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Pubblicato il 23 Novembre 2015 | di Agenzia Sir

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La Storia, c’è chi la cancella e c’è chi continua a ricostruirla

L’evento non appartiene al nostro territorio, ma è abbastanza lontano, nel Veneto, in un delizioso agglomerato urbano chiamato Mambrotta in quel di San Martino Buon Albergo, lì la storia nonostante i decenni trascorsi fa parte del Dna di quella laboriosa gente: la raccontiamo perché è un piccolo-grande segno che potrebbe aiutare ad illuminare gli eventi e le menti di oggi.

In questi ultimi tempi abbiamo assistito ad azioni oscene nelle terre che sono state la terra d’origine dell’umanità dove forsennati hanno voluto cancellare con picconi e cannonate i segni di un passato millenario. Qui invece la storia la si ricerca, la si ricorda a futura memoria specie per le giovani generazioni, la si immortala con monumenti che certamente con saranno mai cancellati dalla mano sacrilega dell’uomo.

Nella piccola comunità di Mambrotta, in occasione delle commemorazioni su scala nazionale del centenario della grande guerra, si è compiuto uno sforzo che si trascinava da tanto tempo: è avvenuta finalmente l’inaugurazione di un significativo monumento ai Caduti di tutte le guerre.

E’ stato realizzato grazie all’impegno economico sostenuto dal comitato civico locale e con la collaborazione dell’Amministrazione comunale, Sindaco Valerio Avesani in testa ( nella foto assieme DSC06630aanche a Giuliano Zusi in qualità Tenente degli Alpini e segretario del Comitato Civico ) . E c’è stata anche una lodevole iniziativa che volutamente è stata messa in atto “ in incognito “: la famiglia dell’ex Sindaco Giorgio Zusi ha donato le due targhe a corredo del manufatto con le opportune scritte in onore e a memoria di un loro cugino deceduto nella famosa battaglia di El Alamein del 23 ottobre 1942.

Sono forse piccole azioni che però assumono un significato immenso. Su di una base di cemento sono stati collocati dei blocchi di marmo Rosso Verona grezzi, a indicare le asperità delle montagne dove sono caduti anche i militari di Mambrotta. Un’antica croce in ferro battuto, tutta lavorata a mano, priva di saldature e donata dalla parrocchia di Mambrotta, è stata infissa in quella roccia. Sulla pietra rossa spiccano due targhe in marmo bianco, una con la dicitura «Mambrotta ai suoi caduti» e l’altra «Il tempo passa, il valore resta».

Un piccolo tuffo in quei giorni eroici ed in quel territorio: correva l’anno1915, assume l’incarico da Sindaco Luigi Mosconi (1915-1916).
Il 24 maggio l’Italia entra in guerra (Grande Guerra). Il blocco della materia prima nel porto di Genova mette in crisi il cotonificio Crespi di San Martino. Dal primo di giugno al 18 luglio alloggiano in San Martino le truppe del 67° Battaglione di Milizia Territoriale e del IV Parco Automobilistico (15 ufficiali e 788 soldati di truppa). Il 17 agosto 300 operaie del cotonificio Crespi scioperano per la riduzione dell’orario di lavoro e per un aumento della retribuzione.RadunoPCristo
1916, Commissario Prefettizio è Eugenio Valentini (1916-1917), venne razionato lo zucchero.

Sul territorio sostano o sono di passaggio uomini del 19° Divisione di Fanteria, 44° Sezione Telefonia del 1° Reggimento Genio, 10° Corpo d’Armata, Reparto Autonomo Intendenza della 1° Armata, 10° Compagnia del 9° Battaglione Bersaglieri Ciclisti.
1917, l’incarico di Sindaco viene dato a Vincenzo Zerbinati C.P. (1917-1918). Il 1 marzo entra in vigore la “pagnotta di guerra” (un tipo unico di pane, allo scopo di economizzare sulle scorte di grano). Gli operai del Cotonificio Crespi scioperano per 10 giorni consecutivi, ottenendo poi il 20% di aumento della mercede per il caro viveri.

Dal primo di maggio entra in vigore la tessera annonaria famigliare per l’acquisto dello zucchero. Da agosto in poi in questo territorio sono presenti da 600 a 1000 soldati di presidio.
1918, si contano i caduti della guerra 1915-18 sono un’ottantina, numerosi anche i dispersi. Giulio Barbarani assume l’incarico di facente funzione di Sindaco (1918-1922).

Ed il ricordo di allora è ancora vivo tra quella sana popolazione e siamo certi che d’ora in avanti passando davanti a qual monumento molti si fermeranno e magari si accorgeranno senza volerlo che i loro occhi saranno bagnati di lacrime che a stento cercheranno di trattenere.

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