Pubblicato il 9 Giugno 2014 | di Agenzia Sir
0Pentecoste: incontrarsi per far festa insieme
E’ stato un pomeriggio vissuto all’insegna della gioia e della comunione fraterna quello che si è consumato al Teatro Tenda il giorno di Pentecoste, al grido di “Il frutto dello Spirito è la gioia” (gioia del Vangelo che riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù), i gruppi, le associazioni ed i movimenti ecclesiali della diocesi si sono dati appuntamento per partecipare insieme a 12° appuntamento voluto come sempre dal vescovo Paolo Urso. La partecipazione è stata strabocchevole sia per numero che per varietà di presenti: coppie con figli, anziani, famiglie intere, e tanti, tanti giovani linfa vitale del futuro di questa società che sta attraversando un momento storico davvero particolare. E sui loro volti si leggeva una sola aspirazione, essere testimoni della gioia (è questa infatti la “mission” primaria dei cristiani, gioia da non nascondere ma da far trasudare contagiando gli altri).
La grande assemblea si è inserita validamente nel vasto programma dell’anno pastorale vissuto sul binario del tema “ Educhiamoci alla corresponsabilità “: l’accoglienza è stata affidata alle coreografie di un gruppo di ragazzi ed ai loro canti (sulla scorta delle note di un bravo complesso strumentale) che hanno coinvolto la grande platea sottostante: dopo la preghiera iniziale, si è passati al rito (animato da don Salvatore Cannata parroco della San Giuseppe Artigiano) propedeutico all’adorazione eucaristica. Uno dei momenti cardine di questo incontro diocesano sono state le testimonianze illustrate ai presenti da quattro responsabili di alcuni dei numerosi gruppi partecipanti: di grande impatto contenutistico ed emozionale è stata la testimonianza di Marialisa Laterra Cassibba che ha raccontato a volo d’angelo la sua avventura di vita: toccata oltre quindici anni addietro da una irreversibile disabilità , dopo un primo momento di umano e comprensibile sconforto, ha riscoperto il valore della fede che le ha fatto capire come il suo “status” non è stata una penalizzazione del suo essere ma un dono da offrire agli altri nel nome del Signore. Molto intensi poi sono stati i momenti dedicati all’adorazione personale durante i quali l’ha fatto da padrone il silenzio dell’intera assemblea. Così come significativa (e commovente) è stata la performance di un gruppo di ragazzi che hanno mimato sul palcoscenico l’eterna lotta tra il bene e il male , tra la tentazione delle moderne devianze ( vita dissoluta, idolatria di falsi miti , droga, cattive compagnie, etc.) e la “riscoperta” dei veri valori di un’esistenza degna di essere vissuta, ed alla fine ha vinto quest’ultima.
Dopo alcuni minuti di pausa che hanno consentito ai presenti di visitare gli stands allestiti dai vari gruppi e associazioni laicali presenti, è seguita la celebrazione della Santa Messa presieduta dal vescovo mons. Paolo Urso, con lui attorno all’altare allestito sul palco il Vicario Episcopale don Salvatore Puglisi, il suo segretario don Pippo Occhipinti, il Cancelliere della Curia don Paolo La Terra, e poi ancora don Salvatore Cannata, don Romolo Teddei, don Gianni Mezzasalma e don Giuseppe Antoci, i canti sono stati eseguiti in maniera intensa e partecipata dalla bravissima corale composta in gran parte da giovani (i giovani, lo ripetiamo, sono stati un componente fondamentale e qualificante dell’assemblea).
Dense di contenuti poi le parole pronunciate da mons. Urso all’Omelia. Riallaciandosi al tema legato al momento liturgico della Pentecoste, il Pastore della diocesi ha rimarcato il significato dell’annuncio: “ Annunciare il Vangelo rende l’essere umano felice sulla scia di quanto ha fatto Gesù ai discepoli smarriti e disorientati…il Cristo è sempre presente…il Dio è vivo…il Vangelo, la Parola, è motivo di serenità e di vita vera, annunciare la Parola di Cristo costituisce la pietra miliare della vita di ogni cristiano…assieme all’annuncio fondamentale è l’ascolto. La chiesa deve essere animata dal Vangelo,solo così può stupire il mondo”. E poi ancora sulle tracce delle parole di Papa Francesco: “ Una chiesa che non stupisce è una chiesa malata che va ricoverata del reparto di rianimazione di un ospedale”. La solenne benedizione del Vescovo al termine della Messa ha suggellato questa giornata che ha certamente lasciato nei cuori di tutti sentimenti di speranza e di rinnovata Fede.