Eucaristia, matrimonio e famiglia
“Eucaristia, matrimonio e famiglia”: questo è il tema del piano pastorale per l’anno 2015-16, che vedrà impegnata la nostra comunità diocesana attorno al programma che il vescovo Paolo ha consegnato e presentato nella celebrazione svoltasi in Cattedrale lunedì 21 settembre.
Il documento programmatico redatto dal vescovo parte dalle sfide che oggi vengono poste alla Chiesa in ordine al matrimonio e alla famiglia: il privatismo, i “legami liquidi”, la responsabilità procreativa, la nuova soggettività della coppia e, in particolare, della donna. A queste sfide la Chiesa risponde, per dirla col cardinale Bagnasco, rifiutando sia la rassegnazione che la mera difesa e scegliendo di «far brillare la grandezza e la verità del matrimonio e della famiglia», così come si presenta nel progetto di Dio.
C’è uno stretto legame fra Eucaristia e matrimonio, perché l’amore nuziale è chiamato a ripresentare sacramentalmente la donazione di Cristo, che si fa “pane spezzato” e “sangue versato” per noi. Come Cristo ama la Chiesa, così il marito ama la moglie e, insieme a lei, si relaziona col Signore Gesù nella dimensione sponsale della Chiesa. Anche la liturgia eucaristica può essere considerata nel suo legame col matrimonio e la famiglia, se si considerano in questa luce il costituirsi dell’assemblea, la richiesta di perdono, l’ascolto della Parola, l’offerta del pane e del vino, la consacrazione e la comunione.
Su questa base il Vescovo propone alla diocesi tre particolari campi di azione pastorale: la preparazione al matrimonio e alla famiglia, l’accompagnamento della giovani coppie, l’educazione cristiana dei figli nella collaborazione tra famiglia e parrocchia.
Le nostre comunità parrocchiali devono farsi carico, anzitutto, di una seria preparazione al matrimonio e alla famiglia, che non può ridursi solo a quella immediata dei percorsi per i fidanzati, ma deve essere preceduta da una formazione remota, che parta dall’età adolescenziale. In ogni caso protagonisti della formazione sono gli stessi fidanzati e l’intera comunità parrocchiale, la quale non può “appaltare” a nessun altro soggetto la preparazione dei fidanzati al sacramento nuziale. Il parroco, in particolare, non è un burocrate che si occupa solo del disbrigo dei documento, ma colui che in prima persona cerca di conoscere le varie coppie che si preparano al matrimonio per proporre un itinerario formativo calibrato sulle loro peculiarità.
Non possiamo limitarci a preparare i giovani al matrimonio per poi abbandonarli a se stessi nei primi anni della loro esperienza coniugale, che sono i più delicati in ordine alla “tenuta” del matrimonio e della famiglia. È perciò necessario che le comunità cristiane accompagnino le giovani coppie di sposi attraverso un adeguato iter formativo.
Infine il vescovo ci chiama all’impegno relativo alla formazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, che deve essere attuata in una sinergica collaborazione fra parrocchia e famiglia, tenendo conto del fatto che i genitori rimangono i primi insostituibili educatori dei loro figli.
Tra le proposte concrete rivolte alla diocesi il Vescovo include anche quella, rivolta in particolare all’ufficio diocesano di pastorale familiare, di proporre un progetto che abbracci unitariamente queste tre dimensioni della preparazione al matrimonio, dell’accompagnamento delle giovani coppie e dell’educazione cristiana dei ragazzi.
Non ci resta che metterci al lavoro con la consapevolezza dell’importanza del tema scelto per questo anno pastorale, che si pone peraltro tra i due Sinodi dei vescovi, convocati da Papa Francesco proprio sul tema della famiglia.
Autore
Mario Cascone Sacerdote dal 1981, attualmente Parroco della Chiesa S. Cuore di Gesù a Vittoria, docente di Teologia Morale allo studio Teologico "San Paolo" di Catania e all'Istituto Teologico Ibleo "S. Giovanni Battista" di Ragusa, autore di numerose pubblicazioni e direttore responsabile di "insieme".
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