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Pubblicato il 7 Luglio 2014 | di Lettera in Redazione

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Creiamo ‘capitale sociale’ per un unica strategia di sviluppo della nostra comunità

In merito al dibattito sull’articolazione dei ‘liberi consorzi’, non commento gli interventi tesi a creare divisione, che rappresentano veri e propri ‘falsi storici’ sul ruolo di “assopigliatutto” di Ragusa  e sulla rappresentanza avuta dai ragusani alla Provincia di Ragusa.

Sono infatti facilmente verificabili le provenienze territoriali dei vari Presidenti che si sono succeduti alla Provincia, e quelle che oggi rappresentano le opere pubbliche più importanti del territorio ibleo – aeroporto di Comiso, autoporto di Vittoria, porto di Pozzallo, autostrada finora appaltata (che arriverà proprio a Modica), zona franca – che danno prova di un ‘sistema’ provinciale distribuito e non certo ‘concentrato’. Il tutto, senza egoismi e particolarismi,  a vantaggio di una intera ed unica identità collettiva.

I Presidenti dei Consigli Comunali costituendo la Consulta, e i Sindaci con la loro Conferenza, hanno dato dimostrazione di concordia, coesione e unità oltre ogni ‘muro’, differenza ideologica e diffidenza, e hanno posto le basi affinchè si affrontino con efficacia le sfide sempre più complesse e difficili di una società contemporanea affogata in una crisi economica e sociale che non ha pari dal dopoguerra ad oggi.

La via per uscire dalla crisi parte dall’unità, dal rafforzare le identità in un disegno strategico comune di sviluppo. Le realtà comunali unite da un comune agire, e con una base minima di 300-350 mila abitanti (come gran parte degli studi recenti sullo sviluppo locale dimostrano), rappresentano un fortissimo fattore economico. Tutto ciò che va in direzione opposta è, ‘numeri’ alla mano,  irresponsabilità e miopia campanilistica o individualistica.

La conferenza dei Sindaci e la Consulta dei Presidenti, in seduta congiunta, hanno deciso di percorrere la strada dell’allargamento e della condivisione di un progetto di sviluppo comune dei territori dell’ex provincia di Ragusa con altre realtà limitrofe, e queste ‘nuove’ realtà, con i loro Sindaci e Presidenti di Consiglio, hanno mostrato la loro propensione a fare parte, perché omogenee ad esempio nelle eccellenze agricole,  di un unico, dinamico e più forte disegno strategico.

Bisogna fare ‘squadra’ creare linee di sviluppo politico ed economico

Questo è il percorso! Questo dà futuro! Bisogna allora discutere di tutto ciò che è confacente al raggiungimento di un progetto comune, che possa vedere tutti i Comuni che comporranno il libero consorzio parte integrante dello stesso, a pieno titolo e con pari dignità, dal comune più piccolo al più esteso.

Dispiace leggere di ‘rancori’ e ‘risentimenti’ territoriali che, a Ragusa, non sembrano esistere affatto nei confronti di alcun’altra realtà provinciale. Anzi, è vero il fatto che moltissimi Ragusani, molto spesso e in modo naturale attingono alla realtà commerciale, alla tradizione eno-gastronomica, alla variegata e ricca vivacità culturale di Modica e di altre città della Provincia. Quale campanilismo sciocco e irrazionale? Si tratta allora di  non disperdere ciò che in decenni di storia, lavorando insieme, le comunità iblee hanno saputo costruire.

Sarebbe opportuno confermare tutti la disponibilità, nell’ottica di un piano strategico di sviluppo comune, a discutere, per quanto di competenza, su tutto: dal Tribunale (il ruolo di Ragusa è stato solo quello di osservare una legge che non è partita certamente da Ragusa), all’Università (strategica opportunità purtroppo persa, a cominciare da Modica), al patrimonio culturale e ai beni Unesco, allo sforzo comune nel valorizzare le peculiarità economiche di ogni Comune, alle infrastrutture, ecc.

Bisogna fare ‘squadra’ e, se la percezione è diversa, lavorare da subito per incentivare il ‘capitale sociale’ quale base di una grande potenzialità, e creare linee di sviluppo politico ed economico che, partendo da strutture di relazioni fiduciarie tra persone e comunità, favoriscano la cooperazione e producano, come altre forme di capitale, valori materiali e simbolici a beneficio di una comune identità, di un comune sviluppo, di un comune innalzamento dei livelli di qualità della vita per tutti i cittadini.

Giovanni Iacono

 

 

 

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