Approfondimenti

Pubblicato il 27 Gennaio 2015 | di Mario Cascone

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Le religioni ispiratrici di violenza?

Abbiamo tutti vissuto con dolore i tragici fatti accaduti a Parigi, deplorando in maniera molto ferma il terrorismo islamico e l’uso blasfemo del nome di Dio nell’uccidere i propri simili. Senza alcuna pretesa di dire cose nuove rispetto ai numerosi commenti che sono stati fatti sull’episodio di “Charlie Hebdo”, vorrei anch’io prospettare schematicamente qualche idea che mi è balenata in mente a questo proposito.

Una bestemmia uccidere in nome di Dio. La coloritura religiosa della violenza è senza dubbio fra le più inquietanti, perché conferisce alla violenza una ferocia che altre motivazioni (sociali, politiche, economiche) non sono in grado di dare. Dobbiamo tutti riflettere sul pericolo di un uso ideologico e fondamentali stico della fede religiosa, così come dobbiamo indicare come pura bestemmia la pretesa di uccidere nel nome di Dio. Chi fomenta ogni forma di fondamentalismo religioso è, da questo punto di vista, colpevole. La fede non può provocare lo scontro, ma l’incontro; non la morte, ma la vita; non la violenza, ma la pace.

No allo scontro di civiltà. Su questa base va evitata la deriva ideologica di chi invoca lo scontro di civiltà, in nome di presunti pericoli di una “islamizzazione dell’Occidente” o di invasioni tese a sradicare le nostre radici. Se c’è una cosa che i terroristi islamici cercano di provocare è proprio questo scontro di civiltà e di religioni, che sicuramente provocherebbe una guerra senza fine, dalle proporzioni inimmaginabili. Noi tutti dobbiamo batterci per la pacifica convivenza delle diverse religioni e per la loro collaborazione in ordine alla costruzione della pace.

Il ruolo del cristianesimo. Quest’intento si consegue con un’incisiva opera culturale, che non releghi le religioni a fenomeni marginali o privatistici, ma riesca ad esaltarne il ruolo prezioso in ordine alla costruzione della civiltà dell’amore. In questo senso risulta importante avvalersi di tutti gli strumenti educativi per diffondere i valori autentici che le grandi religioni veicolano. È fuor di dubbio, a questo riguardo, che il cristianesimo ha da svolgere un ruolo fondamentale, perché propone gli ideali evangelici di una pace costruita sul fondamento della giustizia, di una persona che è centro e misura di ogni realtà, di un amore che rappresenta la sintesi essenziale dell’etica.

Non solo Parigi. Un’ultima annotazione. Mentre tutto il mondo giustamente condannava l’episodio accaduto a Parigi, in Nigeria venivano uccise più di duemila persone da parte di altri fondamentalisti islamici. La grande stampa ne ha appena accennato, così come si occupa di rado dei numerosi cristiani che vengono barbaramente uccisi in varie parti del mondo a motivo della loro fede. Quanto accade nel Sud Sudan, in Nigeria, in Somalia, in Siria, in Iraq e in tante altre parti del mondo non può passare sotto silenzio, perché non ci sono morti di serie A e morti di serie B. Non vorrei che i cristiani e i musulmani perseguitati ed uccisi nei Paesi più poveri fossero considerati come morti insignificanti…


Autore

Sacerdote dal 1981, attualmente Parroco della Chiesa S. Cuore di Gesù a Vittoria, docente di Teologia Morale allo studio Teologico "San Paolo" di Catania e all'Istituto Teologico Ibleo "S. Giovanni Battista" di Ragusa, autore di numerose pubblicazioni e direttore responsabile di "insieme".



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