Cultura

Pubblicato il 21 Aprile 2016 | di Antonio La Monica

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L’orchestra Fermi

04 Orchestra Fermi (42)L’orchestra Fermi è diventata negli ultimi anni una delle più interessanti espressioni artistiche e giovanili della nostra provincia. Lo dimostra il consenso che va riscuotendo e gli inviti che si moltiplicano per i ragazzi del liceo Scientifico di Ragusa: Festival delle Relazioni, Festa della Polizia, Marcia della pace.

04 Orchestra Fermi (32)Quaranta giovani del liceo scientifico, che ogni anno si rinnovano al completarsi del ciclo di studi e che da diversi anni vivono una bella esperienza di appartenenza, di protagonismo formativo, di performance artistiche di rispettabilissimo livello.

La cosa interessante è che a pensare e ad animare l’orchesta Fermi è stata la professoressa Rosaria Perricone che di mestiere fa l’insegnante di religione e che come lei ama dire: “di musica capisce molto poco”.

Come nasce l’orchestra Fermi ?

“Nasce dal desiderio di offrire ai ragazzi uno spazio di protagonismo. La prima occasione fu una celebrazione natalizia che chiesi ai ragazzi di animare con la loro creatività. Fui travolta dalla loro bravura e dal loro entusiasmo e fu un bel momento quello che i ragazzi prepararono in occasione del Natale”.

Nei suoi desideri cosa voleva essere questa orchestra?

“Penso che un compito di un educatore è anche quello di pensare progettualmente e mettere insieme le risorse. La risorsa erano i ragazzi e il loro talento. Il mio compito è stato invitarli, chiedere alla scuola uno spazio e una stanza per loro, cercare le risorse per comprare qualche strumento musicale, farci aiutare da musicisti professionisti che con generosità e spesso a titolo gratuito ci hanno dato una grossa mano. Ho trovato grande disponibilità in tutti a cominciare dai colleghi, dal preside per finire ai musicisti: ieri Enrico La Cognata e oggi il Maestro Peppe Arezzo. I ragazzi hanno risposto con impegno e fedeltà. Ed è bello vederli sul palco e nelle prove pieni di calore, di vita, di passione per l’arte. E’ bello vedere il legame che hanno creato tra loro e la serietà, la professionalità con cui portano avanti l’orchestra, la selezione che ogni anno fanno degli aspiranti all’orchestra e della mano che i “i più grandi danno ai più piccoli” per inserirsi e per esprimersi al meglio”.

Cosa ha che fare una orchestra con la religione?

“Sarebbe facile rispondere che “chi canta prega due volte”. Penso che ogni genitore che ha figli giovani dentro di sé custodisce una preghiera: “che mio figlio, mia figlia abbia il cuore caldo, una passione”. Quando il cuore è freddo si rischia di riscaldarlo con ciò che capita a tiro. Tanti errori dei giovani sono risposte sbagliate ad un bisogno giusto: quello di sentirsi vivi. Sento che nei confronti dei ragazzi, e dei genitori che ci affidano i figli, abbiamo questo dovere: collaborare con loro perché ci si senta vivi, utili, aperti alla speranza, solidali. E’ un compito di tutti gli insegnanti, in particolare di quelli di religione e delle materie umanistiche Esprimere la propria anima: è il cuore dell’arte, della bellezza, della spiritualità. La musica è anche questo. Ho imparato, inoltre, nella mia esperienza giovanile con i salesiani che se ami quello che i giovani amano loro cominceranno ad amare quello che tu hai da condividere con loro”.

Di qualcuno di loro sentiremo parlare artisticamente?

“Se capiterà sarà bellissimo. Alcuni hanno uno straordinario talento. Anche Giovanni Caccamo è passato dall’orchestra. In un gruppo si imparano cose utili per qualsiasi professione: mostrarsi e parlare in pubblico, pianificare, organizzare gli altri. Sono abilità che nella vita e nella professione fanno la differenza”.

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Autore

Giornalista professionista presso “La Sicilia”.



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