Cultura

Pubblicato il 29 Giugno 2016 | di Saro Distefano

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Salvatore Adamo tra quelle estati a Punta Secca e “La Notte”

Il ricordo delle giornate al mare, sulla spiaggia di Punta Secca, l’alba ammirata dal carretto col quale da Comiso si partiva di notte e poi lo spettacolo, il sogno della enorme distesa liquida.

Sono trascorsi quasi settanta anni da quei momenti, ma Salvatore Adamo, tra i maggiori e più conosciuti cantautori del mondo, li ha impressi nella sua memoria. E li ha trasmessi per il tramite, questa volta, non di una sua canzone, ma di un bellissimo romanzo: “La notte… l’attesa”.

E con la spiaggia estiva anche i giorni bui del paese in Belgio, dov’era tutto nero di polvere di carbone, compreso suo padre che da Comiso era partito, con Salvatore ancora piccolissimo, per andare a scavare nelle miniere di carbone e assicurare il pane alla famiglia. «Ricordo tutto, ma proprio tutto di quei giorni – spiega lo chansonnier al concentratissimo pubblico accorso al Museo di Kamarina per la presentazione del citato romanzo – e non solo ovviamente le piccole gioie dell’infanzia, ma anche le raccomandazioni di mio padre. Così come ricordo entrambi i miei genitori che a casa parlavano, e mi parlavano esclusivamente in dialetto comisano».

Nel magico tramonto di Kamarina, in quel cortile attorno a quanto rimane del tempio di Atena dell’antica colonia greca, ad organizzare l’evento sono stati il direttore del Museo, Giovanni Distefano, e Giovanni Ottaviano, conosciuto medico ragusano che è anche intimo amico di Adamo e della sua famiglia.

Una conversazione durante la quale il cantante ha spesso coinvolto il pubblico, fino alla inattesa domanda: «Adamo, lei si è dichiarato siciliano, ma tornerà mai a vivere nella sua terra?». Non poco sorpreso dalla domanda, Adamo ha letteralmente risposto: «Se questa domanda mi fosse stata fatta anche solo quindici anni fa, avrei risposto subito: no! Fatta oggi, mi sento di rispondere, e lo faccio davanti a mia moglie, perché no?».

Dopo oltre un’ora di conversazione sui temi della vita, della morte, del terrorismo che ha insanguinato il Belgio, dei figli e della sua nipotina Lily alla quale Adamo s’è mostrato legatissimo, un addetto al service ha “trovato” una chitarra. Salvatore Adamo, seppure reduce da cinque concerti in dieci giorni in Messico, dal viaggio transoceanico, non ha esitato: prima una canzone ancora inedita in Italia e poi, “a grande richiesta” com’era facilmente prevedibile, “la Notte”. E allora tante le lacrime – e non solo sui rugosi volti dei settantenni – tra quanti erano a Kamarina.

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Autore

Nato a Ragusa nel 1964 è giornalista pubblicista dal 1990. Collabora con diverse testate giornalistiche, della carta stampata quotidiana e periodica, online e televisive, occupandosi principalmente di cultura e costume. Laureato in Scienze Politiche indirizzo storico, tiene numerose conferenze intorno al territorio ibleo.



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