Vita Cristiana

Pubblicato il 23 Marzo 2015 | di Agenzia Sir

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Il Precetto pasquale per gli operatori sanitari celebrato dal Vescovo

2Un’atmosfera densa di umanità ha aleggiato nella grande chiesa di San Giuseppe Artigiano, soprattutto, spiritualmente intensa.

Si può definire così la partecipazione dei rappresentanti e degli assistiti delle associazioni di volontariato che assieme a medici, operatori sanitari e laici impegnati nella Pastorale della salute, si sono ritrovati per prendere parte al tradizionale appuntamento con il precetto pasquale promosso dall’Ufficio diocesano competente. A officiare la solenne concelebrazione non poteva mancare il nostro amatissimo mons. Paolo Urso ( che forse a breve si appresta a lasciarci in quanto il prossimo mese raggiunge i limiti di età ) , con lui sull’altare il direttore dell’Ufficio diocesano, don Giorgio Occhipinti, e don Salvatore Giaquinta, cappellano ospedaliero al Maria Paternò Arezzo. “Ancora una volta – ha detto – questo momento di incontro, nel periodo che anticipa la Pasqua, ci serve a rimarcare come occorre essere tutti al servizio del malato, ognuno per la propria specificità, ma sapendo che il nostro fine ultimo deve essere quello dell’assistenza, materiale e spirituale”. A rendere ancora più significativo questo momento il fatto che l’Anffas, il Crs e l’Arthai si siano messi assieme per formare la corale che ha animato la santa messa con canti gioiosi. Il vescovo ha poi spiegato la particolarità di questa celebrazione rivolta, in primo luogo, ai più bisognosi, a chi ha necessità di assistenza. “Questo momento del precetto – ha continuato mons. Urso – diventa per tutti coloro che operano per esprimere la loro vicinanza alle persone in difficoltà come una vera e propria manifestazione del nostro impegno nei confronti di fratelli e sorelle e anche come impegno nei confronti del nostro Dio. Noi vogliamo ascoltare ciò che il Signore ci dice, vogliamo viverlo in maniera intensa, rendendoci più vicini alle persone che ascoltano”.

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Il vescovo, dopo, ha ricevuto alcuni cesti contenenti dei ramoscelli d’ulivo dagli operatori presenti, a simbolo dell’impegno di ciascuno di loro nel fornire sostegno agli assistiti, un compito molto duro e delicato. E i malati hanno reso più emozionante il momento dell’offertorio interagendo con mons. Urso. Nel suo intervento, don Occhipinti ha ribadito che insieme con i medici e con gli operatori sanitari, “ogni associazione operante sul nostro territorio contribuisce a costruire la rete di solidarietà e sostegno nei confronti di chi ha maggiori necessità. Ci poniamo l’obiettivo – ha aggiunto don Occhipinti – di creare un vero e proprio terreno fertile per fare uscire le persone dalle troppe fragilità da cui le stesse sono investite”. Tra i presenti anche i rappresentanti dell’Unitalsi e dell’associazione nazionale carabinieri con il comandante provinciale dell’Arma Sigismondo Fragassi (nella foto a destra).

Il maestro Franco Cilia ( suo il Cristo Crocifisso sotto l’altare ), che ha fatto dono di un’opera raffigurante il Cristo Risorto apposta sulle immaginette distribuite ai 3fedeli, ha declamato alcuni versi riguardanti la condizione dell’uomo e la ricerca della sua salvezza attraverso la figura di Gesù. Don Occhipinti, inoltre, nell’immaginetta, ha riportato, come omaggio al vescovo, alcune parole tratte dal messaggio pasquale che mons. Urso aveva diffuso nel 2006, dicendo: “Con le parole che San Paolo scriveva alla comunità di Roma, dico a tutti voi: il Dio della speranza vi riempia, nel credere, di ogni gioia e pace, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito santo”.

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