Pubblicato il 27 Novembre 2015 | di Carmelo La Porta
0Ringraziamento al Vescovo Paolo
Oggi in Cattedrale un bel momento di festa riunisce la comunità diocesana attorno al vescovo Paolo Urso. Non è senza emozione e commozione che provo ad esprimere e condensare in pochi minuti i sentimenti di profonda gratitudine, di filiale e sincero affetto, di indelebile riconoscenza per il suo servizio di pastore tra la gente Iblea.
Il primo ringraziamento va innanzitutto al provvidente disegno di Dio che ci ha fatto dono della guida del vescovo Paolo, che ha servito con amorevolezza, semplicità e autorevolezza, la diocesi di Ragusa nel cammino verso Cristo speranza dell’umanità.
E’ ancora vivo nella mia memoria l’annuncio dato il 16 Febbraio 2002 dal compianto vescovo mons. Angelo Rizzo, dalla cappella del Vescovado, della nomina di mons. Paolo Urso a vescovo di Ragusa. E ancor più, ricordo la gioia carica di attese e speranze della folla di fedeli che gremiva la Cattedrale nel giorno della consacrazione episcopale. Momenti scolpiti nel cuore che oggi lasciano il posto alla certezza di avere incontrato un vescovo di belle qualità umane e di profonda spiritualità.
È motivo di gratitudine la sua vicinanza alla gente, testimoniata dal confidenziale e affettuoso incipit di tanti suoi interventi: “amici miei”. È stato il modo più semplice ed efficace per dar eco alle parole di Gesù, che ancora oggi ci ripete “vi ho chiamato amici”. Di questa amicizia la ringraziamo, mons. Paolo, in modo particolare noi laici che in questi anni siamo stati chiamati e invitati alla corresponsabilità nel servizio ecclesiale non solo all’interno della parrocchie e degli uffici diocesani, ma soprattutto e fondamentalmente nel territorio e nelle situazioni di particolare bisogno umano.
La ringraziamo perché ci ha spronati a vivere oltre l’ovvio, oltre gli stereotipi, ad interpretare in modo creativo le nuove esigenze ed emergenze della società guardando al futuro con la solida speranza ancorata a Cristo. Da questa creatività sono nati tanti progetti, tantissime iniziative, nuove strutture che hanno visto decine e decine di laici impegnati nel servizio alla vita, alle famiglie, alla società, agli ultimi.
La ringraziamo per averci indicato la strada di una laicità vera, fondata sull’innovazione del Concilio Vaticano II e fatta di rispetto, di leale confronto, di ferma schiettezza nella difesa della verità. Dentro questa cornice di laicità ci ha fatto dono di momenti indimenticabili che hanno segnato la storia della nostra diocesi: penso alla marcia della pace del 2005, ai convegni pubblici con tematiche di grande rilievo sociale che hanno testimoniato la visione di una comunità ecclesiale dal cuore grande e sempre accogliente.
La ringraziamo per aver condiviso con la comunità diocesana le sue più intime passioni: l’amore per la letteratura e l’amore per i viaggi. I suoi discorsi hanno sempre riportato la saggezza dell’insegnamento teologico, saldamente fondato sulla Parola di Dio, e la bellezza dei testi letterari nati dalla riflessione di autori che hanno colto nella loro arte i sogni, le speranze, i drammi, le passioni, le emozioni nelle più diverse situazioni umane. I suoi viaggi hanno aperto gli orizzonti della nostra diocesi verso popoli geograficamente lontani ma a noi legati dal vincolo dell’umana fraternità e dalla operosa solidarietà.
Infine, il nostro ringraziamento è per tutti gli incontri scanditi da piccoli ma significativi gesti: i sorrisi, gli abbracci, una battuta sempre pronta per incoraggiare, i modi sempre amorevoli, lo sguardo accogliente. Porteremo in cuore l’auguro che più volte ci ha ripetuto nei suoi messaggi: “siate felici”. È l’augurio che ci ricorda che siamo Chiesa in cammino verso la santità, sulle orme del Risorto il cui “amore è per sempre”, consapevoli che il vescovo Paolo con la sua guida di pastore ci ha indicato la strada. Siamo certi che la sua preghiera ci ha sostenuti, ci sostiene e ci continuerà a sostenere sempre nell’indelebile legame fraterno in Cristo.
Grazie Vescovo Paolo per aver scritto una bella pagina della storia della nostra giovane diocesi.