Migranti

Pubblicato il 18 Ottobre 2014 | di Gian Piero Saladino

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15 PREGIUDIZI SUI FRATELLI IMMIGRATI

In questi giorni di tragedia planetaria, in cui milioni di persone migrano per scampare a pericoli spesso mortali – guerre, persecuzioni, schiavitù, povertà, malattie – e  in cui migliaia raggiungono la “nostra” Sicilia, a volte per realizzare un sogno, più spesso per procurare a sé e alle loro famiglie condizioni minime di dignità umana, assistiamo sgomenti alle immagini di innumerevoli vittime, uomini, donne e bambini, che muoiono prima, durante e dopo il tragitto che li porta sulle coste dell’Isola.

Dinanzi a questo spettacolo di morte, siamo chiamati a interrogarci nel profondo della nostra coscienza sulla vera natura di questo fenomeno e a riconoscere i pregiudizi che, in buona o in mala fede, molta gente alimenta dietro un ipocrita «io non sono razzista, ma…..» che rinnega la verità dei fatti, contrasta con l’etica cristiana e ignora i richiami di Papa Francesco sugli atteggiamenti errati verso i fratelli migranti.

Abbiamo intercettato 15 pregiudizi, che sempre più vengono alimentati da correnti di opinione che mistificano la realtà e da una informazione falsa, a volte acquiescente e a volte compiacente, a volte persino strumentale alla ricerca del consenso da parte di chi, speculando sulla paura, fomenta l’egoismo sociale e l’indifferenza morale, e mina il valore umano e cristiano dell’Altro, compagno di una storia di comune umanità, diverso sì ma non per questo peggiore di noi, né meritevole di esclusione. Eccoli!

1) L’idea che i migranti sono un fenomeno arrestabile è falsa! Non esistono finora precedenti, in nessuna nazione del mondo, che siano riusciti ad arrestare i flussi migratori. Anche il vescovo Montenegro di Agrigento ha detto, pochi giorni fa, che «solo chi non conosce la storia dei migranti può credere e affermare che il fenomeno si possa arrestare».

2) L’idea che i migranti sono un problema anziché un’opportunità è falsa! I problemi esistono, ma la causa non sono gli immigrati in quanto tali, piuttosto la nostra incapacità di organizzare corridoi umanitari di accoglienza e trasparenza e di costruire attivamente le condizioni per una vera integrazione sociale. Le opportunità sono in parte evidenti, e in parte ancora da cogliere, non solo in termini economici, ma anche e specialmente in termini culturali e antropologici, legati all’idea di “uomo planetario” quale protagonista di una comunità globalizzata, non più solo dal punto di vista economico-finanziario, ma anche e specialmente dal punto di vista di solidarietà sociale.

3) L’idea che i migranti costano alla comunità nazionale più di quanto rendano è falsa! In realtà i costi per lo stato sociale che li accoglie sono di 1,4 miliardi di euro inferiori rispetto ai versamenti previdenziali e fiscali effettuati dai migranti alle casse dello Stato, e a fronte di 9 miliardi di spesa sociale, sono stati calcolati 16 miliardi di prodotto interno lordo da essi generato solo in Italia.

4) L’idea che i migranti sono “quelli che vengono dal mare” è falsa! Gli arrivi dal mare sono una percentuale minima rispetto al flusso complessivo di immigrati che negli anni passati, e anche quest’anno, sono entrati nel territorio italiano provenendo dalle vie di terra (autotreni, ferrovie, etc.) o da quelle del cielo (voli aerei), con trasferimenti da paesi dell’Europa comunitaria dell’Est, o con visti turistici poi convertiti in permessi di soggiorno temporanei o permanenti sul nostro territorio. Vero è che la crisi del nostro paese ha portato, per la prima volta nel 2013, a un calo degli ingressi sul territorio nazionale, come certifica l’Istat, e che gli arrivi via mare, specie dopo l’operazione “Mare Nostrum”, sono percentualmente aumentati, ma l’Italia rimane comunque un paese di transito verso altri paesi europei, senza alcun reale appeal per i migranti.

5) L’idea che i migranti sono vittime degli scafisti stranieri è falsa! Basta fare un semplice calcolo: ciascun migrante paga in media 4000 euro per venire in Sicilia, e su un barcone viaggiano normalmente 500 migranti. Sono 2 milioni di euro che entrano nelle tasche dei gestori di questi viaggi della speranza, ma dalle testimonianze degli scafisti emerge che il loro compenso non supera i 20 mila euro. Dove va a finire il resto dei 2 milioni di euro? Chi assolda gli scafisti nei paesi emittenti e chi li sfrutta nei paesi ospitanti? È evidente che una criminalità organizzata internazionale, che ha radici anche in Sicilia, in Italia, in Europa, e non solo in Libia, in Africa o in Asia, svolge una parte significativa ed economicamente prevalente, contro cui nessuno ha il coraggio di alzare la voce.

6) L’idea che i migranti rubano il lavoro ai siciliani è falsa! Non c’è prova alcuna che i giovani siciliani siano pronti a fare i lavori servili cui sono disposti invece i migranti. I giovani italiani continuano a rifiutare i lavori affidati agli immigrati, sia nell’edilizia, sia nella ristorazione, sia di assistenza agli anziani, sia in altri settori di generica manovalanza ma di valore economico determinante per la sopravvivenza delle imprese locali. Peraltro, in provincia di Ragusa, il tasso di nati-mortalita aziendale e cioè il rapporto fra aziende che nascono e aziende che muoiono, è da oltre 5 anni negativo, ma risulta ancora positivo grazie alle imprese create dai migranti, che ormai danno lavoro anche ai ragusani (dati Camera di commercio). Anche il fenomeno degli sbarchi e le accoglienze costituiscono un’occasione di lavoro per i giovani italiani (mediatori, assistenti sociali, operatori sociali etc.) che vi trovano impiego. Basti pensare che i soli progetti dello Sprar porteranno all’economia della provincia di Ragusa oltre 12 milioni di euro in tre anni.

7) L’idea che i migranti in Sicilia sono troppi è falsa! Mentre in Europa essi superano percentuali di popolazione pari al 5 per cento e in alcuni paesi come Germania e Francia sfiorano numeri a due cifre, in Sicilia la percentuale di migranti è solo del 2.8 per cento. Che vuol dire “sono troppi”? Troppi rispetto a cosa? Troppi per chi? Ciò che conta è il numero oggettivo, e quello è, tuttora, più basso in Sicilia che nel resto d’Europa.

8) L’idea che i migranti sono delinquenti è falsa! Non vi sono dati che dimostrano che la propensione al crimine dei migranti, specie dopo l’abrogazione del falso reato di clandestinità, sia superiore a quella dei nostri connazionali. In realtà, esiste solo un rapporto, dimostrato e naturale, fra microcriminalità e situazioni di disagio, microcriminalità e povertà insopportabile, per cui il fattore di rischio non coincide con l’origine etnica ma con la condizione di crescente indigenza in cui la maggioranza degli uomini e delle donne oggi vivono. Peraltro i dati ufficiali mostrano come negli ultimi anni il numero dei reati contro la persona – omicidi, violenza, etc – si è ridotto, mentre sono aumentati i reati contro il patrimonio – furti, truffe, etc. – a conferma del fatto che la causa dei reati non è la radice etnica ma la condizione di povertà sociale. Peraltro, come insegna Cesare Beccaria, la responsabilità è sempre individuale, e non è quindi mai imputabile a una categoria o a una classe particolare.

9) L’idea che i migranti sono un problema di mero ordine pubblico è falsa! I problemi di ordine pubblico esplodono a valle, quando non esiste una politica di prevenzione e integrazione sociale e culturale. Le realtà di esclusione e di emarginazione determinano il disagio che porta a comportamenti irregolari, spesso anche illeciti. Non è certo il Ministro degli Interni, con l’Arma dei Carabinieri o la Polizia di Stato, l’unico interlocutore cui affidarsi per gestire il fenomeno migratorio anche nella nostra provincia, ma con esso e prima di esso dovrebbero esservi i ministri alle Politiche Sociali, alla Pubblica Istruzione, alla Sanità e al Lavoro.

10) L’idea che l’Europa non si fa carico del problema dei migranti è falsa! L’Europa può fare certamente di più, eliminando la clausola che obbliga al diritto d’asilo solo il Paese nel quale i migranti giungono per primi (regolamento di Dublino II). Ma vi è da riconoscere che l’Europa è già impegnata demograficamente, ospitando percentuali di migranti più alte di quella italiana e siciliana in particolare, e finanziariamente, trasferendo milioni di euro per l’accoglienza e l’integrazione sociale dei migranti. L’Europa può fare di più, ma è l’Italia che può e deve fare di più, e che accusa l’Europa per scaricare altrove responsabilità che sono anche sue.

11) L’idea che i migranti portano malattie è falsa! Per compiere traversate come quelle che affrontano i migranti provenienti dal mare è necessario essere in ottime condizioni fisiche. Le malattie che si contraggono nei mesi di permanenza in Libia sono di solito legate alle scarse condizioni igienico sanitarie, ma vengono affrontate con molta professionalità già a bordo delle navi di “Mare Nostrum” e poi sui moli. L’Asp di Ragusa ha riportato che tra i 6.000 arrivati fino al mese di maggio, si sono riscontrati due casi sospetti di tubercolosi, uno di Aids. Il dottor Nunzio Storaci primario di malattie infettive al riguardo dice: «I casi di tubercolosi accertati nei migranti, dall’inizio dell’anno 2014, sono attualmente quattro, mentre i casi notificati a fine aprile 2014, sono in tutto dodici. Di questi, solo quattro sono casi riguardanti i migranti, mentre i restanti otto si riferiscono alla popolazione locale».

12) L’idea che i migranti “poiché non conoscono la lingua e la costituzione italiana” non possono restare in Italia è falsa! Se il principio fosse davvero che l’ignoranza della lingua e della costituzione esclude dalla possibilità di vivere in Italia, allora tanti figli di Italiani dovrebbero essere mandati in esilio. Ma chi di noi accetterebbe un principio del genere? Può il solo fatto che siano nati in Italia giustificare la loro somma ignoranza? E cosa dire dei deputati italiani che non ricordano neppure la data dell’Unità d’Italia, ignorano le norme della Costituzione ed usano, anche in Parlamento, una lingua che fa rabbrividire anche l’uomo della strada? La verità è che il principio, valido se applicabile a tutti, viene usato ad arte solo per nascondere un larvato razzismo contro i migranti.

13)  L’idea che i migranti, “poiché non rispettano le nostre tradizioni” non possono vivere in Italia è falsa! Vale il ragionamento del pregiudizio precedente. Ma che senso ha, tra l’altro, nel mondo globalizzato, parlare di mie e di tue tradizioni? Ciascuno, nel rispetto delle leggi uguali per tutti, porta ovunque con sé le sue tradizioni e le comunica, le confronta, le integra o le distingue dalle altre. Il riferimento fondamentale per la convivenza umana sono le leggi dello Stato, e non le tradizioni, che nella loro diversità costituiscono non un pericolo ma una possibilità di arricchimento reciproco e di crescita per tutti.

14) L’idea che i migranti che vivono nei centri storici sono troppi, e creano il Bronx è falsa! Non sono troppi “loro”, ma siamo troppo pochi “noi” (ammesso che si voglia parlare di loro e di noi). Siamo noi che abbiamo abbandonato in massa, anziché recuperare e riabitare, i centri storici, spinti dall’espansione edilizia nelle periferie della cementificazione. Se siamo pochi noi, è evidente che loro sembrano tanti, ma non è vero che siano tanti. Basta che il calcolo tenga conto, al denominatore, del numero delle case e dei posti letto che esistono nel centro storico. La percentuale che ne viene fuori è quasi irrisoria, per cui l’idea del “troppo” è frutto solo di una distorsione percettiva.

15) L’idea che i migranti fanno oggi concorrenza ai nostri poveri è falsa! La Caritas diocesana di Ragusa afferma che la notizia dei 30 euro al giorno dati direttamente in mano ai richiedenti asilo è una bufala, mentre sono dati veri i 300 milioni dello scandalo della formazione in Sicilia, i due milioni di tangenti per l’Expo 2015, i 130 miliardi di evasione fiscale nel 2013, di cui la GdF riesce a recuperare appena il 10 per cento, i 21 milioni portati all’estero secondo lo scandalo Carige, il credito di 80 miliardi che l’Inps vanta nei confronti di datori di lavoro insolventi, i 130 miliardi annui del giro d’affari della mafia, i 3160 falsi invalidi italiani che sprecano un miliardo e mezzo di euro di denaro pubblico. Chi sottrae risorse ai “nostri” poveri non sono certo i rifugiati!

È falsa infine l’idea – questo non è un pregiudizio, ma un comodo alibi per i politici – che i migranti, per essere inseriti, richiedono tempi lunghi. «I tempi lunghi – come afferma il vescovo Mogavero – li stiamo in realtà riempiendo con i morti».

Nel regno della menzogna, o quantomeno della superficiale distorsione percettiva, non è possibile costruire la pace, la giustizia e la concordia fra gli uomini, poiché la pace, la giustizia e la concordia si costruiscono sulla base della Verità!


Autore

(1961) Direttore della Scuola "F. Stagno D'Alcontres" di Modica, sede decentrata UNIME - Corso di Laurea in Scienze del Servizio Sociale - ideatore e coordinatore scientifico di Corsi di perfezionamento e aggiornamento post-laurea per operatori sociali (www.unimodica.it), da 37 anni è anche Responsabile della Formazione e Comunicazione di Sicindustria Ragusa. Co-fondatore della Scuola dei Beni Comuni di Ragusa, per 9 anni ha diretto l’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali. Già Portavoce del Sindaco di Ragusa e Dirigente della Comunicazione Istituzionale del Comune di Ragusa, è stato Presidente dell’AVIS provinciale di Ragusa, Consigliere Nazionale dell'A.I.F. (Associazione Italiana Formatori) e Presidente del MEIC diocesano di Ragusa. Scrive articoli e brevi saggi di argomento politico, economico, sociale e religioso.



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