Società

Pubblicato il 13 Maggio 2016 | di Redazione

0

Il co-working come scelta di vita

Prendete un giovane intraprendente e un’idea originale e mescolateli in una frizzante Ortigia. Fatto?

Sembra una ricetta di successo. E in effetti lo è. Ha un nome, un indirizzo e una realtà di riferimento. Stiamo parlando di Impact HUB, un incubatore di business e laboratorio di innovazione, che ha casa in tutto il mondo perché è proprio da questo che attinge per proiettarsi nel domani.
Il principio su cui si erge è il co-working, la sinergia tra professionisti di ambiti affini -come dissimili- ma comunque connessi.

Venerdì 6 maggio, in occasione di Venerdì Insieme, il dott. Vincenzo Di Maria -esperto di service design, brillante cittadino europeo, curioso e solare come pochi- ha snocciolato ai meno giovani il concetto di co-working, realtà ancora in divenire e dunque priva di definizioni univoche.

La descrizione che si avvicina maggiormente è “condivisione di un ambiente di lavoro o condivisione di un lavoro seppur da sedi differenti”.
Il co-working si mostra come un’espressione social di una realtà glocal (parola macedonia per indicare al contempo global e local); una sinergia che risolve l’isolamento dei freelance -tutti quei professionisti “mercenari” per necessità o virtù- oggi ribattezzati nomadi digitali.

Salvo Micciché, direttore di Ondaiblea e coordinatore dell’incontro, ha sottolineato in special modo la risposta che il co-working rappresenta per il divario -sempre attuale- tra modus pensandi e modus operandi di tutte le figure coinvolte in un progetto comune.

<<La collaborazione –ha spiegato il dott. Di Maria– ha generato il co-working che a sua volta ha dato vita al co-design (progettare insieme). Da questo è nato il service design (design dei servizi) che, nella sua forma più alta e nobile, ha fatto sbocciare la social innovation, quell’innovazione in grado di coinvolgere il territorio in cui ha radici, per portare beneficio alla società che vi risiede.>>

L’economia, ormai basata su cose intangibili come la reputazione e le emozioni, non può rinunciare ai fermenti culturali che stanno conquistando la moderna società, quella che non vuole accontentarsi di come vanno le cose ma che vuole cambiarle in meglio, nel rispetto di tutti.

Il co-working è per chi non teme le sfide imposte da questi anni duri e difficili.
Il co-working è per chi affronta le scelte di pancia e non quelle di convenienza.
Probabilmente un po’ come il dott. Vincenzo Di Maria -che a chiamarlo “dottore” sembra quasi togliergli quella naturalezza che gli fa brillare gli occhi- che dopo anni in giro per il mondo ha scelto di vivere a Siracusa da dove, tra il frinire delle cicale e l’odore del mare, prende parte a importanti progetti nelle capitali d’Europa.

Chi lo ha detto che per lavorare bisogna per forza andar via?

Tags: , ,


Autore

"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna Su ↑