Pubblicato il 16 Giugno 2015 | di Agenzia Sir
0San Pio ha fatto più rumore da morto che da vivo
16 giugno 2002, un giorno che certamente tutti ricordiamo, a Roma viene Canonizzato il Beato Padre Pio, l’umile frate con le stimmate. Ad esultare non è stata soltanto la comunità di S.Giovanni Rotondo, ma tutta la gente di Fede.
Sono trascorsi quarantasett’anni dal Suo Transito e questa figura carismatica è radicata più che mai nei cuori di milioni di fedeli in tutto il mondo specie dopo essere salita agli onori degli altari: un evento non usuale per la Chiesa. E per quanti oggi si portano in San Giovanni Rotondo è l’occasione per fare o rifare i percorsi canonici: la Grande chiesa dedicata al Santo, il vecchio sito della Tomba, la Cella, la Via Crucis, la Chiesa di S. Maria delle Grazie, la vecchia Chiesa con il Suo Confessionale, il Convento, e si potrà ammirare soprattutto la immensa nuova Basilica fortemente da Lui voluta, e la originale Cripta “d’oro” (dove è stato traslato, seppur con qualche iniziale dissenso, il sarcofago di Padre Pio) uno stupendo complesso avvenieristico di inusitata bellezza e maestosità, idoneo ad ospitare decine di migliaia di pellegrini assetati di Fede.
L’umile Cappuccino è certamente la figura più emblematica e discussa di questi ultimi decenni: su di Lui si sono scritte e si sono detti fiumi di parole, che affiorano nella mente del pellegrino, specie quando volge lo sguardo alla bianca e imponente costruzione che si staglia poco distante dal Sacro Convento, la Casa Sollievo della Sofferenza, divenuta il punto di riferimento mondiale dell’opera terrena di P.Pio, per la cui realizzazione tanto ebbe a soffrire!
Oggi il ricordo in modo particolare è di quanti hanno avuto la gioia di conoscerLo personalmente e quanti sono stati da Lui “toccati” nel corpo e nello spirito. E poi ci sono quelli che anche continuano a sentire inconsapevolmente la Sua presenza legata a quell’inebriante profumo di strani fiori e chi scrive, parecchi anni or sono, ne è stato – certamente indegnamente – ignaro protagonista).
Un fenomeno inspiegabile dicono molti quello del passaggio di P.Pio nel recente fine millennio, una presenza sconcertante sussurrano altri, le testimonianze di vita vissuta da parte dei protagonisti possono sembrare a volte inverosimili (come negli svariati casi di bilocazione), certamente inspiegabili con la sola forza della ragione: per tutti il Frate di Pietrelcina è un segno del Divino.
E chissà che non sia stato un segno del Divino la morte del Frate in quel 23 settembre 1968, l’anno della contestazione, che ha profondamente segnato l’evoluzione sociale e spirituale di questo nostro tempo contemporaneo.