesce, ha un ruolo d’eccezione nel momento religioso, anzì è il momento della rivelazione…

«Se la meraviglia ha generato la filosofia – conclude Luciano – il fatto che dal Nulla si passi all’Essere (e all’Essere eterno) è un fatto spiegabile, come per i popoli del Medio Oriente, solo con la creazione di Dio. E giacché siamo stati creati per essere creativi, così si spiega il fatto che il Mistero dell’uomo è anche Mistero di Dio».

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Autore

(Ragusa, 1988). Post-doctoral Fellow della University of Toronto si è laureato in Filologia Moderna all’Università Cattolica di Milano e ha conseguito il dottorato di ricerca all’Università degli Studi di Catania. Collaboratore del Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca della Cattolica di Milano (CRELEB) e, nel 2018, del PRISMES (Langues, Textes, Arts et Cultures du Monde anglophone) dell’Université Sorbonne Nouvelle – Paris 3, si occupa di Libri d’artista e Letteratura Futurista, Disability Studies e Food Studies. Fra le sue pubblicazioni: Dalla parte del lettore: Diceria dell’untore fra esegesi e ebook, Baglieri (Vittoria, 2012); La totalità della parola. Origini e prospettive culturali dell’editoria digitale, Baglieri (Vittoria, 2014); Io siamo già in troppi, libro d’artista di poesie plastiche plastificate galleggianti per il Global Warming, KreativaMente (Ragusa, 2020); Ultima notte in Derbylius, Babbomorto editore (Imola, 2020); All’ombra del vulcano. Il Futurismo in Sicilia e l’Etna di Marinetti, Olschki (Firenze, 2020). Curatore del volume Le Carte e le Pagine. Fonti per lo studio dell’editoria novecentesca, Unicopli (Milano 2017), ha tradotto per il CRELEB le Nuove osservazioni sull’attività scrittoria nel Vicino Oriente antico di Scott B. Noegel (Milano, 2014). Ha pubblicato un racconto dal titolo Odisseo, all’interno della silloge su letteratura e disabilità La mia storia ti appartiene, Edizioni progetto cultura (Roma 2014). Come giornalista pubblicista, ha scritto per il «Corriere canadese» (Toronto), «El boletin. Club giuliano dalmato» (Toronto), «Civiltà delle macchine» (Roma), l’«Intellettuale Dissidente» (Roma), «Torquemada» (Milano), «Emergenze» (Perugia), «Operaincerta» (Modica), e «Insieme» (Ragusa) dal gennaio del 2010.



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