Cultura

Pubblicato il 22 Marzo 2016 | di Agenzia Sir

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A San Giorgio riappare la tela della Crocifissione dei fratelli Vaccaro

1E’ il grande evento della Pasqua a Ibla: nell’impareggiabile scenario naturale dello storico quartiere barocco di Ibla si è entrati nel vivo dei tradizionali riti della settimana santa, naturalmente fulcro delle celebrazioni è come sempre la Chiesa Madre di San Giorgio dove da secoli per questa particolare ricorrenza si celebrano le “Quarantore di Adorazione del SS. Sacramento” in ricordo delle 40 ore durante le quali Gesù rimase nel Sepolcro.

Sono questi momenti di intensa spiritualità scanditi da preghiere silenziose, canti e riflessioni. Fondamentale la partecipazione delle “Confraternite”, antiche associazioni di fedeli le quali, a turno, partendo dalle loro chiese ove risiedono – sempre nel quartiere di Ibla – accompagnate dal suono mesto e toccante della banda musicale e recanti i simulacri che rispettivamente le contraddistinguono attraversano in processione le vie del quartiere barocco per portarsi poi al Duomo.

Il rituale è sempre lo stesso da decine e decine di anni così come lo snodarsi delle processioni stesse: si parte dalla domenica delle Palme che vede coinvolta la Confraternita di S. Maria Addolorata dell’Itria – chiesa dei Cavalieri di Malta – (l’Addolorata) ; segue la Confraternita S. Maria Maddalena e la Confraternita SS. Rosario-Sciabica (Gesù alla Colonna). Il lunedì è la volta dell’Arciconfraternita S. Giacomo Apostolo col simulacro di Gesù nell’orto degli ulivi, e quella della Buona Morte con “La Pietà”; al martedì è la volta dell’Arciconfraternita S. Filippo Neri ed gruppo della Veronica. Infine al venerdì Santo si snoderà per le vie di Ibla la processione dell’Addolorata e del Cristo Morto.

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Ma per la Basilica di S. Giorgio la settimana Santa è un momento importante anche perché viene esposta nell’abside la maestosa tela d’altare della Crocifissione, un grandioso telone che lo ricopre completamente, un momento di attrazione turistica anche che dà indescrivibili suggestioni. La stupenda enorme tela fu eseguita e dipinta a Caltagirone nel 1842 dai fratelli Francesco e Giuseppe Vaccaro “col prezzo convenuto – come è stato annotato nei registri d’esito dal camerlengo del tempo – di onze trenta. La scena abbraccia 114 canne di robusta tela di canapa comprata a diversi prezzi nella stessa Caltagirone per 15 onze: l’importo della spesa si aggirerà poi a circa 50 onze.

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La scena della Crocifissione è ritratta al naturale sopra 182 mq. di tela, con oltre 90 personaggi ben identificati. La composizione fa perno sulle tre Croci intorno alle quali fanno corona i vari personaggi, ora partecipi come Maria, Giovanni e le pie donne, ora indifferenti a quanto si sta svolgendo (soldati che si giocano le vesti, soldati a cavallo), ora anche in fredda attività di servizio (Longino che sta per colpire Gesù, il giudeo sulla scala in atto di spezzare le gambe al condannato). In alto sono raffigurati due angeli che sostengono la scritta “Propter Scelus Populi mei percussi eum “.

Nel 1929 il vescovo di Siracusa mons. Carabelli proibì l’ostensione della tela in quanto a Comiso una tela analoga veniva utilizzata dai fedeli con intenti superstiziosi: lasciata cadere di botto se ne traevano gli auspici per l’annata. Solo in un passato molto recente la superba tela è stata riportata alla visione della gente in questo periodo dell’anno, con grande soddisfazione soprattutto per gli abitanti di Ibla.

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