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Pubblicato il 12 Novembre 2014 | di Agenzia Sir

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25 anni fa ebbe fine l’incubo della terza guerra mondiale

E’ trascorso un quarto di secolo da quel 9 novembre 1989, il giorno del riscatto della libertà e della democrazia, un giorno che ha toccato da vicino il nostro territorio. Si ricorda benissimo come agli inizi degli anni ottanta l’intera provincia iblea viene scossa da un preoccupante vento di “quasi” guerra, poteva essere potenzialmente la “terza guerra mondiale” che secondo Albert Einstein alla fine si sarebbe combattuta con le pietre e la clava ( ed è facile capire il perché ).

L’ex aeroporto Magliocco di Comiso viene scelto dagli “onnipotenti” per allocare i micidiali “Cruise”: Il 19 agosto 1981 infatti il Governo Spadolini designò l’aeroporto a base missilistica NATO: fra gli anni 1983 e il 1988, fu quindi interessato da una notevole mole d’investimenti per la realizzazione della gran parte delle infrastrutture ancora oggi esistenti, progettate anche per lo stoccaggio di testate nucleari. Da qual momento Comiso, la terra iblea, l’intera Sicilia e l’Italia tutta erano tra i bersagli principe delle forze del blocco comunista. Con i 112 missili Cruise, operativi a partire dal 30 giugno 1983 Comiso diviene una delle principali basi della NATO nel sud Europa durante la Guerra Fredda. La Base in questo periodo ospitò più di 7000 militari di cui la maggior parte era americana.

La base di Comiso assurse quindi alle cronache negli anni ’80 del XX secolo, quando fu oggetto di diverse manifestazioni di organizzazioni pacifiste ( di tutto questa ora rimane la bianca “Pagoda della Pace” costruita sulle alture della città da un monaco buddista, divenuto un novello “apostolo della pace” ). Caduto il muro di Berlino vennero meno le esigenze di difesa dell’Europa al di là della Cortina di ferro, la Base venne smantellata ed il 26 marzo del 1991 verrà rimossa l’ultima batteria di missili Cruise.

Il Muro di Berlino ( in tedesco: Berliner Mauer, barriera di protezione antifascista ) era un sistema di fortificazioni fatto costruire dal governo della Germania Est (Repubblica democratica) per impedire la libera circolazione delle persone tra Berlino Ovest (e quindi la Germania Ovest) e il territorio della Germania Est. È stato considerato il simbolo della cortina di ferro, linea di confine europea tra la zona d’influenza statunitense e quella sovietica durante la guerra fredda.

Il muro divise in due la città di Berlino per 28 anni, dal 13 agosto del 1961 fino al 9 novembre 1989, giorno in cui il governo tedesco-orientale decretò l’apertura delle frontiere con la repubblica federale. Già l’Ungheria aveva aperto le proprie frontiere con l’Austria il 23 agosto 1989, dando così la possibilità di espatriare in occidente ai tedeschi dall’Est che in quel momento si trovavano in vacanza in altri paesi dell’Europa orientale.

Tra Berlino Ovest e Berlino Est la frontiera era fortificata da due muri paralleli di cemento armato, separati da una cosiddetta “striscia della morte” larga alcune decine di metri. Durante questi anni furono uccise dalla polizia di frontiera della DDR almeno 133 persone mentre cercavano di superare il muro verso Berlino Ovest. Alcuni studiosi sostengono che furono più di 200 le persone uccise mentre cercavano di raggiungere Berlino Ovest o catturate ed in seguito assassinate.

Il 9 novembre 1989, dopo diverse settimane di disordini pubblici, il Governo della Germania Est annunciò che le visite in Germania e Berlino Ovest sarebbero state permesse; dopo questo annuncio una moltitudine di cittadini dell’Est si arrampicò sul muro e lo superò, per raggiungere gli abitanti della Germania Ovest dall’altro lato in un’atmosfera festosa. Durante le settimane successive piccole parti del muro furono demolite e portate via dalla folla e dai cercatori di souvenir; in seguito fu usato dell’equipaggiamento industriale per abbattere quasi tutto quello che era rimasto. Ancora oggi c’è un grande commercio dei piccoli frammenti; il prezzo può variare a seconda della grandezza di questi. La caduta del muro di Berlino aprì la strada per la riunificazione tedesca che fu formalmente conclusa il 3 ottobre1990.

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