Pubblicato il 3 Novembre 2015 | di Redazione
0“Amare tutti, amare sempre, amare per primi”
Il Centro Medico Sociale per Neuromotulesi di Vittoria, (ONLUS), nello spirito del suo impegno volto alla promozione umana, sociale e sanitaria della società, con particolare attenzione al settore della disabilità e di tutte le patologie che limitano la normale vita di relazione, ha organizzato un convegno, dal 17 al 19 ottobre 2015,sul tema
“La cultura della relazione nella post-modernita” tenuto dal Dottor Ezio Aceti, psicologo, esperto in psicologia scolastica e in psicologia dell’handicap e della disabilità.
L’attualità della tematica ha suggerito al Presidente Luigi Piccione ed al Direttore sanitario Marcello Boncoraglio di inserire nel programma un incontro rivolto agli studenti delle Scuole Superiori, ai Sigg. Docenti, ai genitorie a quanti, a vario titolo, sono impegnati nel settore dell’educazione, incontro che si è tenuto alla Golden Hall il 17 ottobre 2015 alle ore 10,30.
Tra i molti presenti, oltre agli operatori del centro, psicologi, sociologi, gente comune interessata a vario titolo alla tematica e soprattutto tanti giovani in gran parte studenti del Liceo G.Mazzini di Vittoria.
È apparso subito chiaro che proprio i giovani erano i destinatari privilegiati del dottor Aceti.
Poche battute ed è stato subito silenzio davanti ad un relatore, certamente non convenzionale, che parlava il loro linguaggio e che giocava su una complicità fortemente cercata.
“Quest’incontro andrà bene se si stabilirà una comunicazione empatica”, esordisce Aceti, passeggiando tra i ragazzi. “Sapete cos’è la comunicazione empatica? È quel qualcosa che succede fra la gente e che non è legato al contenuto ma al rapporto”.
Ma i ragazzi avevano già capito, da subito, come si dice “ a pelle”.
Da una iniziale curiosità verso un relatore che non si poneva in cattedra a dispensare perle di saggezza si è subito passati ad una relazione empatica.
La prima reazione è stata di stupore per quel suo stile diretto, senza mezze misure, dichiaratamente in difesa dei bambini e degli adolescenti.
«I bambini non sono piccoli adulti, sono persone diverse, con sensibilità, spiritualità, cultura e fantasia proprie e come tali vanno riconosciuti, rispettati e amati. Noi non dobbiamo educare, ma scoprire e leggere la novità che portano dentro, con un profondo rispetto per la loro dignità umana. I bambini sono una cosa meravigliosa: ci danno fiducia, firmando con noi una cambiale in bianco».E ancora : “Se noi non sappiamo come funziona un bambino, noi non potremo né amarlo, neanche crescerlo e neanche dargli la fede. Volete educare un bambino? Prima cercate di capire le sue ragioni”.
Bellissimo il riferimento a Marcello Bernardi, docente di puericultura all’università di Pavia, per il quale “noi ai nostri figli non dobbiamo dire tante balle. Dobbiamo farli sentire attesi. Allora quando arrivate a casa, lo fate sedere e poi ditegli questo: guarda, quando hai finito di mangiare, se vuoi raccontarmi com’è andata mi fa piacere”. Questo è amare un bambino, questo è amare la persona.
Ho subito pensato che Aceti, esperto conoscitore dell’animo degli adolescenti, fosse un funambolo della comunicazione: variava i registri dei toni e del linguaggio, diventava uno di loro per poi subito staccarsene e ristabilire quelle giuste distanze che gli consentivano di proporre le sue “ricette”, di dare le sue risposte senza però mai assumere la posizione di chi sta dall’altra parte.
E per gli adolescenti, bombardati come sono dal mutamento dei valori tradizionali, “dalla digitalizzazione dei saperi, dalla tv spazzatura, dalla crisi economica, dall’inconsistenza della politica,” solo parole chiare e un invito a crescere, chiamandoli al loro ruolo di protagonisti e di artefici della propria vita.
Il dramma di oggi è che si è perso il significato delle cose, c’è tutto un appiattimento, è la società liquida” di Bauman. “Sapete cosa vuol dire liquida?- aggiunge- vuol dire che siamo tutti uguali. Siete mai andati nei centri commerciali di Reggio Calabria? Andate a quelli di Padova: sono uguali. Sono tutti uguali, ti sembrano tutti la stessa cosa”.
Apparentemente ai margini, costante il riferimento agli adulti, a dire il vero un po’ maltrattati, ai quali, immeritatamente, non ha fatto sconti, e per essi un invito ad una genitorialità diversa e consapevole.
I media indirizzano le nostre scelte e i nostri comportamenti, riprende Aceti, ma dobbiamo avere le idee chiare sui mass media. Ebbene, se noi non abbiamo un pensiero pedagogico sui mass media, questi ci dominano. “Non cadiamo nella trappola di demonizzarli o di esaltarli: dobbiamo imparare a governarli, e ci vorrà tempo; ma il futuro sarà di uomini che sono capaci e padroni di governare le cose, non di rinunciare alle cose”.
L’incontro, come da prassi, si chiude con i vari interventi. Una ragazza chiede come affrontare il tema della morte. L’incontro allora diventa un’altra cosa, prende una piega intimista, di forte tensione emotiva, ed Aceti è stato bravo nel raccogliere quella grande sofferenza riportando la morte al suo ruolo di evento naturale per tutti gli esseri viventi.
Infine, per tutti, la sua proposta di vita : “amare tutti, amare sempre, amare per primi”
Si, dottor Aceti, nonostante il poco coinvolgimento degli adulti presenti, anche stavolta tra lei e i ragazzi c’è stata empatia.
di Lella Colombo