Società Progetto Tetti Colorati

Pubblicato il 26 Giugno 2014 | di Agenzia Sir

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Valore casa, luogo rifugio, partenza ed arrivo dell’uomo

Il progetto è stato sostenuto anche dall’Azienda sanitaria provinciale di Ragusa: “Immobili che si popolano e diventano case, proprietari sereni, famiglie sicure, città vivibili”. Così Domenico Leggio, direttore della Caritas, ha presentato il progetto oramai al termine del suo corso: “I tetti colorati”, realizzato con il FEI (Fondo europeo per l’integrazione di cittadini di paesi terzi).

Oltremodo qualificante l’intervenuto del vescovo della diocesi iblea Mons. Paolo Urso, nella biblioteca Mons. F. Pennisi, sala Fondo Antico, che ha rimarcato “quanto importante e quanto valore ha avere una casa, soprattutto se questa si popola di tanti “colori”, non solo riferiti al colore delle mura, ma soprattutto alla presenza di persone che avendo il colore della pelle diversa arricchiscono e colorano le nostre vite. “

Le sue parole sono naturalmente scaturite dal senso di umanità e solidarietà che già da tempo permea l’opera stessa della Caritas impegnata in prima linea all’accoglienza e alla integrazione degli immigrati.

L’ASP di Ragusa fa parte di una rete fitta di sostegno al progetto che vede la Fondazione San Giovanni Battista come ente capofila: il dottore Vito Amato, Direttore Generale f.f. dell’Azienda intervenendo per i saluti ha voluto ricordare le parole che il vescovo, pronunciò il 29 marzo durante il convegno sull’immigrazione: “Accogliere, l’atteggiamento fondamentale verso l’Altro, conoscere l’Altro, significa guardare oltre. Noi come Azienda siamo disponibili a fornire il nostro sostegno e contributo affinchè queste persone trovino le migliori condizioni di integrazione”.

“I tetti colorati”, infatti, primo progetto in Sicilia sull’abitazione e sull’abitare secondo il modello europeo dell’Housing First, rappresenta una proposta operativa in cui la casa è condizione necessaria verso l’autonomia. Necessario quindi integrare sulla base di una sistemazione alloggiativa non precaria, le altre condizioni materiali e personali dell’individuo o della famiglia, in rete con i servizi socio sanitari e con la comunità locale.”

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