Cultura

Pubblicato il 17 Febbraio 2015 | di Gian Piero Saladino

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Libro digitale: origini e prospettive culturali

saladino_1_1Verrà presentato a Ragusa, il 27 Febbraio 2015 alle 19.00, presso la Libreria Flaccavento di Ragusa, il nuovo libro di Andrea Parasiliti, La Totalità della Parola: Origini e prospettive culturali del libro digitale (Baglieri, 2014), un originalissimo libro sul libro e sulle tecnologie della parola.

La dedica al filosofo e sociologo Luciano Nicastro, allievo come Andrea del Collegio Augustinianum dell’Università Cattolica di Milano, che è apposta in calce all’inizio del volume, tradisce un percorso intellettuale trasversale nutrito di letteratura, storia del libro ma anche e soprattutto di filosofia e di relazioni.

Il volume, inserito all’interno della collana Ulisse di Sonia Baglieri, si presenta come un sottile continuum del suo primo libro, Diceria dell’untore fra esegesi e ebook, nel quale Parasiliti non solo teorizza, ma delinea lucidamente le caratteristiche di un nuovo umanesimo critico e socializzabile che, almeno in possibilità, potrebbe scaturire da un uso umanistico delle nuove tecnologie del libro.

Per Andrea Parasiliti, allievo e collaboratore di Edoardo Barbieri, fra gli storici del libro più illustri dei nostri tempi (direttore della Bibliofilìa di Leo S. Olschki), col termine iPad non si definisce uno strumento multimediale, ma un supporto magico che nulla di nuovo adduce nel mondo della scrittura, se non una qualche “unimedialità”, una sintesi di esperienze antiche, ampiamente utilizzate in ambito cristiano a partire dal V secolo e interrotte dall’avvento del libro tipografico: «Lo stesso cristianesimo, data la sua peculiarità di evento comunicativo, adottando ogni mezzo a sua disposizione al fine di annunciare e rendere comprensibile la buona novella con il libro (commentato, glossato e dotato di strumenti di navigazione testuale), con la predicazione, con le immagini e talvolta attraverso il loro intreccio (si pensi ai mosaici commentati ai fedeli oppure agli Exultet meridionali), sembra aver già percorso le strade che il libro digitale, sfruttando le potenzialità del nuovo supporto, potrebbe in potenza seguire e sintetizzare».

Essendo il passato, come ricorda l’autore, sempre il prologo, dopo l’invocazione all’antico protettore degli inizi, Giano, che non a caso è sempre bifronte, ecco lo spoglio degli antichi supporti della scrittura, «non per ottenerne un mero elenco, quanto piuttosto perché ognuno di essi aveva un particolare significato che andava al di là del loro utilizzo pratico».

Scritto in uno stile brillante, sempre frizzante e a tratti giornalistico, il saggio del giovane validissimo studioso di origini chiaramontane conduce il lettore in un viaggio nel passato, nel vivo della storia della parola-scrittura e dei supporti che mano a mano essa sembra avere richiesto, al fine di costruire categorie interpretative per decifrare la parola dei nostri tempi, la parola digitale. E dando così prospettive umanistiche all’editoria dei nostri tempi, che sembrava essere diventata un lavoro buono solo per informatici.

Ecco spiegata la presenza di un intero capitolo sulla scrittura nel mondo mesopotamico, egizio ed ebraico, condotto attraverso un dialogo costante con Scott Bryon Noegel dell’Università di Washington, il quale fra le altre cose ha affidato ad Andrea la traduzione delle sue New Observations on Scribal Activity in the Ancient Near East, pubblicate in italiano dal CRELEB di Milano, ovvero il Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Bibliotechedell’Università Cattolica nel Giugno del 2014.

Il libro è stato finanziato, oltre che dall’Ufficio per le Comunicazioni Sociali della Diocesi di Ragusa e da due studiosi amici di Andrea che vivono uno a Istanbul e l’altro a Dresda, soprattutto – e per una curiosa casualità – dall’Università Cattolica di Brescia. Dico curiosa perché Andrea si sofferma sulla figura del “bresciano” Alessandro Paganino: Editore ma anche tipografo del primo ‘500, disegnatore e fonditore di caratteri, libraio e proprietario di cartiere sulle Riviere del Garda, che lascia il suo nome legato alla propria scomparsa avvenuta sulle coste della Turchia nel 1536, dove si era recato con una imbarcazione piena di edizioni del Corano in arabo da lui stampato dopo averne fuso lui stesso i caratteri.

Ci racconta Andrea che, il temerario e visionario Paganino appena giunto, i saraceni avessero preso in mano i libri e datogli fuoco, vuoi perché vari errori vi erano disseminati, vuoi perché la calligrafia nel mondo musulmano è arte sacra.

La vicenda del Corano arabo di Paganino, oltre che risultare di estrema attualità, avverte il lettore sulla Sacralità della Parola e sui limiti che la Tecnica non tanto deve imporsi, ma riceva dalla Parola stessa: come se non siano le innovazioni a influenzare la Parola, ma la Parola a decidere quando e come farsi imprimere su di un supporto.
Il volume ha in copertina un dipinto del pittore naturalizzato fiorentino, ma di origini chiaramontane, Giorgio Distefano, a conferma della matrice colta e della volontà di unire in sinergia talenti iblei. Il Tailoring #2 – questo il nome dell’opera di Distefano, che ha esposto questa Estate sia al Palazzo Montesano di Chiaramonte Gulfi sia a Ragusa a Palazzo Zacco – è stato scelto dall’autore «in quanto sembra rappresentare un nuovo mondo che nasce dalle mani dell’uomo e che nelle sue mani sembra contenersi».

I capitoli terminano con una serie di interviste a grandi personaggi della scrittura, dell’editoria e degli studi librari e filosofici del nostro paese fra i quali Pietrangelo Buttafuoco studioso della Buttanissima Sicilia ma, nel caso di Andrea, studioso dell’Oriente, Gino Roncaglia autore della Quarta Rivoluzione e lume degli studi editoriali e digitali, Giuseppe Laterza proprietario dell’omonima casa editrice figlia di Benedetto Croce.
Il volume è impreziosito dalla prefazione dello stesso Edoardo Barbieri e di Massimo Marassi, filosofo della Storia, ordinario di filosofia Teoretica alla Cattolica di Milano, oltre che essere stato allievo di Ernesto Grassi e Martin Heidegger e attuale direttore della «Rivista di Filosofia Neoscolastica».

Come a dire che Andrea Parasiliti oltre ad avere una penna veloce e attenta, è riuscito a cucire un testo inedito nel panorama storico-editoriale, e continuando la sua collaborazione con la Baglieri Editrice è propulsore di vita e scambio culturale profondo nella nostra remota ma fertile provincia siciliana.
Una volta chiesi ad Andrea il perché di questa scelta. Lui mi rispose: «Checché se ne dica, la Sicilia è Mediterraneo ed è Oriente».

L’articolo è stato pubblicato su Operaincerta.it n° 114 del 14/02/15

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Autore

(1961) Direttore della Scuola "F. Stagno D'Alcontres" di Modica, sede decentrata UNIME - Corso di Laurea in Scienze del Servizio Sociale - ideatore e coordinatore scientifico di Corsi di perfezionamento e aggiornamento post-laurea per operatori sociali (www.unimodica.it), da 37 anni è anche Responsabile della Formazione e Comunicazione di Sicindustria Ragusa. Co-fondatore della Scuola dei Beni Comuni di Ragusa, per 9 anni ha diretto l’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali. Già Portavoce del Sindaco di Ragusa e Dirigente della Comunicazione Istituzionale del Comune di Ragusa, è stato Presidente dell’AVIS provinciale di Ragusa, Consigliere Nazionale dell'A.I.F. (Associazione Italiana Formatori) e Presidente del MEIC diocesano di Ragusa. Scrive articoli e brevi saggi di argomento politico, economico, sociale e religioso.



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