Vita Cristiana

Pubblicato il 17 Marzo 2015 | di Agenzia Sir

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Tempo di Pasqua tempo di precetto: destinatari gli operatori sanitari

Un appuntamento importante ogni anno, durante la preparazione alla Pasqua, quello del precetto: sarà il vescovo della nostra diocesi mons. Paolo Urso, a celebrare, venerdì 20 marzo, nella chiesa di San Giuseppe Artigiano in via Pietro Nenni, con inizio alla ore 16, il precetto pasquale rivolto alle associazioni di volontariato sanitario e parrocchiale, ai medici, agli operatori sanitari, ai laici impegnati nella pastorale della Salute. L’iniziativa, come ogni anno, è promossa dall’ufficio diocesano diretto da don Giorgio Occhipinti. Tutte le associazioni presenti collaboreranno per l’animazione della santa messa. “Saremo, ancora una volta – dice don Occhipinti – tutti assieme in segno di unità, insieme per servire nel proprio specifico gli ammalati e le varie forme di fragilità. Significativo il fatto che avremo la presenza di una corale che sarà composta dai ragazzi dell’Anfass, del Csr e dell’Arthai. All’iniziativa sarà presente anche il maestro Franco Cilia che, per l’occasione, ci ha gentilmente messo a disposizione la bellissima immagine di Cristo Risorto che sarà apposta sulle locandine e sulle immaginette che, al termine della funzione religiosa, saranno distribuite ai presenti”. Il precetto pasquale è l’occasione per dare vita ad un incontro gioioso di tutte le realtà operanti nel mondo della salute del nostro territorio. “E’ un momento di incontro e riflessione – aggiunge don Occhipinti – sul ruolo che ogni giorno viene portato avanti per il bene comune. Non dimentichiamo che insieme con i medici e con gli operatori sanitari, ogni associazione partecipa alla costruzione del territorio ibleo grazie alle proprie attività, alle pratiche quotidiane. In virtù delle quali, sia nel campo specifico del sociale o sociosanitario, e in quello educativo, culturale, ambientale, ciascun partecipante contribuisce a creare humus, terreno fertile per la crescita delle persone, per l’uscita dall’isolamento dalle troppe fragilità”.

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