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Pubblicato il 19 Maggio 2016 | di Redazione

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Messina, agguato al presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci

“So chi mi vuole morto ma io vado avanti”: queste le parole di Giuseppe Antoci il giorno dopo un agguato in piena regola nei suoi confronti avvenuto su una strada di montagna tra i boschi dei Nebrodi. Che poteva finire molto peggio.

Perché ieri, intorno alle due di notte, la macchina di Antoci è stata bloccata da alcuni massi posti deliberatamente sulla carreggiata. Subito dopo due banditi hanno esploso colpi d’arma da fuoco contro l’auto sulla quale viaggiava il presidente del Parco dei Nebrodi, già da tempo protetto dalla scorta. L’agguato è stato sventato fortuitamente solamente con l’intervento del vice questore Manganaro che ha sparato e messo in fuga i malviventi.

Questo è l’ultimo atto di una lunga serie di intimidazioni subite da quando Giuseppe Antoci è alla guida dell’ente che gestisce l’area naturalistica del Messinese e che attraverso protocolli di legalità si batte quotidianamente per sottrarre alla Mafia vaste aree utilizzate abusivamente per il pascolo. Il prefetto di Messina ha convocato per oggi il Comitato per l’ordine e la sicurezza, e del caso si sta occupando anche la Direzione nazionale antimafia.

La Sicilia pullula di mafia e non dobbiamo nè dimenticarcelo, nè tantomeno arrenderci. Il percorso sembra infinito e ancora oggi, più che mai, abbiamo bisogno di uomini che rischiano la loro stessa vita per volere del bene comune, per il bene della collettività e di questa terra disgraziata.

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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