Cultura

Pubblicato il 12 Ottobre 2015 | di Agenzia Sir

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Franco Cilia ed i suoi primi 75 anni

vescovoUna serata oltremodo piacevole quella che si è consumata in onore di Franco Cilia, grande pittore del nostro territorio, e protagonista di mille altre attività ancora. Franco Cilia non è solo un grande artista e maestro del pennello ma è anche scrittore, attore, fine dicitore, intrattenitore, regista, un uomo dalle mille risorse insomma, un mix di genio e sregolatezza
L’Associazione culturale Aurea Phoenix, il Masd, l’Agimus e l’Anmil – nei locali del teatro “Il Palco” di via Demostene – ha festeggiato i settantacinque anni del maestro Franco Cilia, esponente tra i più significativi della pittura italiana, intellettuale impegnato, scrittore e fine interprete di poesia e di teatro. L’ appuntamento è stato presso il Teatro “Il Palco” di Demostene a Ragusa per un momento di studio dedicato alla sua opera. Sono intervenuti Carmelo Arezzo, Silvio Biazzo, Giovanni Cultrera, Andrea Guastella, Giorgio Giovanni Guastella, il tenore Lorenzo Licitra, Pippo Nativo, Emanuele Schembari, Totò Stella.

Delle letture di alcune opere di Cilia si è occupata la brava attrice Chiara Bentivegna. Deus ex machina dell’evento e presentatore impeccabile e preparato Andrea Guastella, docente e critico d’arte. Tra le autorità presenti il prefetto Annunziato Vardè ed il vescovo mons. Paolo Urso: assai cordiale l’intervento di quest’ultimo legato al Cilia da decennale amicizia ( tra l’altro suo “coetaneo” ). Sul palco è intervenuto anche il maestro Giovanni Cultrera direttore artistico della stagione teatrale Ibla Classica ed il registra Franco Giorgio, tra i presenti in sala anche la nota pittrice Ausilia Miceli . Esilarante sul palco il duetto tra Cilia e Peppe Arezzo che si sono scambiati gustosi ricordi di eventi passati vissuti insieme. Ha concluso la serata un concerto del maestro Peppe Arezzo supportato dalla splendida voce del tenore Lorenzo Licitra.IMG-20151010-WA0003
Di Cilia ci piace soffermarci oggi sulla sua dote di scrittore , le sue opere letterarie sono tante, molte ancora inedite (come ha confessato Totò Stella), ma una in particolare ci ha toccato un’opera dal titolo emblematico, Ginevra,
Un evento letterario assai rilevante e commovente , un nome, Ginevra, la nipotina di Cilia , soprannominata “principessa” : ed a lei Franco ha dedicato un sorprendente “racconto” quasi surreale che mette a nudo l’animo dell’artista, un racconto che tantissimi hanno letto tutto d’un fiato per gustarne le intrinseche coinvolgenti emozioni, un componimento che straripa di commovente umanità (di recente è uscita la seconda parte del racconto).
Un viaggio nel tempo di domani: l’artista- scrittore Cilia oramai ultranovantenne, malato, adagiato su un letto d’ospedale dà mandato alla giovane Ginevra – nel racconto 25enne ed affermata critica
d’arte -, da mandato dicevamo di presenziare a Parigi l’ultima sua antologica in un importante museo, 25 tele – una per ogni anno di Ginevra – tele raffiguranti momenti di vita della nipote: le affida un plico raccomandandole di aprirlo quasi al termine della presentazione della vernissage.
E la giovane dopo un ultimo contatto visivo con il vecchio nonno che vede sofferente in quel letto d’ospedale, parte per l’evento parigino. E da qui nel racconto si rivivono quasi come in un film sentimenti, emozioni, tuffi nei ricordi, immagini surreali , quasi sensi di colpa che riaffiorano poco prima della presentazione al dotto pubblico parigino perché lei quasi non si ritiene all’altezza del grande compito, l’incarico che deve assolvere è per lei immane. Arriva il momento del suo intervento, pochi istanti prima aveva dovuto zittire il trillo del cellulare , non senza un mal celato rimorso. Il trillo si ripe alla fine della presentazione, trillo quasi preannunciato da un alito di vento che aveva accarezzato il suo viso…Comprende che lui è lì, con lei, che ha lasciato per sempre in quel letto di ospedale il vecchio corpo, stanco e malato.cilia
Al cellulare, quasi non vuole ascoltare la notizia che arriva alle sue orecchie, ma deve farlo e la comunica al folto uditorio con un filo di voce, dopo un breve minuto di sbigottimento silenzioso, un lungo interminabile applauso degli astanti saluta l’artista che continua a vivere con le sue opere e nel cuore di tutti quelli che sanno che l’amore vince sempre sul nero della morte… Ed ora il Grande Nonno è salito in alto accolto nell’infinitamente grande.

Proiettato su un futuro avanti di una generazione nel racconto si illustra una vita terrena che svanisce e un’altra che vive il suo fulgore. L’amore di nonno Franco per Ginevra è tenero e forte, mette insieme presente e futuro. Il racconto, semplice e breve, è capace di suscitare emozioni e forti sentimenti. La proprietà del linguaggio e la varietà delle immagini permettono di “vedere” ciò che viene raccontato, tra sogno e realtà, in un intreccio positivo e costruttivo.

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