Pubblicato il 22 Dicembre 2015 | di Redazione
0A Giarratana torna il presepe vivente premiato come «il migliore d’Italia»
Tra le antiche viuzze di un piccolo centro montano, nel cuore dei Monti Iblei, si svolge durante il periodo natalizio, il suggestivo presepe vivente di Giarratana.
Il tempo sembra essersi fermato in quella che è la parte più antica del piccolo comune, “U Cuozzu”, un luogo carico di fascino, che ospita anche il “Museo a Cielo Aperto”, nato nel lontano 1997, con l’obiettivo di recuperare la storia, le tradizioni, gli usi e i costumi del XVIII e XIX secolo.
Una caratteristica scalinata di pietra bianca illuminata dalla fioca luce delle fiaccole invita il visitatore ad entrare in un mondo dedicato alla civiltà contadina e artigiana in cui ogni angolo ha un sapore antico, mestieri oramai perduti, riportati magistralmente in vita dai figuranti del presepe vivente.
Un presepe arrivato alla sua 26. edizione, nato grazie all’interessamento e al lavoro di un gruppo di giovani inseriti nella comunità parrocchiale. Negli anni il gruppo si è ampliato, fatto più corposo, fino a coinvolgere tutta la cittadinanza, grandi e piccoli.
Da qualche anno l’allestimento del presepe vivente di Giarratana è stato affidato all’associazione “Amici ro Cuozzu”, un gruppo di giovani giarratanesi che, con grande attenzione, curano nei minimi dettagli l’organizzazione dell’evento.
Giudicato, dall’Opera Internazionale “Praesepium Historiae Ars Populi”, nel 2013 miglior presepe vivente di Sicilia e riconosciuto, nel 2014, come migliore d’Italia: un traguardo che ha riempito d’orgoglio i membri dell’associazione, ma soprattutto gli abitanti di questa piccola comunità.
Il presepe vivente di Giarratana è caratterizzato da un riverente silenzio, che permette al visitatore di assaporare l’atmosfera della rievocazione di antichi mestieri e scorci di Giarratana di fine Ottocento; dello stesso periodo sono gli oggetti e le ricostruzioni ambientali, mentre i costumi dei figuranti sono stati realizzati su modelli della fine del XIX secolo.
L’antico “Cuozzu” fa da cornice ad affascinanti ambienti come “A Famigghia”; “A massaria”, dove mestieri come “u ricuttaru” rivivono con suoni e profumi; “U tularu”; “A sartoria”, luogo in cui venivano cuciti e ricamati vestiti e biancheria, insegnando l’arte a figlie e nipoti.
Terminato il viaggio attraverso i luoghi e i mestieri dell’Ottocento, un tratto di strada illuminato dalle torce, il cui silenzio è interrotto soltanto dal rumore lento dei passi, invita il visitatore ad un profondo raccoglimento. Ad accoglierlo, al termine del percorso, sono i ruderi del castello dei Settimo, antichi signori di Giarratana.
In questo luogo il presepe rientra nella sua raffigurazione più classica: i pastori, le pecore, la grotta con i Magi, il bue, l’asinello e la Sacra Famiglia.
Un altro scenario si apre allo sguardo degli spettatori, dall’alto della grotta, la piccola perla degli Iblei regala un panorama mozzafiato con le sue luci, le case e i tetti ricoperti di brina, sembra far parte integrante del presepe vivente.
Una tradizione che verrà riproposta anche quest’anno nei giorni 26, 27 dicembre, 2, 3 e 6 gennaio.