Società

Pubblicato il 29 Settembre 2015 | di Saro Distefano

1

La fila del “lotto istantaneo” e l’alienazione del giocatore

Nella tipica calura agostana, mi trovo in fila alla cassa di bar della zona litoranea iblea. Fila molto lunga, tanto da mettere a repentaglio la solidità dei cinquecento grammi di gelato comprato per rendere degno un lauto pranzo domenicale.

La fila è – almeno secondo me – inspiegabilmente lunga, troppo, se si considera che al banco mi hanno servito in pochi minuti dei giovani molto efficienti ed educati. E infatti è uno di loro a farmi notare, con estremo garbo, che la fila per pagare il gelato è in realtà di una sola persona prima di me, e davanti la cassiera del bar. Quell’altra fila, quella enorme, alla quale mi ero scioccamente accodato, è tutt’altra cosa. «È la fila – mi spiegano – di chi sta giocando al lotto istantaneo».

Un grande schermo, un conto alla rovescia. Poi, una serie di numeri, ne conto venti. Poi un lampo e la scritta “numero oro”, o forse gold. Ho capito approssimativamente ma sufficientemente quello che mi accadeva intorno: una trentina di persone stavano in attesa che, ogni cinque minuti, uscissero i venti numeri e poi il loro fratello aureo. Giocavano e attendevano di vincere. E qualcuno avrà anche vinto, almeno mi auguro.

Non mi azzardo (sic!) a fare una analisi, da totale incompetente, sullo stimolo al gioco d’azzardo, la sua sempre possibile deriva verso la patologia, i problemi che molte famiglie si trovano a dover affrontare quando un componente viene preso da questa irrefrenabile smania di scommettere e giocare coi numeri o coi cavalli o con ventidue ragazzi in pantaloncini e scarpette multicolori.

Non mi permetto perché non è il caso, non conosco i termini, le cifre: ne ho solo sentito parlare.
Ma l’episodio che ho riferito mi è parso sintomatico non solo della pericolosità del gioco, ma della sua trasformazione da possibile momento adrenalinico – sempre al limite del patologico – in qualche caso anche divertente (se relegato a rado episodio), a costrizione, a plastificazione, a omogeneizzazione del giocatore che come una gallina in batteria è li piantato davanti uno schermo, coi soldi in mano per puntare e attendere che il suo numero sia tra i prescelti. Alienazione è forse il termine che più si addice. Io so soltanto che per osservare il fenomeno ho dovuto bere il mio gelato, ridotto a cremina multicolore, come i numeri del lotto istanteneo.

Tags: ,


Autore

Nato a Ragusa nel 1964 è giornalista pubblicista dal 1990. Collabora con diverse testate giornalistiche, della carta stampata quotidiana e periodica, online e televisive, occupandosi principalmente di cultura e costume. Laureato in Scienze Politiche indirizzo storico, tiene numerose conferenze intorno al territorio ibleo.



One Response to La fila del “lotto istantaneo” e l’alienazione del giocatore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna Su ↑