Pubblicato il 25 Giugno 2015 | di Redazione
Tutti i momenti del Festival delle Relazioni
“Integrare, una sfida difficile ma necessaria”. Questo il tema del convegno che ha aperto il Festival delle Relazioni “Le onde e il mare” organizzato dalla Fondazione San Giovanni Battista di Ragusa.
E inizio migliore non poteva auspicarsi. L’auditorium della Camera di Commercio è stato teatro di un confronto di alto livello. Ad inaugurare i lavori i presidenti onorari del Festival. “La comunità cristiana – spiega il vescovo Paolo Urso – è attenta ai fenomeni e vuole rispondere in modo corretto a ciò che avviene intorno. Non ci spaventiamo delle sfide, ma le guardiamo con grande realismo, consapevoli che affrontarle e superarle significa far crescere le comunità. Mi auguro che Ragusa possa affrontare insieme le sfide che l’attendono”. “Questa iniziativa – aggiunge il Prefetto Annunziato Vardé – è una manifestazione importante specie nel particolare momento storico che stiamo vivendo con flussi migratori imponenti”. “Abbiamo voluto che il festival mettesse al centro le relazioni – ricorda Tonino Solarino, presidente della Fondazione San Giovanni – perchè su questo tema poggia la grande sfida che abbiamo davanti. Il rischio è che ci sia l’incapacità assoluta di incontrare l’altro. Papa Francesco ci ha detto che alzare muri è facile, il difficile è buttarli giù. Oggi, in tema di imigrazione, abbiamo bisogno di risposte politiche, tecniche, culturali”. Il presidente di Caritas italiana, cardinale Francesco Montenegro affronta il tema con assoluta competenza. “Non esiste la cultura dell’occidente, esistono tante culture, abbiamo qualcosa da dare ma tanto da ricevere. Se metà della popolazione mondiale vive con 2 dollari al giorno, se ciò che mangia un americano equivale a quel che mangiano 1000 africani, non dovrebbe essere difficile capire le motivazioni di questi viaggi della speranza. Fino a quando l’immigrazione sarà considerato un problema di sicurezza l’aspetto umanitario resterà in secondo piano. Non è alzando muri o bucando i barconi che si risolve il problema”. Di natura tecnica l’intervento del prefetto Rosetta Scotto Lavina, vice capo dipartimento e direttore centrale delle politiche dell’immigrazione e dell’asilo. “Le onde e il mare – afferma – ci richiamano a pensieri giocosi, ma il mare evoca altri pensieri in chi lo deve attraversare per fuggire dalle guerre e per un futuro migliore. I flussi migratori non si fermeranno. È la nostra legislazione che ci impone di accolgiere chi richiede asilo”. Lucia Iuzzolini, responsabile del settore legale della rete Sprar ha ripercorso le fasi dell’accoglienza dei richiedenti asilo ricordando come il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati si componga di ben 430 progetti che coinvolgono 379 enti locali. In conclusione, il segretario generale della Camera di Commercio, Carmelo Arezzo, ha ribadito, su base statistica l’importanza delle presenze di stranieri per l’economia iblea. Al termine sono stati premiati i vincitori dei concorsi per le scuole sul tema “Le onde e il mare”. Per la sezione “Lettera a un coetaneo straniero” hanno vinto Anita Armenia e Alessia Gennuso dell’Istituto “Carlo Amore” di Modica. Secondo classificato Elia Astrid , della scuola “Quasimodo” di Ragusa. Terzo premio per Lucia Traina dell’Istituto comprensivo “Crispi” di Ragusa. Per la sezione “Art work” Chiara Noto e Ottavia Raniolo dell’Istituto Tecnico Commerciale “Fabio Besta” si sono aggiudicate il primo premio. Secondi classificati Anita Maiolino (II Liceo Classico) e Francesco Roccuzzo (IV H Liceo Scientifico). Terzo posto per Kalemay Kelmenta e Claudia Zito dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Galileo Ferrarsis” di Ragusa.
Roberto Cacciapaglia ha firmato il primo appuntamento musicale del “Festival della Relazioni – Le onde e il mare” nella Cattedrale San Giovanni Battista di Ragusa. Un artista di grande spessore che ha saputo riscaldare i cuori dei tanti presenti. Migliaia tra fans, appassionati e cultori della musica, giunti da tutta la Sicilia e da varie parti d’Italia per ascoltare suoni che regalano suggestioni ed emozioni senza confine. Padre Gino Alessi, parroco della Cattedrale, ha spiegato di aver accettato immediatamente e con gioia la proposta della Fondazione San Giovanni Battista di realizzare questo evento dentro una struttura sacra, simbolo per eccellenza del dialogo e della relazione. Le note del pianoforte a coda hanno conquistato la platea. “Antartica”, “Nuvole di luce” e brani tratti dal suo ultimo lavoro “Tree of life”, realizzato in occasione dell’inaugurazione di Expo 2015, si sono diffuse nell’aria creando un atmosfera sacra di grande intensità. Il maestro Cacciapaglia ha intervallato i brani con alcuni racconti legati alla sua esperienza di compositore e artista. Il buio dell’Antartico e le notti bianche di San Pietroburgo hanno caricato di ulteriore significato una cammino musicale di oltre un’ora e mezza. A fine concerto Roberto Cacciapaglia ha voluto incontrare i tanti ammiratori e ha salutato con calore il direttore musicale del “Festival del Relazioni” Giovanni Caccamo.
Il pubblico delle grandi occasioni ha accolto i teologi Vito Mancuso e Giovanni Salonia nel corso del secondo convegno del Festival delle Relazioni promosso dalla Fondazione San Giovanni Battista. Personalità diverse unite dal senso della ricerca e dello studio sincero. “Dio è uno? I figli sono diversi, i fratelli sono uguali”. Questo il tema dell’incontro che ha incantato i presenti all’auditorium “Cartia” della Camera di Commercio. A moderare con sapienza l’evento è Gian Piero Saladino, direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Ragusa. Gli scritti di Mancuso hanno suscitato notevole attenzione, in particolare “L’anima e il suo destino”, “Io e Dio Una guida dei perplessi”, “Il principio passione”. Giovanni salonia è psicologo e psicoterapeuta, scrittore, frate Cappuccino, cofondatore nel 1979 dell’Istituto di Gestalt Human Communication Center. “Se dovessi trovarmi al cospetto di Dio – spiega Mancuso citando Lessing – preferirei ricevere da lui non la verità ma il desiderio della verità. Oggi è impossibile parlare di Dio ignorando, non solo le tre religioni monoteiste, ma anche i percorsi spirituali millenari dell’Oriente. Quando si pronuncia la parola “Dio” deve essere chiaro che stiamo istituendo una relazione. Dobbiamo capire quale sia l’altro termine di questa relazione. Se Dio è relazione vuol dire che non esiste essere umano che non viva per qualocsa di più grande di lui. La domanda decisiva, dunque, è: chi è il tuo Dio? Verso quale altare bruci l’incenso della tua vita e della tua libertà? Dove incontri il tuo Dio e quale la potenza che merita la tua energia vitale?”. Una posizione che rende necessaria un’apertura alle altre fedi e alla forza del Creato. “Le religioni istituite – afferma Mancuso – sono funzionali per qualcosa di più grande. La creazione non è un atto concluso ma qualcosa perennemente in divenire”. Padre Giovanni Salonia fa riferimento alla propria cultura di frate francescano. “La conversione a Dio – sottoliena – parte dall’esperienza. Francesco abbraccia il lebbroso, ma a guarire è lui e non il malato. Non c’è nessun miracolo, se non la scoperta che in quell’accolgiere il lebbroso può esservi il senso della vita. Invito, dunque, a non parlare di Dio ma a sentire Dio. Parliamo di un Mistero che va rispettato. Sono d’acordo con il filosofo Heidegger quando sostiene che l’uomo è troppo maturo per credere negli Dei, ma è ancora troppo poco maturo per credere in un unico Dio. Il Dio interreligioso è un Dio che si confronta. Se il mio senso dell’Assoluto dialoga con quello degli altri fratelli solo allora potrà esserci salvezza per l’umanità”.
Una folla entusiasta ha abbracciato il direttore musicale del “Festival delle Relazioni – Le onde e il mare”, nel suo concerto “Satelliti nell’aria”, secondo dei quattro appuntamenti in programma. E’ Giovanni Caccamo, cantautore di talento salito alla ribalta mediatica durante l’ultima edizione di Sanremo. Sul palco con lui l’eccellente chitarrista Placido Salamone. Hanno aperto il momento musicale alcuni brani interpretati dai bravissimi bambini del coro “Mariele Ventre”, diretto dall’insegnate di canto Giovanna Guastella. “Qui per te” ha riscaldato subito l’atmosfera. La scaletta del concerto ha regalato emozioni con “Oltre l’estasi”, “Adesso e qui”, “Distante dal tempo”. Il pubblico in piazza ha cantato, sognato e ballato insieme a Giovanni Caccamo. Un lungo abbraccio di emozioni quando sono partite le note di “Piove”, uno dei brani a cui il cantautore ha dichiarato di essere più affezionato. La dedica sentita e affettuosa per la maestra Elisa Turlà, scomparsa qualche giorno fa. Dunque un po’ di leggerezza con “Mare, mare”, divertissement musicale che trascina e coinvolge. Durante tutto il concerto le facciate della Chiesa della Badia e della Cattedrale San Giovanni Battista sono state illuminate con le proiezioni e le scenografie di Giampiero Carta e Qoeletpro Optical Video System. Tra un brano e l’altro Giovanni Caccamo ha coinvolto più volte il suo pubblico, chiedendo domande che alimentassero un dialogo. Dialogo e relazione ancora una volta al centro di tutto il Festival. Alcune cover, inoltre, hanno impreziosito questo concerto magico. Un omaggio a Lucio Dalla con “Telefonami tra vent’anni” e a Giuni Russo con “La sua figura” oltre che al proprio mentore, Battiato, con “La cura”. Infine “Ritornerò da te” ha liberato nell’aria di Piazza San Giovanni un contagioso entusiasmo e una sana allegria per essere stati presenti ad un concerto che ha il sapore di un evento.
Alimentare il confronto, la crescita e il dialogo interreligioso è possibile e proficuo per tutti anche in un momento storico controverso come quello attuale. Lo hanno dimostrato i relatori del convegno “Verso la vetta: la ricchezza delle tradizioni sapienziali” all’interno del “Festival delle Relazioni – Le onde e il mare”, svolto alla camera di commercio di Ragusa. Un incontro di alto livello, all’interno del quale il teologo e psicoterapeuta Nello Dell’Agli, il biblista Candido Nisi e il vicario generale della confraternita sufi Jerrahi-Halveti in Italia Moshen Mouelhi hanno incantato e coinvolto i tanti presenti. L’incontro è stato moderato da Domenico Leggio, direttore della Caritas diocesana di Ragusa. ad aprire l’incontro, come da tradizione per il Festival, l’attore Giovanni Arezzo che ha declamato la poesia “Siggil” dell’autore greco Adonis. L’intervento di Nello Dell’Agli si è concentrato su i tre atteggiamenti indispensabili per mettersi in cammino verso la ricerca della sapienza. “Innanzitutto, grazie alla capacità di essere umili nel ricevere – spiega – occorre sviluppare la propria identità in modo chiaro e flessibile. La rigidità e la confusione, infatti, generano paura e violenza. Un’ identità sicura e aperta al confronto invece permette di incamminarsi lungo la strada maestra. Il secondo atteggiamento ha a che fare con la capacità di elaborare ciò che si è ricevuto, riuscendo a restare in contatto con se stessi. Infine, per poter procedere il cammino verso la sapienza è fondamentale coltivare la capacità di trasmettere agli altri quanto si è ricevuto ed elaborato. Così si alimenta il cerchio fraterno che porta verso la crescita comune”. Padre Nello Dell’Agli ha poi scelto di chiudere il suo intervento con la lettura di un brano di San Francesco. “Nella Bibbia – sottolinea don Nisi Candido – c’è una sapienza che è una realtà composita come lo è la vita. La tradizione biblica è inclusiva e vuole contenere i diversi anche quando non sono facilmente componibili. È un testo realistico anche se meno ottimismo rispetto all’idea di verità socratica perché ha la consapevolezza che la libertà dell’uomo può essere usata male”. “La mia patria – spiega il sufi Moshen Mouelhi – è l’Universo e la mia famiglia è l’umanità. La verità è un foglio bianco che gli uomini hanno strappato perdendone il senso di unità. È l’interpretazione umana della parola di Dio che ha creato divisioni. Il vero dialogo non deve essere tra le religioni ma tra gli uomini di religione. Come sufi mi sento di sposare quanto di buono trovo nelle religioni del mondo. Il dialogo non è il fine, ma il mezzo e punto di partenza, per ogni percorso spirituale”.
Tradurre il dialogo interreligioso in musica. Una serata straordinaria ha avvolto di suoni e luci la cattedrale di San Giovanni Battista di Ragusa, ancora una volta stracolma per il terzo appuntamento musicale del Festival delle Relazioni promosso dalla Fondazione San Giovanni Battista. A rendere unico l’incontro il talento di Juri Camisasca e Rosario Di Bella che hanno scelto Ragusa, la Cattedrale di San Giovanni Battista, per presentare in anteprima il loro nuovo progetto musicale “Spirituality”. Un viaggio attraverso la ricerca interiore di due artisti che hanno eletto la propria anima quale punto di partenza verso l’infinito. Così il viaggio sonoro, impreziosito dalla evocative immagini proiettate dal gruppo Qoelet Pro Optical System, diventa un momento sacro. Si comincia con la suite strumentale che dà il titolo al concerto. Dal panorama sonoro sorge l’invocazione a Maria, “Shlom lech Mariàm”. Il viaggio incontrerà gli arcangeli messi in musica da Di Bella in tre canzoni intrise di dolcezza e devozione. Mentre l’elettronica, dosata sempre con buon gusto ed efficacia, accompagnerà il Gregoriano in “Deus meus” e negli episodi più squisitamente pop del concerto. Molti i brani inediti presentati a Ragusa che poi confluiranno in un disco di prossima pubblicazione. Gli echi del mondo zen sorgono in “Se incontri il Buddha uccidilo” e in quel gioiello poetico de “Il sole nella pioggia”. Nell’alternanza dei brani in scaletta Rosario Di Bella e Juri Camisasca trovano un’intesa che di certo arricchisce entrambi e, cosa ancor più sicura, affascina gli ascoltatori giunti a Ragusa da varie parti di Italia per applaudire gli artisti. Le sonorità sono sempre molto avvolgenti, le ritmiche computerizzate accompagnano i viandanti cercatori di verità narrati nella celebre “Nomadi. Il pianoforte regala emozioni, mentre l’armonium indiano spezia d’oriente ampi stralci del concerto, soprattutto nel “Gayatri Mantra” eseguito magistralmente da Camisasca. “Space and flowers”, musica di Rosario Di Bella e testo di Juri Camisasca, e “Pace” sono i brani che trovano un forte riscontro nel pubblico, sempre molto attento e partecipe a fronte di una proposta musicale non certo semplice. Il tempo, nella sospensione mistica, trascorre come per incanto. “I miei amici”, “Zadikiel” e “Il canto della beatitudine” annunciano la “declamazione in aramaico del Pater noster” che chiude il concerto ricordandone la dimensione squisitamente religiosa. Gli applausi intensi del pubblico richiamano, tuttavia, gli artisti in scena. Rosario Di Bella propone l’angelica “Gabriel”, Juri Camisasca offre “Il Carmelo di Echt” sulla figura della mistica Edith Stein. In chiusura ancora “Pace” con la platea impegnata ad accompagnare a ritmo un brano davvero potente nella sua chiarezza e semplicità. “Pace in terra agli uomini, pace in cielo al vento, ad ogni filo d’erba scampato al cemento, pace a chi ritorna come acqua al mare, pace a questo tempo che non parla d’amore e pace a te”. Parole che chiudono tra gli applausi un concerto memorabile. Spiritualità in musica con Juri Camisasca e Rosario Di Bella