Cultura

Pubblicato il 2 Marzo 2015 | di Redazione

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“MISTERIUM HOMINIS” di Luciano Nicastro

La presentazione del libro all’interno della manifestazione “LIBeRI a Ragusa” a cura di Federica Siciliano

Con il “Misterium Hominis” di Luciano Nicastro si perviene alla concezione assoluta dell’etica esistenziale, alla morale ideologica del circolo vitale e dei suoi punti cardinali, in cui persone umane posseggono la bussola di orientamento sociale e trascendentale, che le indirizza nella reale direzione dello scambio giusto e proficuo, in cui individui invece perdono la materia orientante che li fa addentrare nei processi dell’alienazione e del disumano.

Il corpo diventa lo sciangai capitalista su cui appendere l’economia e i suoi semi di sviluppo, dimenticando la dimora psichica in cui alloggia.

Semi alimentati dai pesticidi che avvelenano il sistema riproduttivo divinatorio, perdendo la linfa originaria proveniente dalla terra e dai flussi cosmici.

L’Uno si sdoppia per rincorrere il desiderio della ricchezza superficiale e vuota, che l’unità in rivoluzione beffeggia e ne combatte i meccanismi robotici contrari all’individualismo e al personalismo.

Lo svuotamento intellettivo porta all’ignoranza inconsapevole dell’assoluto e delle sue forme intrinseche, piene di sacralità e di potenza generatrice.

Il Dio Denaro riempie metaforicamente le tasche di un accumulo inconsistente, che trova nella generosità del mercato circolare i suoi fori tessili.

L’antropologia può ritrovare respiro nella parola e nel lavoro non usurante, che restituisce quella conoscenza abissale propria dello spirito osservatore, che medita sulle incongruenze retoriche e pragmatiche.

Il relativismo allontana l’uomo dall’assoluto, che è principio ossigenale del pianeta, dell’ambiente e della società. Una volta persi i valori e gli ideali si giunge ad un cannibalismo ferino, che violenta le essenze e deturpa la bellezza.

Il dominio sulla natura effettuato dalla tecnologia e dalla scienza ha trasformato l’uomo in un’entità addormentata, in un automa dallo sguardo accecato di fronte all’ingiustizia, alla violenza sanguinaria e subdola.

L’essere tecnologico ha subìto una disattivazione dei sensori di critica e di libero pensiero, al punto che sensibilmente non è in grado più di stabilire il vero dal falso.

L’artificiale ha attivato il sensibile percettivo, scollegando l’essenziale dell’oltre, visibile solo ad un livello sensoriale superiore, carpito solo da un’anima cosciente di un dono primordiale.

La coscienza riflessiva coglie ogni sfumatura dell’estatico splendore, assorbendo dentro di sé quelle radiazioni luminose di sfida e rinascita.

Liberato dalla nebbia l’uomo scopre il mistero e i suoi labirinti di perdizione, ma possiede quel filo di Arianna che gli permette di arrivare fino ai più profondi saperi, per poi ripercorrere la strada del ritorno aperto e luminoso.

Le scoperte scientifiche, di gatesiana manifattura, hanno un ruolo determinante nel dialogo tra gli esseri umani, influenzano la dispersione dei lumi della ragione e delle emozioni interiori.

“Uomo risvegliati dall’anestetizzante capitalista,

e porgi lo sguardo alle sacrali pennellate

di questo universo martoriato,

dove i microchip hanno preso il posto delle cellule,

dove il wireless ha sostituito la pelle,

dove non si coglie più bellezza se non nella violenza e nel frastuono.

Alzati e ribellati,

prima che il database sia programmato per una riproduzione in serie.”

L’informazione diventa fittizia e perennemente oscurata dal velo del progresso, che uccide il giudizio soggettivo, spezza gli atti rivoluzionari in difesa della morale e dell’etica.

Nicastro cita il professore di economia Hanson per descrivere l’evoluzione del nuovo millennio: “I nostri discendenti non saranno più, per molti aspetti, umani soliti: saranno appunto “transumani” e persino post-umani.”

La povertà visivo-relazionale porterà all’isolamento e all’indifferenza, con il successivo bendaggio della pupilla eidetica.

L’escatologia conseguente è una sequela di immagini apocalittiche, in cui l’identificazione numerica contraddistinguerà la specie, trasformata in macchina parlante ma non teoretica.

Il professore Nicastro riporta un passo della filosofa De Monticelli, la quale sostiene che: “Sono i nostri amori e non i nostri umori che ci rivelano a noi stessi e agli altri; sono le nostre prese di posizioni affettive che ci rivelano l’ordine di ciò che ci sta a cuore, e non c’è altro accesso al cuore di una persona che l’ordine dei suoi amori.”

La passione orienta la vita spirituale verso sentieri di costruzione e di metanoia, in cui il passo affronta ogni ostacolo in maniera diretta, con una convinzione proiettata verso un obiettivo alto tanto da toccare il cielo, con l’espandersi verso un immenso in cui si perde e si risorge.

Come nella caverna di Platone, l’uomo si confronta con le proprie ombre, pensando che sia la parte primaria dell’essere; la scoperta della luce esterna lo immette nella mistica verità resa intellegibile e non sensibile. Il corpo assume le sembianze di una prigione in cui l’anima è incatenata e può liberarsi con le concezioni trascendentali e morali.

Saper carpire il contenuto della realtà è fattibile con i confronti tra le sue condizioni naturali-sociali e i progetti umani di annientamento globale.

L’ideale di Locke, basato sul rispetto dei diritti naturali, varca frontiere spinate, il cui scopo è gettare corrente sulle azioni empiriche.

L’esperienza rende l’uomo libero di scoprire ciò che resta celato all’apparenza, trovando il gene riprodotto in serie e lottando per l’unicità cromosomica.

Il cogitare crea l’imperfezione mentre la mente dubita e sonda il circostante.

Il nichilismo mediatico deve essere fronteggiato dalla schiera coraggiosa dei sensibili, che con “spade lucenti” distruggono ogni chiusura raziocinante e conquistano il risveglio delle coscienze.

Il vivere consumistico deve essere sostituito dal sostentamento vitale e la conoscenza deve aggirarsi tra gli scaffali bibliotecari e le copertine wabi.

Nicastro scrive: “L’uomo è il desiderio intellegibile, emozione che interroga e sperimenta l’inedito e il mistero dell’unità dell’io-corpo-mente-sentimenti, di una circolarità che si nutre continuamente.”

La fame spirituale arde nel momento stesso in cui si scopre il fuoco e l’energia interiore, portando un lavoro concreto di perlustrazione psichica.

Fino a quando l’uomo compie la virtualizzazione della realtà dell’esistenza e non la virtualità interna dell’esistenza sarà destinato a diventare straniero tra i suoi simili, a sedere su tavole imbandite ma con un’incomunicabilità simposiale: “Se l’ultimo Dio è diventato INTERNET, l’uomo si sta avviando all’ibridazione della sua natura specifica con l’innesto artificiale di progressive protesi e tipiche di un robot.”

 

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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