Pubblicato il 7 Marzo 2016 | di Redazione
Palermo ospita “Anthologia”, la grande retrospettiva su Letizia Battaglia
“Con Palermo c’è sempre stato un rapporto di rabbia e di dolcissima disperazione. La sento malata e mi fa arrabbiare. Io vorrei andarmene ma non ci riesco, la amo morbosamente e ho ancora molte cose da fare nella mia città”.
Questo è la contraddizione che Letizia Battaglia ha sempre vissuto con la città di Palermo. Una città che le ha dato tanto e che ha saputo raccontare con durezza e dolcezza per quasi mezzo secolo con la sua inseparabile macchina fotografica. Una città che per l’occasione le regala le chiavi di quello che è stato il suo sogno negli ultimi anni, il Centro internazionale della fotografia, e la più grande raccolta antologica sul suo lavoro.
“Anthologia”, visitabile dal 6 marzo all’8 maggio negli spazi della ZAC di Palermo e curata da Paolo Falcone, ripercorre il lavoro di Letizia Battaglia con oltre 140 opere tra fotografie di grande formato, in bianco e nero, video interviste, libri sull’artista e materiale inedito. Tra le prime donne fotogiornaliste in Italia, ed una delle fotografe italiane più premiate a livello internazionale, nelle sue numerose immagini ci sono donne, bambini, anziani che compongono la società palermitana, le sue tradizioni e i suoi costumi, documentati per oltre un quarantennio da uno sguardo unico che ha fatto conoscere la storia della sua città e della sua isola dappertutto.
C’è il periodo milanese agli inizi degli anni 70 così come il ritorno a Palermo nel 1974, dove il suo nome è legato a vent’anni di reportage accanto ai luoghi delle stragi, ai giudici, ai politici e alle vittime degli omicidi mafiosi. Custode della memoria, Letizia Battaglia racconta una Sicilia quasi abbandonata al suo destino fatto di storie di mafia, miseria e solitudine. Le immagini in mostra svelano le molteplici sfaccettature dell’artista fotografa che dichiara di amare e odiare la sua città, ma da cui non riesce a separarsi e dove ancora oggi vuole realizzare grandi progetti.
La mostra è accompagnata da un libro pubblicato dalla casa editrice Drago che affianca alle immagini i testi di critici e artisti internazionali tra cui Dacia Maraini e Wim Wenders.