Pubblicato il 17 Novembre 2014 | di Agenzia Sir
0Vittime di Nassirya, il loro sacrificio non è stato vano
Nella omonima piazza antistante la Caserma dei Carabinieri del Comando Provinciale di Ragusa si sono ricordati tutti i militari e i civili martiri di Nassirya, orrendamente assassinati nella città Irachena la mattina del 12 novembre 2003.
Alle ore 10,00 è stata celebrata la toccante cerimonia organizzata dal Comandante Provinciale Ten. Col. Sigismondo Fragassi, alla presenza delle massime autorità civili e militari della Provincia ( tra cui il Prefetto Vardè e il Sindaco Piccitto ), gli Ufficiali, i Marescialli, i Brigadieri, gli Appuntati e i Carabinieri dipendenti, una rappresentanza dell’Associazione Carabinieri in congedo, unitamente alle Associazioni Combattentistiche delle varie Armi, nonché le vedove e gli orfani dell’Arma ed una rappresentanza dei ragazzi dell’Istituto scolastico F. Crispi. Dense di significato le parole del Comandante Provinciale Fragassi che tra l’altro ha detto : “…quel tragico giorno l’Arma ha scritto una delle pagine più fulgide della sua bicentenaria storia. Significativi i due alberi di ulivo collocati ai lati del “cippo” a testimoniare la sempre viva presenza dai Carabinieri nel tessuto sociale nazionale a difesa della libertà e della legalità “. Durante la cerimonia è stata deposta una corona d’alloro al monumento dedicato ai Caduti di Nassiriya posto dinanzi alla caserma. La funzione religiosa è stata officiata da padre Giuseppe Ramondazzo, parroco della parrocchia Santa Rosalia e padre Giorgio Occhipinti, cappellano dell’Ospedale Civile. E’ seguita la lettura da parte di un Carabiniere-donna della preghiera della pace: il momento topico della cerimonia a nostro parere è stato l’ascolto delle note del silenzio fuori ordinanza emanate dalla tromba di un militare.
Quel tragico giorno – come si ricorderà il 12 novembre 2003 – alle ore 10.40 locali (08.40 in Italia), un camion cisterna pieno di esplosivo esplose davanti la base MSU ( Multinational Specialized Unit ) italiana dei Carabinieri, provocando la morte di diverse persone tra Carabinieri, militari e civili. Il camion, solo grazie al fuoco aperto da una delle vittime, non esplode all’interno della caserma ma sul cancello di entrata, evitando così una strage di più ampie proporzioni. I primi soccorsi furono prestati dai Carabinieri stessi, dalla nuova polizia irachena e dai civili del luogo. Nell’esplosione rimase coinvolta anche una troupe cinematografica che si trovava sul luogo per girare uno sceneggiato sulla ricostruzione a Nassirya da parte dei soldati italiani, nonché i militari dell’esercito italiano di scorta alla troupe che si erano fermati lì per una sosta logistica.
Il Comando dell’Italian Joint Task Force (IJTF) si trovava a 7 chilometri da Nassiriya, in una base denominata “White Horse”, distante circa 4 chilometri dal Comando USA di Tallil. Il Reggimento MSU-IRAQ, composto da personale dei Carabinieri Italiani e dalla Polizia Militare Romena (a cui poi si aggiungeranno, a fine novembre 2003 120 uomini della Guardia Nazionale Portoghese), era diviso su due postazioni: la base “Maestrale” e la “Libeccio”, entrambe poste al centro dell’abitato di Nassirya.
Era infatti intendimento dei Carabinieri posizionarsi nell’abitato per un maggior contatto con la popolazione. Presso la base “Maestrale”, che durante il regime di Saddam era sede della Camera di Commercio, era acquartierata l’Unità di Manovra. L’altra sede, “Libeccio”, distante poche centinaia di metri dalla prima, venne danneggiata anch’essa dall’esplosione. Due mesi dopo l’attentato, il Reggimento CC lasciò definitivamente anche la Base “Libeccio”, trasferendosi alla base di “Camp Mittica” nell’ex aeroporto di Tallil, a 7 km da Nassirya.
Morirono nell’attentato dodici carabinieri: i Marescialli Enzo Fregosi, Giovanni Cavallaro, Alfonso Trincone, Filippo Merlino, Massimiliano Bruno, Alfio Ragazzi, Daniele Ghione, i Vice Brigadieri Giuseppe Coletta e Ivan Ghitti, l’Appuntato Domenico Intravaia, i carabinieri scelti Andrea Filippa e Horacio Majorana; cinque militari dell’Esercito italiano: il Tenente Massimo Ficuciello, il Maresciallo Silvio Olla, i Caporali Emanuele Ferraro, Alessandro Carrisi e Pietro Petrucci; due civili italiani: Marco Beci (cooperatore internazionale), Stefano Rolla (regista cinematografico).