Pubblicato il 30 Marzo 2016 | di Vito Piruzza
0Pasqua e le radici di un’Europa che rinnega se stessa alzando nuovi muri
Quando si cercava un comune denominatore per la Costituzione Europea alcuni proponevano, non senza ragioni, l’esplicitazione delle “radici cristiane” dell’Europa, perché non c’è dubbio che il cristianesimo ha intriso profondamente la storia e la cultura del nostro continente …
Ma quali sono i frutti oggi di queste “radici”?
Ci hanno insegnato che la Pasqua cristiana che celebra il “passaggio” dalla morte alla vita si richiama alla Pasqua ebraica che celebra il “passaggio” dalla schiavitù d’Egitto alla Terra Promessa.
Con quale spirito possiamo festeggiare quest’anno la Pasqua?
Una moltitudine di persone ristagnano in mezzo al fango bloccati da un reticolato che impedisce il loro passaggio verso la salvezza da guerre e dittature e decine di persone continuano a trovare la morte nel Mediterraneo …
L’Europa sta tradendo sia la Pasqua “passaggio” che la Pasqua “resurrezione”!
Le “radici” si sa servono a captare l’acqua nella terra perché l’acqua è la ricchezza delle piante, ma i nostri anziani ci hanno sempre spiegato che l’eccesso di acqua fa marcire le radici; è arrivato il momento di chiederci: che fine stanno facendo le nostre “radici” da troppo tempo immerse nell’abbondanza?
Viviamo nei paradossi, alcuni involontariamente umoristici, anzi grotteschi!
L’Europa cristiana chiama a difendere le proprie frontiere i “Turchi”: coloro che per secoli ne hanno insidiato l’appartenenza religiosa.
Proprio i più convinti sostenitori delle “radici cristiane” ora sono i più convinti sostenitori dei “muri” che rinnegano quelle radici.
Ma stiamo facendo ancora di peggio! Stiamo rinnegando anche le radici più profonde della nostra anima europea, perché anche nelle culture precristiane l’accoglienza dello straniero e del profugo costituivano un precetto ancestrale, addirittura “al tempo delli Dei falsi e bugiardi” il buon Virgilio individuò in un profugo l’Anima fondativa della cultura romana e quindi dell’occidente.
Ben venga il richiamo alle “radici”, ma serva a farci riflettere sul nostro ruolo storico e culturale di popoli europei, non un tentativo anch’esso paradossale di utilizzare, per “differenziarci” dagli altri esseri umani, una fede che invece “unisce” tutti gli esseri umani nell’unica legge dell’Amore!