Attualità

Pubblicato il 28 Ottobre 2014 | di Alessandro Bongiorno

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La Regione toglie il futuro ai giovani

«Senza educazione la nostra società si autodistrugge»: lo ha detto don Salvatore Frasca, presidente regionale del Cnos (l’ente di formazione professionale dei salesiani) annunciando con amarezza l’intenzione di mettere fine a un’esperienza che, per migliaia di ragazzi, ha significato un lavoro e un avvenire. Se l’ente di formazione professionale dei salesiani è arrivato a pensare a questa soluzione estrema è per i ritardi e la confusione che regnano alla Regione. Per decenni la stessa Regione ha fatto finta di non vedere lo schifo che c’era in questo settore e, dopo che la Magistratura ha iniziato a togliere un po’ di polvere, improvvisamente ha fermato tutto. Penalizzando, ovviamente, chi non ha mai commesso ruberie e ha svolto con serietà e coscienza un ruolo delicatissimo in una terra dove i giovani sono minacciati da tante insidie.

E senza educazione la società si autodistrugge, senza un lavoro un giovane brucia a vuoto entusiasmo ed energie e vede appannarsi i suoi orizzonti. Il lavoro in Sicilia non è mai stato un diritto per i giovani. Da queste parti, i dibattiti sull’articolo 18 si ascoltano quasi con fastidio. Qua non c’è lavoro e, pertanto, non ci sono diritti dei lavoratori da tutelare. La formazione professionale, dando un mestiere ai ragazzi, può essere una risposta a una emergenza sociale. A chi non ha in mano un attestato che certifichi le sue competenze professionali, per trovare un lavoro spesso non restano che tre strade: la raccomandazione del politico, la mafia, l’emigrazione. Alla Regione questo lo sanno ma, così come è accaduto per decenni nascondendo e tutelando gli affari di chi con la formazione professionale voleva solo arricchirsi, fanno ancora finta di non capirlo.

«Stanno cercando di distruggere – ha detto Gianni Iurato, il segretario del Cnos di Ragusa – una delle realtà più belle e utili. I nostri ragazzi sono la vera ricchezza della Sicilia e sono ragazzi che non hanno alternative alla formazione professionale. Siamo davanti a un’ingiustizia. Questi ragazzi non interessano a nessuno. Sono abbandonati da tutti».

Il Cnos di Ragusa per tante generazioni di giovani ha rappresentato la porta d’accesso al mondo del lavoro. Per 50 anni, i corsi di meccanici tornitori, elettricisti, serramentisti, tecnici d’impianti, operatori socio-educativi sono stati una delle realtà più nobili della formazione professionale in Sicilia. Oggi ci sono 180 ragazzi che adempiono l’obbligo scolastico nei laboratori dei salesiani. Molti di loro non potranno completare i corsi e resteranno senza obbligo scolastico adempiuto, senza un attestato, senza la speranza di un’occupazione. Nella loro stessa barca i 27 dipendenti (tra docenti e amministrativi) del Cnos. Devono ancora ricevere 27 mesi di stipendi arretrati. Ogni mattina sono ancora al loro posto al fianco di ragazzi che non vogliono abbandonare.

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Autore

Giornalista, redattore della Gazzetta del Sud e condirettore di Insieme. Già presidente del gruppo Fuci di Ragusa, è laureato in Scienze politiche.



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