Vita Cristiana

Pubblicato il 9 Maggio 2014 | di Carmelo La Porta

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Affrontiamo insieme la sfida della speranza

Si sono svolte il 23 e 24 aprile scorsi i primi due giorni dell’assemblea diocesana dedicata quest’anno al tema: “Educhiamoci alla speranza”.

Nella sua lettera di indizione il vescovo monsignor Paolo Urso ha invitato tutti, «giovani e anziani ad affrontare insieme la sfida della speranza», poiché «le sfide esistono per essere superate». Con questa ragione di fondo i sacerdoti, i religiosi e le religiose, gli operatori pastorali e i fedeli di parrocchie, gruppi, associazioni e movimenti ecclesiali sono convenuti nella chiesa di San Giuseppe Artigiano a Ragusa per la prima giornata di riflessione sul tema.

In apertura dei lavori lo stesso vescovo ha fornito il quadro del cammino diocesano nel quale si innesta il tema della speranza che chiude un percorso tematico quadriennale iniziato con il tema “Educhiamoci alla libertà”, proseguito con “Educhiamoci alla verità” e, nell’anno pastorale in corso, “Educhiamoci alla corresponsabilità”. Si tratta di temi, ha ricordato monsignor Urso, che interpellano la comunità ecclesiale e invitano a «mettersi in cammino». Parafrasando la conclusione dell’opera teatrale Aspettando Godot di Samuel Beckett, il vescovo ha invitato a non imitare i due personaggi che nel finale dicono “andiamo!”, ma non si muovono. L’invito alla comunità ecclesiale è di essere concretamente operosa e fattiva nelle situazioni che offuscano la speranza.

La riflessione sul tema della speranza è stata affidata al professore Marco Tibaldi, docente di teologia sistematica presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna, il quale con stile chiaro ha enucleato i fondamenti della speranza cristiana, in una società «liquida», dove tutto è relativo, senza certezze nel futuro, definita dal relatore «l’epoca delle passioni tristi», citando l’emblematico titolo del libro scritto dagli psichiatri tedeschi Miguel Benasayag e Gerard Schmit, secondo i quali l’aumento delle patologie è il sintomo di un malessere generale, di una tristezza che permea la società, contraddistinta dal senso di incertezza e di precarietà.

A questa sfida della società risponde la riflessione biblica proposta da Tibaldi partendo dagli episodi che seguono la risurrezione di Gesù. La prima immagine offerta è quella dell’incontro al sepolcro vuoto delle donne, Maria di Magdala e l’altra Maria, con l’angelo del Signore. Quest’ultimo annuncia la risurrezione del Cristo che “precede i suoi in Galilea”, ovvero nei luoghi consueti della quotidianità. La seconda immagine è l’incontro di Gesù risorto con i discepoli di Emmaus: alla tristezza dei discepoli, Gesù contrappone la cura delle grandi narrazioni della Scrittura che forniscono il senso della sua morte, che nella risurrezione acquista un significato esistenziale di speranza agli occhi dei discepoli.

Tibaldi ha indicato le «periferie esistenziali», come le ha definite Papa Francesco, luogo teologico della speranza, dove l’incontro e l’amicizia fraterna diventano via alla speranza stessa, per chi vive ai margini e nella sofferenza che genera disperazione. Per il credente – ha concluso il relatore – la ragione della speranza è Cristo stesso. La vita del battezzato, rinnovata dalla morte e risurrezione in Cristo, aspira alla dimora nei cieli. Questa positiva tensione verso l’incontro definitivo con Cristo rende i credenti annunciatori d speranza per le vie del mondo, per contagiare gli uomini di tutti i tempi.

I lavori sono proseguiti il 24 aprile con le assemblee parrocchiali, nel corso delle quali le comunità hanno riflettuto sul questionario proposto sui temi della speranza. I risultati dei lavori parrocchiali sono stati presentati in sintesi nell’incontro assembleare conclusivo. L’organizzazione dell’assemblea è stata coordinata dal vicario generale, don Salvatore Puglisi.


Autore

Direttore dell'Ufficio Diocesano per l'insegnamento della Religione. Ha insegnato religione cattolica presso diversi istituti della città e attualmente presso l'I.I.S. "Galileo Ferraris" di Ragusa. E' docente di Teologia Morale presso la Scuola Teologica di Base della Diocesi di Ragusa e componente del direttivo della stessa scuola.



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