Società

Pubblicato il 12 Luglio 2016 | di Antonio La Monica

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Il grande cuore del volontariato batte a Ragusa

La piccola Ragusa è al centro di un mondo che racconta storie di solidarietà. Storie condivise tra la Fondazione San Giovanni Battista, il Centro di Volontariato cristiano dei Gesuiti e l’associazione Praticare onlus. Giovani provenienti da tutta Europa doneranno tre settimane del loro tempo al servizio dei richiedenti e titolari di protezione internazionale ospiti dei centri di prima accoglienza e SPRAR gestiti dalla Fondazione.

 “Questa iniziativa – spiega Tonino Solarino, presidente della Fondazione – è per noi motivo di grande speranza, considerato che decine di giovani con assoluta gratuità tolgono tre settimane al loro riposo per regalarle a chi cerca un futuro e vive una situazione difficile. Anche attraverso questa esperienza Ragusa diventa un modello di prima e seconda accoglienza a cui in tanti guardano con attenzione. Aprire le nostre porte risponde a un principio di trasparenza ed equivale a volere creare testimoni di percorsi di integrazione che, soprattutto nei centri della rete nazionale SPRAR, costituiscono il valore aggiunto del nostro impegno quotidiano. Questo volontariato nazionale e internazionale, inoltre, testimonia di buone prassi ed è espressione di valori che ancora con fatica riusciamo a custodire. Il progetto, infine, realizza pienamente gli scopi della Fondazione che è chiamata a offrire solidarietà, qualità professionale, spazi di formazione soprattutto ai giovani”.

 La Comunità di Vita Cristiana europea (CVX Europe) – afferma il coordinatore Flavio Boffiha avviato nel 2016 la seconda edizione del progetto di volontariato “Alle frontiere”. Il progetto si rivolge a giovani e adulti di tutta Europa che desiderano impegnarsi in attività di animazione e supporto nei centri di accoglienza gestiti dalla Fondazione San Giovanni Battista”.

“Essere alle frontiere a Ragusa – aggiunge Maria Morales, coordinatrice europea Cvx del progetto – significa donarsi per creare relazioni con i ragazzi che arrivano da lontano carichi di paure ed incertezze. Relazioni con altri volontari europei, con gli operatori e con la comunità di Ragusa, primo vero ponte dell’Europa. I volontari, quasi tutti giovani tra i 18 e i 25 anni, vedono nell’incontro con i ragazzi ospiti dei centri un’occasione di condivisione e di crescita personale. Allo stesso modo, i ragazzi ospiti nei centri di accoglienza trovano nell’incontro con i volontari una dimostrazione concreta di accoglienza”.

 “Praticare onlus – sottolinea la presidente Annamaria Fantauzziè presente nelle missioni umanitarie in Senegal, Kenya, Madagascar. Torniamo in Sicilia per il secondo anno accanto alla Fondazione San Giovanni per sostenerne attività, personale e iniziative. Studenti universitari ma anche professionisti volontari, impiegano una o due settimane nell’organizzare attività di intrattenimento e formazione agli ospiti dei centri Cas e Sprar, cercando di rendere la loro quotidianità, sospesa tra il dramma del viaggio migratorio e il “non tempo” di sospensione in attesa della Commissione giuridica, degna di essere vissuta. Corsi di italiano, di primo soccorso e di educazione terapeutica, laboratori creativi, musicali e sportivi vengono ideati e realizzati con ragazzi e tra ragazzi”.

Il percorso di volontariato prevede la presenza di questi giovani per il periodo estivo, ma non è escluso, dato l’alto numero di richieste, il proseguo anche nel corso della stagione autunnale.

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Autore

Giornalista professionista presso “La Sicilia”.



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