Vita Cristiana

Pubblicato il 14 Dicembre 2015 | di Agenzia Sir

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Al Paternò Arezzo la ricorrenza di Santa Lucia

Quelle che aggrediscono gli occhi e di cui spesso il paziente non avverte la presenza sono malattie silenziose e quasi asintomatiche sino a quando non è troppo tardi per rimediare. Ecco perché, dopo i 40 anni, si rendono opportune visite periodiche di controllo (almeno una volta l’anno) per evitare il peggio. Lo ha detto il primario della struttura complessa di Oculistica dell’ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa, Salvatore Azzaro, prima della celebrazione eucaristica programmata tradizionalmente dall’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute in occasione della festa di Santa Lucia. “Glaucoma, retinopatia e altre patologie – ha spiegato il primario Azzaro – non forniscono, purtroppo, alcun tipo di segnale. E, magari, dopo un controllo per un occhiale rotto o per motivi di vario genere, ci si rende conto che è ormai troppo tardi per contenerne l’irreversibilità”. Anche il dirigente medico dello stesso reparto, Maurizio Parisi, ha spiegato ai fedeli, numerosi quelli che hanno partecipato stamani alla messa tenutasi in corsia, cosa bisogna fare per cercare di prevenire le patologie agli occhi. “La medicina – ha sottolineato – punta parecchio sulla prevenzione. E dobbiamo fare il possibile per frenare i ladri silenziosi della vista così come definiamo alcune malattie”. La celebrazione eucaristica è stata presieduta dal direttore dell’ufficio diocesano, don Giorgio Occhipinti, con la partecipazione del cappellano ospedaliero, don Salvatore Giaquinta. Quest’ultimo, durante la cerimonia, Santa Lucia 2015 la benedizione degli occhiha presentato due nuovi componenti della cappellania ospedaliera dell’Arezzo, i volontari Francesco Criscione e Marinella Nasello. Particolarmente toccante, poi, il momento della benedizione degli occhi che i sacerdoti hanno impartito ai fedeli. Il segno della croce su ciascuno dei due occhi e sulla fronte con un fiocco di cotone benedetto: questo il particolare rito che ha caratterizzato la celebrazione in onore della santa martire. “Una santa – ha affermato don Occhipinti – che ha subito il martirio sotto Diocleziano e la cui vita, nonostante proveniente da una famiglia nobile, accanto agli ultimi e a chi era esposto alla fragilità deve invogliarci a riflettere ancora oggi. Dobbiamo imparare sempre di più a vedere con la profondità degli occhi, ad andare oltre. In una società sempre più complessa e articolata, è fondamentale potersi affidare al dono della “vista” che ci viene concesso da Dio. Solo così è possibile vivere nella maniera più piena l’essenza della cristianità. Dobbiamo vedere non solo con i nostri occhi ma anche con la vista spirituale”.

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